Ferrari prova a correre di nuovo a Piazza Affari

Tentativo di generalizzato rimbalzo delle borse mondiali, sulla speranza che il coronvirus rallenti e che si possa iniziare a pensare a un “dopo”, nonostante ogni giorno continui ad aumentare il numero di contagiati e di decessi in tutto il mondo e sia evidente che alcune attività non torneranno alla normalità almeno per un altro anno o più. Tra i titoli che approfittano del ritrovato appetito per il rischio a Piazza Affari (che venerdì starà chiusa per le festività pasquali) c’è Ferrari.

Il “cavallino” per ora rimane ai box, con solo un reparto operativo e impegnato in attività di supporto alla produzione di respiratori della bolognese Siare mentre la riapertura dei suoi due impianti italiani è prevista per il 14 aprile, sempre che siano garantiti i rifornimenti di componenti, perché la sospensione temporanea della produzione per ora non si è riflessa in cancellazioni anomale degli ordini per cui occorrerà recuperare il ritardo accumulato cercando di ridurre i tempi necessari alla produzione dei modelli già venduti.

La scorsa settimana il titolo ha perso oltre l’8% portando a -15,5% la performance trimestrale, ma resta di circa il 4% al di sopra di dove si trovava 12 mesi fa. Alla performance negativa ha contribuito la decisione di sospendere il buyback annunciato il 14 novembre scorso dopo acquisti per complessivi 150 milioni di euro circa tra Milano e New York (portando ad oltre 503 milioni di euro il totale degli acquisti dal primo gennaio 2019 ad oggi).

A fine marzo Ferrari deteneva circa 9,17 milioni di azioni proprie pari al 3,57% del capitale sociale. Spetterà invece all’assemblea degli azionisti, per ora confermata al 16 aprile, decidere in merito alla distribuzione del dividendo, al momento confermato in 1,13 euro (con stacco che se confermato dovrebbe avvenire il 20 aprile), pari a circa lo 0,9% rispetto alle quotazioni di 130,5 euro di stamane che corrispondono a una capitalizzazione di borsa di oltre 25 miliardi di euro.

Il giudizio degli analisti su Ferrari

Detto che il consenso degli analisti fondamentali resta positivo nonostante alcune limature del target price registrate negli ultimi giorni (il valore medio è ora di poco superiore ai 171 euro per azione), graficamente il trend è tornato neutro a brevissimo termine anche se resta negativo a breve termine (e moderatamente negativo anche a medio-lungo termine). Il rimbalzo odierno, se mantenuto sino a fine giornata e confermato nei prossimi giorni, potrebbe costituire il segnale di un’uscita positiva dalla fase di congestione delle quotazioni ma la situazione resta incerta con lo stocastico e l’indicatore di forza relativa (Rsi) ancora in territorio negativo a conferma di una persistente debolezza di fondo.

Per chi volesse provare a sfruttare il rimbalzo odierno, i 130 euro attorno a cui si muove Ferrari in queste ore rappresentano già un primo target della strategia rialzista apertasi col superamento dei 115 euro per azione. Un secondo target è individuabile in area 135 euro. Se poi il titolo troverà la forza di superare anche i 143 euro potrà aprirsi una fase di estensione del rimbalzo tecnico che avrebbe come target prima i 165 e poi i 170 euro per azione. La stop loss, inevitabile vista la volatilità della fase attuale, andrebbe posizionata proprio a ridosso dei 130 euro.

Il titolo Ferrari si presta dunque a una operatività in ottica di trading, che consenta di sfruttare eventuali ritorni d’interesse degli investitori per gli investimenti a rischio e in particolare per i titoli del lusso, fortemente penalizzati nelle scorse settimane, grazie all’atteso graduale miglioramento della crisi sanitaria mondiale. Proprio l’incertezza circa i tempi e le modalità della “fase due” non consentono tuttavia di eccedere in facili ottimismi e inducono a raccomandare prudenza e grande disciplina nell’effettuare le operazioni di trading sopra ipotizzate.

Ferrari a Piazza Affari negli ultimi 12 mesi

A cura di Luca Spoldi, Cefa, 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

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