Fiat Chrysler Automobiles, accumulare sulla debolezza?

Può valere la pena di accumulare Fiat Chrysler Automobiles (Fca) in giornate di debolezza? Sì secondo gli operatori di Piazza Affari, che segnalano come tornino ad accendersi voci di operazioni straordinarie che potrebbero riguardare il gruppo torinese. Secondo il Wall Street Journal, infatti, Renault starebbe pensando di rivedere la propria alleanza con Nissan, riducendo in particolare la percentuale detenuta nel capitale del produttore giapponese dal 43% attuale al 5%-10%.

In questo modo, suggerisce il quotidiano finanziario americano, potrebbe essere più agevole per il gruppo francese riaprire le trattative per una fusione con Fca ottenendo il consenso del partner nipponico la cui perplessità aveva contribuito a far deragliare le trattative intavolate a giugno. Nel frattempo il Ceo di Fca, Mike Manley, sembra voler imitare il suo predecessore Sergio Marchionne e fa sapere che il gruppo ha “un futuro solido e piani chiari su cui stiamo investendo e che sono attualmente in fase di attuazione” anche senza ricorrere a fusioni.

“Ciò però non significa che, se ci sarà un futuro migliore attraverso un’alleanza, una partnership o una fusione, non saremmo aperti e interessati a tale prospettiva” ha poi aggiunto il manager, sottolineando come Renault non sia peraltro l’unica opzione a disposizione per aumentare la dimensione e colmare i gap nella tecnologia e nella gamma di veicoli di Fiat Chrysler Automobiles. Fca e Peugeot, da anni partner nel settore dei veicoli commerciali, avevano del resto discusso una collaborazione più estesa prima della presentazione di un’offerta formale da Fca a Renault, come riferito da fonti “a conoscenza della situazione” citate da Reuters.

Il quadro tecnico e i giudizi degli analisti

Oltre alle attese per una possibile operazione straordinaria, il titolo a 11,70 euro si trova ormai prossimo ai supporti (individuati dagli analisti tecnici in area 11,40 euro e poi attorno a 11,05 euro) che fungono da obiettivi della correzione di brevissimo periodo e potrebbe dunque rimbalzare. In quel caso le prime resistenze sono in area 12,30-12,60 euro, con possibile estensione sino ai 13 euro per azione. Ciò detto, a livello fondamentale la prudenza prevale con ben 13 giudizi neutrali (“hold”) a fronte di 10 positivi (4 “buy” e 6 “outoperform”) e due negativo (un “underperform” e un “sell”).

I multipli di Fca

La prudenza ha peraltro portato il titolo a trattare a multipli piuttosto contenuti e pari a solo 4,3 volte gli utili attesi per l’intero 2019 (per il consenso pari a 2,73 euro per azione). Il dividendo atteso (62 centesimi per azione) esprime inoltre un dividend yield potenziale del 5,3%, mentre il target price di consenso, pari a 14 euro, implica un potenziale rialzista di quasi il 20% dai livelli correnti. Il motivo di tanta prudenza è da ricercare nei timori della futura evoluzione del mercato automobilistico mondiale e delle conseguenze sugli utili futuri.

In una nota Jefferies ha riassunto efficacemente la situazione: l’esito probabile dell’attuale dibattito sulle emissioni di anidride carbonica sarà un crollo degli utili per produttori automobilistici e fornitori di ricambio, una confusione del mercato e una crisi politica e se per il 2019 Jefferies si dice meno preoccupato del mercato, per il 2020 teme il quadro possa solo peggiorare. la sfida riguarderà quanto e quanto velocemente i fornitori e le case automobilistiche riusciranno a ridurre le emissioni medie di Co2 nel secondo semestre dell’anno, per rendere le scorte conformi alle nuove normative entro la fine del 2019.

Da notare tuttavia come il broker abbia ridotto il giudizio ad “underperform” su Daimler e la stessa Renault (il che forse rende più chiaro il perché i francesi abbiano voglia di riprendere i colloqui per arrivare a una fusione, mentre gli italiani sembrino voler provare a fare i preziosi), ritenendoli più esposti al succitato rischio, confermando invece il “buy” su Peugeot e la stessa Fca, grazie a considerazioni relative alle performance relative degli utili e alle opzioni strategiche. Manley può dunque provare a giocarsi bene le sue carte: l’eredità di Sergio Marchionne potrebbe ancora pesare a favore del gruppo italo-americano.

A cura di Luca Spoldi, Cefa, 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

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