FinecoBank, Foti rassicura ma il titolo resta incerto

Stamane i clienti di FinecoBank hanno trovato ad attenderli online una comunicazione “importante” dell’amministratore delegato Alessandro Foti in cui si ricorda come “alle incertezze sul decorso dell’epidemia coronavirus si aggiungono in questi giorni quelle dei risparmiatori, relative ai suoi effetti sull’economia”. Incertezze rispetto alle quali Foti cerca di fare chiarezza, ricordando anzitutto come i mercati “non hanno mai una progressione lineare: le flessioni (e persino i crolli) sono cicliche” e come “solo in ambito epidemiologico negli ultimi 15 anni abbiamo visto la Sars, l’influenza aviaria, la febbre suina, l’Ebola e la Zika: tutti fenomeni di cui ci siamo pressoché dimenticati”.

Anche il coronavirus passerà, dunque, e come ricorda Foti nel lungo periodo “i mercati tendono a crescere” sfruttando “spinte strutturali, come la demografia, l’evoluzione tecnologica e la ricerca continua di maggior benessere, grazie alle quali nel lungo periodo l’economia mondiale nel suo complesso tende a svilupparsi” anche se “è chiaro che nel breve periodo si può andare incontro a eventi negativi e a un’elevata volatilità” rispetto alla quale occorre attenersi a tre principi basilari: investire in un’ottica “di medio-lungo termine, avere un portafoglio correttamente diversificato e gestire l’emotività”.

La comunicazione di Foti è al tempo stesso un importante segnale rassicurante e un allarme di quanto la tensione stia crescendo sul mercato, in particolare del risparmio gestito. Non a caso lo stesso titolo FinecoBank (5,4 miliardi di capitalizzazione a Piazza Affari) nell’ultima settimana ha perso oltre l’11%, ritornando su livelli (8,75-8,85 euro stamane in avvio) che non si vedevano dallo scorso settembre. Allargando lo sguardo agli ultimi 5 anni, il titolo sembra intenzionato a testare i supporti tra 8,5 e 8 euro per azione che da inizio 2018 a oggi hanno sempre retto, mantenendo FinecoBank in una fase laterale di ampio respiro individuabile tra gli 8-8,5 e gli 11,5-12 euro per azione.

Il giudizio degli analisti su FinecoBank

Su base fondamentale, il titolo, che da inizio anno registra un calo del 17%, tratta a circa 18,5 volte l’utile per azione normalizzato (avendo registrato negli ultimi 12 mesi un P/E escluse le componenti straordinarie compreso tra un massimo di 29,2 e un minimo di 15,3 volte). I giudizi restano nel complesso moderatamente rialzisti con 3 “buy”, un “outperform” e 5 “hold” a fronte di un prezzo obiettivo medio di circa 11,9 euro per azione che implicherebbe un potenziale rialzista a 12 mesi del 35% dai livelli correnti.

Stante la situazione di volatilità dei mercati ricordata dallo stesso Foti, il quadro tecnico si presenta neutrale, col titolo ancora sopra il livello di ingresso (8,5 euro) di una strategia rialzista che prevede come obiettivo la risalita delle quotazioni a 9,4 euro (e poi un eventuale allungo a 9,8 euro). Chi volesse provare ad approfittare della caduta delle quotazioni di questi ultimi giorni (il titolo è inserito in un trend fortemente ribassista a brevissimo termine) farà meglio a fissare una stop loss a 7,7 euro per azione.

Eventuali ulteriori recuperi potrebbero peraltro consentire un ritorno sopra i 12 euro, livello dove si potrebbe posizionare una stop loss per una strategia di ulteriore accumulazione che partisse da prezzi attorno ai 12,5-12,6 euro e avesse come obiettivi i 13,5-14 euro per azione. Strategia peraltro al momento decisamente prematura anche se sia lo stocastico sia l’indicatore di forza relativa (Rsi) sono ormai a livelli di ipervenduto che porta a non escludere la possibilità di un rimbalzo tecnico già nell’arco della seduta odierna o in quelle successive.

La prudenza resta comunque d’obbligo, dato che i prezzi si sono portati sotto la media mobile veloce oltre che quella lenta e dunque confermano il rischio di un ulteriore indebolimento. I supporti in giornata sono da monitorare su livelli abbastanza vicini alle quotazioni attuali, a 8,68 euro prima e a 8,4 euro poi, indicati come target del movimento ribassista di brevissimo periodo. Se superati al ribasso non è da escludere un’accelerazione verso gli 8,20-8,18 euro per azione. Al contrario in caso di ritorno d’interesse, le resistenze sono relativamente distanti dai livelli d’apertura, a 9,40-9,45 euro e poi a 9,65-9,70 euro per azione.

A cura di Luca Spoldi, Cefa, 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

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