Fintech a ITForum: vigilanza e tutela degli investitori

Mercoledì 12 giugno 2019, all’interno di ITForum di Rimini si terrà un convegno sull’evoluzione dell’uso della tecnologia nel mondo finanziario che ha il fine di analizzare se la sua influenza sempre più massiccia sui comportamenti degli investitori richieda o meno un intervento da parte delle autorità di vigilanza a tutela di questi ultimi.

Com’è ormai ben noto con il termine Fintech ci si riferisce a numerosi segmenti di attività (tra cui pagamenti e valute digitali, crowdfunding, prestiti peer to peer) oltre che a tecniche e strumenti eterogenei (tra gli altri, robot advisor, Big data, intelligenza artificiale). Si tratta pertanto di un tema assai complesso e in evoluzione, sul quale è difficile trarre una sintesi in grado di resistere nel tempo.

Consob e Banca d’Italia, al fine di monitorare le novità del settore, hanno aperto due distinte attività che si occupano di tecnologia. Consob ha avviato un progetto di ricerca applicata denominato «FinTech: digitalizzazione dei processi di intermediazione finanziaria», in collaborazione con alcune delle principali Università italiane, che ha visto l’introduzione di un’apposita collana di pubblicazioni, mentre Banca d’Italia ha attivato un’iniziativa – denominata Canale FinTech – mediante la quale intende accompagnare i processi di innovazione nell’ambito del quadro regolamentare anche in una logica evolutiva.

A livello globale gli investimenti nel settore Fintech sono cresciuti in modo rilevante nella prima metà del 2018, con 57,9 miliardi di dollari per 875 operazioni, in aumento significativo rispetto ai 38,1 miliardi di dollari investiti in tutto il 2017. Anche in Europa si è registrata, nel 2018, una significativa crescita degli investimenti Fintech. Un’indagine conoscitiva della Banca d’Italia pubblicata nel 2018 ha posto in luce come gli intermediari nazionali siano impegnati in un numero non trascurabile di iniziative; il valore degli investimenti risulta tuttavia modesto, collocandosi su valori inferiori a quelli degli altri principali Paesi dell’Unione. In base a un’analisi condotta lo scorso anno da Abilab, oltre la metà delle banche italiane è impegnata nello sviluppo di progetti innovativi nel settore dei pagamenti; seguono i temi della sicurezza (oltre il 35% delle banche) e le piattaforme di investimento e prestito (oltre il 20%). In termini di tecnologie sperimentate, più di un terzo è attivo su Big data analyticsblockchain, Distributed Ledger Technology (DLT) e intelligenza artificiale; un quarto privilegia iniziative di cloud computing e di digitalizzazione di servizi tradizionali.

La natura delle trasformazioni indotte dalla c.d. digital disruption interessa tutti i segmenti dell’intermediazione finanziaria ed è tale da incidere sulla capacità del diritto vigente e dei correlati meccanismi di enforcement di fronteggiare i nuovi rischi (non necessariamente riferibili solo alla sfera economica) e le nuove fattispecie o, per altro verso, di non ostacolare l’innovazione.

Su questa linea, durante il Convegno Invernale 2019 dell’Associazione dei docenti di Economia degli intermediari dei mercati finanziari e finanza d’impresa, avente ad oggetto la Finanza alla prova del Fintech, si è confermato l’intervento di Carmelo BarbagalloCapo del Dipartimento Vigilanza Bancaria e Finanziaria della Banca d’Italia, che si è soffermato sulla prospettiva dell’Autorità di Vigilanza, prospettiva entro la quale è emersa infatti, con sempre maggiore evidenza, l’esigenza di assicurare l’efficace presidio dei rischi senza scoraggiare l’innovazione e senza alterare, per quanto possibile, la tendenziale stabilità delle norme e, per tale via, la “certezza” delle regole.

RELATORI

MariaChiara Porro, Resp. Legal&Operation ClubDealOnline

Alessandro Lerro, Chairman Comitato Scientifico Assofintech, Presidente Associazone Equity CrowdFunding

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