Focus sui negoziati Cina-Usa

A cura di Cassa Lombarda

In Eurozona settimana scarica di dati macro di rilievo, tuttavia la revisione delle letture trimestrali ha confermato il rallentamento in atto a fronte di un mercato del lavoro in buono stato. Il Pil di Eurozona per il quarto trimestre è cresciuto solo dello 0,2% rispetto al trimestre precedente, e la debolezza è piuttosto diffusa nella regione. La crescita italiana è in contrazione per il secondo trimestre consecutivo e la Germania non ha registrato alcuna crescita nel quarto trimestre. La produzione industriale europea a dicembre è scivolata sui minimi dall’autunno 2009.

Negli Usa scongiurato un nuovo shutdown dopo che Camera e Senato hanno approvato la legge bipartisan che finanzia il governo sino al prossimo settembre, ma senza concedere fondi per il muro col Messico come auspicato da Donald Trump che ha dichiarato di voler far ricorso all’emergenza nazionale per ottenere i fondi bypassando il Congresso. Il clima di incertezza negli Stati Uniti ha penalizzato l’ottimismo delle PMI e dei consumatori che hanno preferito aumentare il risparmio cosicché le vendite al dettaglio lo scorso dicembre sono scese sui minimi da gennaio 2014 registrando il peggior calo mensile dal 2001.

 

Obbligazioni

Settimana volatile per i titoli di stato italiani con il decennale tornato sino al 2,95%, sui massimi di metà gennaio, prima di terminare l’ottava al 2,75% in scia all’ipotesi di una Bce più accomodante delle aspettative. Moody’s ha tagliato le stime di crescita per il 2019 dell’Italia dal precedente +1,3% ad un valore compreso tra 0% e 0,5%. Moody’s ha infine ricordato che i costi di finanziamento, pur rimanendo bassi nell’ Eurozona, sono saliti in Italia a causa del rischio politico interno e ciò sta già incidendo sui conti pubblici. Il premier spagnolo Pedro Sanchez, dopo la bocciatura della Finanziaria da parte del Parlamento, ha comunicato di avere indetto le elezioni generali per il 28 aprile prossimo evitando il sovrapporsi con le elezioni europee del prossimo 26 maggio. La reazione del mercato alla notizia è stata composta con i titoli governativi spagnoli, i Bonos, che non hanno visto un allargamento degli spreads.

 

Azioni

Ottava con performance cumulate prossime, o superiori, al 3% per i principali listini europei ed internazionali, in scia all’ottimismo per una risoluzione della diatriba commerciale tra Cina e Stati Uniti dopo che Trump ha aperto alla possibilità di posticipare di 60 giorni l’entrata in vigore dei dazi sulle merci cinesi per agevolare le trattative. In Europa rally del comparto bancario sul finire di settimana in scia all’indiscrezione, ventilata dal membro Bce Benoit Couerè, di un nuovo round di emissioni di liquidità Tltro da parte dell’istituto centrale per contrastare il rallentamento economico in atto nel Vecchio Continente. A Milano brilla Tim sul rafforzamento della partecipazione da parte di Cassa Depositi e Prestiti.

 

Valute e materie prime

In Russia la banca centrale ha mantenuto invariato il costo del denaro al 7,75%. In Nuova Zelanda la Banca Centrale ha mantenuto i tassi di riferimento invariati all’1,75% segnalando che gli stessi rimarranno su questo livello per i prossimi due anni a causa della bassa inflazione che necessita una politica monetaria supportiva. In Svezia la Banca centrale, come da attese, ha lasciato fermi i tassi d’interesse a -0,25% dopo averli aumentati a sorpresa di 25 punti base in dicembre, e ha rivisto al ribasso le stime di crescita per il prossimo biennio. Debole il peso messicano dopo che il presidente AMLO ha annunciato un piano di aiuti da $5,5 miliardi a sostegno di Pemex. Gli analisti temono che ciò peserà sui conti pubblici, cosa che potrebbe portare a una bocciatura da parte delle agenzie di rating e a un conseguente aumento dei costi a carico della nazione per finanziarsi. Dai dati del World Gold Council (WGC) è emerso che nel 2018 la quantità di oro acquistata dalle banche centrali ha raggiunto il picco dal 1967. Gli istituti centrali hanno accumulato 651,5 tonnellate, il 74% in più rispetto al 2017 e il secondo numero più alto di sempre. Lo scorso anno la richiesta totale di oro si è attestata a 4.345 tonnellate (metriche), il 4% in più rispetto al 2017. Greggio in rally dopo che l’Arabia Saudita ha annunciato che ridurrà la produzione a circa 9,8 milioni di barili al giorno il mese prossimo, circa mezzo milione di barili in più rispetto a quanto concordato in precedenza e sul timore di una minor fornitura venezuelana dopo l’introduzione delle sanzioni Usa.

 

Outlook

I negoziati commerciali tra Usa e Cine in settimana si sposteranno a Washington. La Fed pubblicherà le minute del meeting di gennaio mentre la UE affronterà un nuovo round di trattative sulla Brexit. Attesi i numeri trimestrali, tra gli altri, di Berkshire Hathaway, Walmart, HP, Deutsche Telekom, Reckitt Benckiser, Lloyds, Hsbc, Axa e Swiss RE. A livello macro negli Usa ordini di beni durevoli, richieste sussidi disoccupazione e vendite immobiliari. Nella Eurozona indice PMI Composito mentre in Germania fiducia degli investitori e indice Ifo.

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