Focus sul “5G”: gli ordini in forte crescita spingono gli utili

A cura di Yan Taw Boon, Director of Equity Research Asia, Neuberger Berman

Lo scorso novembre parlavo con gli investitori giapponesi della connettività 5G e di come rivoluzionerà la nostra esistenza in modi impensabili. Pur essendo elettrizzati come me da questo nuovo tema di investimento, allo stesso tempo esprimevano un certo disagio, chiedendo maggiori informazioni su Huawei Technologies, la società di Shenzhen che è diventata il produttore leader di infrastrutture di telecomunicazione per il 5G. Erano consapevoli dei crescenti timori relativi alla sicurezza delle reti 5G che utilizzano le apparecchiature Huawei e dei rischi di ribasso ad essi associati.

“Può anche darsi che un giorno o l’altro vi giungano all’orecchio cattive notizie su Huawei”, ho detto loro. “Sapete cosa, però? Vorrà semplicemente dire che il mondo sta capendo la portata strategica che il 5G avrà sull’economia globale. Sarà probabilmente il segnale di partenza per questo tema d’investimento”. Due settimane più tardi, il Chief Financial Officer di Huawei veniva arrestato a Vancouver.

Il 4G sta al 5G come la bicicletta ai viaggi spaziali

Dieci anni fa, l’avvento della connettività 4G ci portò gli smartphone, le videoconferenze e la TV ad alta definizione. Le attività su Internet e social media passarono dal PC ai dispositivi mobili.

Il 4G sta al 5G come la bicicletta ai viaggi spaziali. Una delle innumerevoli funzioni del 5G è la tecnologia “Massive MIMO”, cioè Multiple Input e Multiple Output. Questa tecnologia non solo consente ai dispositivi di effettuare download più veloci, ma anche di condividere i dati con altri dispositivi in tempo reale, senza quel buffering di una frazione di secondo che caratterizza il 4G. Stiamo parlando del cosiddetto “Internet of Things (Internet delle cose)”. E le implicazioni di tutto questo si spingono ben oltre l’utilizzo di Facebook con uno smartphone o giocare ai giochi per computer in 3D.

Se le auto potessero comunicare senza problemi e in tempo reale con dei sensori posti lungo i marciapiedi e su altre auto, i veicoli a guida autonoma diventerebbero una realtà. I chirurghi potrebbero effettuare interventi in remoto, utilizzando robot connessi al 5G. Il vostro frigorifero potrebbe dire al vostro telefono che siete rimasti senza latte. Il telefono potrebbe ordinare il latte al supermercato. E il latte potrebbe essere consegnato a casa vostra da un camioncino a guida autonoma. In questo modo, a livello aziendale, le scorte verrebbero gestite tramite un magazzino intelligente. A livello sociale, migliaia e migliaia di macchine potrebbero comunicare tra loro e creare una città intelligente.

Nulla di tutto ciò potrebbe diventare realtà senza un’evoluzione al 5G. Ed è questo che lo rende uno sviluppo indispensabile per l’economia, la produttività e la competitività di domani. A febbraio, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha affidato a Twitter il suo pensiero in merito: “Voglio la tecnologia 5G e anche 6G negli Stati Uniti il prima possibile”.

Una simile dichiarazione non poteva che scatenare tensioni e reazioni sui giornali.

Privacy e sicurezza

Il problema dietro a queste notizie è la sicurezza. Oltre a richiedere l’arresto di Meng Wanzhou in Canada, gli Stati Uniti hanno proibito alle agenzie di governo di acquistare apparecchiature Huawei e ha esortato i Paesi partner del “Five Eyes” e l’Unione europea ad adottare misure analoghe. Il motivo ufficiale è di esercitare pressioni su Pechino affinché obblighi la società di Shenzen a condividere i dati che fluiscono attraverso i suoi prodotti.

Ma la sicurezza è realmente il vero problema? È difficile capire perché non si applicano gli stessi criteri anche a Nokia ed Ericsson, concorrenti internazionali di Huawei. Tutto considerato, queste società hanno ogni interesse a preservare l’accesso al mercato cinese che potrebbe offrire un enorme potenziale di crescita, con reti 5G operative già dal prossimo anno. Ciò offrirebbe alla Cina una posizione di vantaggio, ammesso che ne avesse bisogno.

In ultima analisi, riteniamo che gli eventi in atto siano una questione di concorrenza economica, che siano cioè un espediente per consentire alle società di telecomunicazione statunitensi, che hanno accumulato un forte ritardo, di recuperare il terreno perduto con Huawei.

È l’impressione ufficiale anche di Regno Unito e Germania. Dopo aver considerato, in un primo momento, la possibilità di un embargo ai danni di Huawei, nelle ultime due settimane entrambi i Paesi hanno modificato la propria posizione, puntando a fissare un limite alle apparecchiature Huawei o a stipulare accordi bilaterali di “non spionaggio” con la Cina, al fine di non intralciare l’implementazione delle proprie reti 5G.

L’arrivo di un nuovo tema. Non dei suoi effetti dirompenti

Anche la comunità degli investitori sta adottando sempre più diffusamente quel punto di vista.

Quando a dicembre Meng Wangzhou è stata arrestata, i titoli esposti alla tecnologia 5G hanno registrato una volatilità addirittura maggiore a quella che all’epoca interessava il mercato azionario in generale. La settimana scorsa, quando il CFO di Huawei ha fatto causa alle Autorità canadesi per arresto illegale e Huawei stessa ha fatto causa al governo degli Stati Uniti impugnando l’embargo sui suoi prodotti, quegli stessi titoli avevano già recuperato il 30-50%. Gli utili sottostanti iniziano a evidenziare la rapida crescita degli ordini in Cina, Corea del Sud e Giappone.

A trarne vantaggio sono state le società più vicine alla catena del valore del 5G, ad esempio i principali fornitori di semiconduttori del settore oppure i fornitori di strumenti di simulazione e software di collaudo per le reti wireless. Abbiamo tuttavia notato un aumento dei prezzi anche quando uno o due fornitori, operativi in un segmento tecnologico con un minore correlazione diretta al 5G, hanno conquistato una posizione dominante. Ad esempio i produttori di schermi LED organici ripiegabili o dispositivi di monitoraggio e identificazione delle frequenze radio, fornitori di software per comunicazioni e messaggistica istantanea o addirittura società immobiliari proprietarie di centri dati e torri per telefonia mobile.

L’avevo già detto a novembre e oggi lo ribadisco: nei mesi a venire non mancheranno le notizie su Huawei e sulla tecnologia 5G e non tutte saranno “buone notizie”, almeno all’apparenza. Tuttavia, riteniamo che il mercato stia mandando segnali fin troppo chiari: le notizie degli ultimi cinque mesi hanno annunciato l’arrivo del tema di investimento “5G”, non i suoi effetti dirompenti.

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