Fondi passivi, i migliori e i peggiori di aprile

A cura di Morningstar
Secondo i dati Morningstar, ad aprile, tra il miglior fondo passivo (in termini di rendimento) e il peggiore ci sono quasi 43 punti percentuali (prendendo in considerazione quelli registrati alla vendita in Italia ed escludendo i replicanti strutturati, cioè a leva o short). Questi strumenti, essendo prodotti puramente passivi, riflettono nei loro movimenti l’evoluzione dei mercati, senza che la performance venga distorta dalle scelte (buone o cattive) di un gestore attivo.
Il mondo degli Etp
Nel mondo dei fondi passivi quotati in Borsa, cioè gli Exchange traded products (Etp), troviamo una Top 5 piuttosto eterogenea, in cui spicca la performancedel replicante Xtrackers dell’indice Markit iBoxx EUR Liquid High Yield 1-3, un benchmark che riflette l’andamento di circa 250 obbligazioni societarie con rating sub-investment grade (cioè sotto la tripla B nel caso di Standard & Poor’s) più liquide denominate in euro. La composizione dell’Indice è rivista e ribilanciata con cadenza mensile. Affinché le nuove obbligazioni possano essere incluse nell’Indice devono presentare, alla relativa data di ribilanciamento, una scadenza residua che vada da un minimo di un anno ad un massimo di tre anni.
Bene anche l’Etf di UBS che mira a replicare la performance dell’indice Solactive Global Oil Equities Net Total Return, che misura l’andamento delle società del comparto petrolifero a livello mondiale, con il Brent scambiato attualmente a 75,4 dollari al barile contro i 66 dollari di inizio anno.
Il prezzo dell’alluminio, invece, che troviamo al terzo e al quarto posto della Top 5 del mese, è sempre sotto i riflettori, schizzato ai suoi massimi dal 2011, a seguito delle sanzioni Usa verso sette oligarchi russi (oltre a 17 funzionari di governo e 14 enti). Le sanzioni prevedono in particolare il congelamento di ogni bene riconducibile agli individui o alle compagnie sanzionate sotto la giurisdizione statunitense e vieta ai cittadini americani di intrattenere affari con loro. Una decisione che ha portato a un nuovo orientamento dei flussi commerciali di una delle materie prime industriali più importanti e scambiate (Mosca è infatti il secondo produttore mondiale di alluminio, dopo la Cina).
La Flop 5, invece, vede la presenza di tre mercati azionari emergenti, la Turchia, il Vietnam e la Russia, oltre a uno strumento che mira a replicare l’andamento dello S&P 500 Vix Futures Enhanced Roll Total Return Index, un indice che è rappresentativo di una strategia basata sulla volatilità attesa del mercato azionario statunitense.

Il mondo dei fondi indicizzati
Per quanto riguarda i fondi passivi non quotati (senza quindi la componente di trading intra-day), al primo posto in classifica troviamo uno strumento esposto al nostro mercato domestico. l’indice Morningstar dedicato al Belpaese nell’ultimo mese (e a dispetto delle incertezze create dalla mancanza di un esecutivo) ha guadagnato il 7%, portando a +10,7% la performance da inizio anno (in euro al 3 maggio).
Secondo gli ultimi dati Istat, nel primo trimestre dell’anno la Penisola ha visto una crescita del Pil pari allo 0,3%. Il risultato è sostanzialmente analogo a quello del trimestre precedente e conferma il rallentamento rispetto alla dinamica più marcata registrata nella prima parte del 2017. Ma il mercato preferisce vedere il bicchiere mezzo pieno: con il risultato del primo quarter 2018, infatti, la durata dell’attuale fase di espansione dell’economia italiana è arrivata a 15 trimestri. Bene anche l’azionario britannico, che occupa i restanti quattro posti della Top 5 dei fondi indicizzati non quotati del mese di aprile.

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