Forex: dollaro sui massimi da agosto, sterlina forte ed euro in caduta

a cura di Filippo Diodovich, market strategist di IG

Mercati valutari in fermento. Riflettori sul dollaro che si apprezza notevolmente. Il Dollar Index (paniere che misura la forza del biglietto verde contro le principali divise internazionali) ha toccato in sessione nuovi massimi dal 10 agosto sopra i 98 punti. A rafforzare le quotazioni della divisa statunitense sono state le cifre macro annunciate in giornata ben sopra le attese e le parole della Yellen al Congresso che hanno aumentato le attese di un rialzo dei tassi d’interesse da parte della FED già nel meeting di dicembre.

I nuovi posti di lavoro negli Usa a ottobre calcolati dall’istituto ADP (le cifre ufficiali sanno pubblicate venerdì) hanno mostrato una crescita di 182 mila nuovi impieghi (consensus 180 mila). Molto bene il comparto dei servizi. L’indice ISM (Institute for Supply Management) ha registrato una crescita nel mese di ottobre da 56,9 a 59,1. Ottimo il risultato del sottoindice relativo al fronte occupazionale, secondo livello più alto di sempre a 59,2. Il miglioramento delle assunzioni nel comparto dei servizi e la buona stima ADP sui nuovi impieghi di ottobre aumentano le attese su positive cifre macro sul mondo del lavoro venerdì. Infatti l’US Bureau of Statistics comunicherà i non farm payrolls (aspettative 165mila, a settembre 118mila) e il tasso di disoccupazione relativi al mese di ottobre.

A dare una ulteriore spinta al dollaro è arrivato anche il governatore della FED, Janet Yellen, che in un intervento al Congresso, ha ribadito la possibilità di un rialzo dei tassi a dicembre, sottolineando che una decisione non è stata ancora presa perché c’è l’intenzione di monitorare ancora il contesto economico.

Nonostante le robuste cifre macro, crediamo che la Federal Reserve vigilerà attentamente proprio sull’andamento dell’inflazione. Anche una lieve ripresa delle pressioni inflazionistiche convincerà i membri del Board a rialzare i tassi a dicembre e poi effettuare un processo di incrementi del costo del denaro molto graduale nel 2016.

Tuttavia, come sottolineato anche da importanti autorità monetarie come l’ex governatore FED Ben Bernanke, se l’andamento dei prezzi non dovesse evidenziare una risalita, molto difficilmente la FED sceglierà di cambiare strategia in politica monetaria. Se osserviamo anche le aspettative del consensus sul rialzo dei tassi a dicembre oggi sono salite a un 58% che mostra come vi sia ancora forte incertezza sulle prossime mosse della principale banca centrale del mondo.

Se il dollaro mostra i muscoli sui mercati valutari anche la sterlina evidenzia una performance positiva dopo brillanti cifre macroeconomiche soprattutto quelle pubblicate qualche giorno fa sul comparto manifatturiero (indice PMI sui massimi da giugno). Un’economia forte potrebbe incentivare i membri del Consiglio Monetario della Bank of England a rivedere la propria forward guidance e rialzare i tassi prima del previsto. Domani proprio la Bank of England comunicherà le proprie decisioni sulla politica monetaria.

Scontata la conferma dei tassi, riteniamo che il governatore Carney possa, tuttavia, utilizzare toni “hawkish” e aprire a un incremento del costo del denaro nel breve periodo. La nostra view è che la BoE osserverà il comportamento della FED e poi prenderà una decisione in favore di un rialzo dei tassi (nostre attese rialzo tassi a febbraio/marzo). Anche per Carney come per la Yellen la variabile macro da osservare con particolare interesse è sempre l’inflazione.

Le divergenti politiche monetarie di FED e BCE portano il cambio euro/dollaro a scendere fino a un minimo a 1,0845, livello che non si vedeva dal 21 luglio. Manteniamo la nostra view ribassista sul cambio euro/dollaro con target a fine anno a 1,04.

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