Generali sotto la lente dopo l’uscita di Unicredit da Mediobanca

Si scrive Mediobanca, ma si legge Generali: la decisione di Jean-Pierre Mustier di collocare tutto l’8,4% di Unicredit del capitale di Piazzetta Cuccia (operazione che ha fruttato all’istituto circa 785 milioni, pari a 10,53 euro per azione, ben oltre il valore di carico di 9,89 euro) fa bene al titolo Unicredit, stamane in rialzo del 4,5% a Piazza Affari, non ha particolari contraccolpi su Mediobanca stessa, che oscilla sui 10,83 euro (+0,45%), peraltro livelli di oltre il 40% superiori a quelli di 12 mesi fa) e risveglia Generali, in rialzo di quasi il 4% nei primi scambi di giornata attorno a 19,30 euro per azione.

A tenere desta l’attenzione è da una parte la possibilità che l’uscita di Unicredit favorisca l’ulteriore salita di Leonardo del Vecchio (al momento ufficialmente al 7,52%) in Mediobanca e così favorisca la sua richiesta al top management della banca d’investimento perché torni a puntare maggiormente sull’attività di investment e merchant banking allentando la dipendenza degli utili dai risultati di Compass (credito al consumo) e Generali stessa (nel cui capitale Mediobanca è primo azionista col 13%). Allentamento che potrebbe favorire una successiva integrazione di Generali, di cui Del Vecchio è socio col 4,86%, con un altro gruppo europeo (si parla da tempo con insistenza di Axa).

Dall’altra sono i numeri dei primi nove mesi del leone di Trieste a piacere ancora una volta: l’utile operativo è arrivato a 3,9 miliardi (+9,1% su base annua), grazie al contributo di tutti i segmenti di business in cui è impegnata la compagnia assicurativa, mentre l’utile netto normalizzato (che esclude plusvalenze da cessioni per 475 milioni e un onere “una tantum” di 188 milioni) è salito a 1,872 miliardi (+6,2% su base annua), a fronte di un Solvency Ratio del 204%, contro il 217% di fine 2018.

Risultati nel complesso in linea con le migliori attese del mercato, nonostante un calo del Solvency Ratio più marcato delle attese (il consensus oscillava attorno al 207%), peraltro dovuto a cambiamenti regolamentari già annunciati nei precedenti trimestri oltre che ai bassi tassi di interesse (compensati però dal calo dello spread). Dei due temi, quello della possibile aggregazione con Axa (su cui il direttore generale del gruppo triestino, Frederic de Courtois, si è rifiutato di offrire alcun commento) resta quello maggiormente suggestivo, anche perché Del Vecchio ha già condotto in porto due integrazioni italo-francesi, quelle di Beni Stabili con Fonciere des Regions e quella di Luxottica con Essilor.

Il giudizio degli analisti su Generali

Dal punto di vista fondamentale, peraltro, la prudenza continua a dominare tra gli analisti con ben 17 giudizi neutrali (“hold”) sul titolo Generali, rispetto a sei positivi (di cui però solo due “buy”) e due moderatamente negativi (“underperform”). Da notare che alla chiusura di ieri le quotazioni dell’assicuratore erano già superiori di un 10% abbondante al prezzo obiettivo di consenso, attorno ai 17,4 euro. Vero è che con un P/E di circa 11 volte rispetto agli utili attesi per il 2019 (1,7 euro per azione) e con un dividendo previsto pari a 97 centesimi (dividend yield pari al 5%) il titolo triestino non può dirsi ancora eccessivamente costoso.

Inoltre esaminando nel dettaglio i dati dei nove mesi si nota un miglioramento del Ramo Vita e un Combined Ratio (92,5%) migliore delle attese, segnali che fanno ben sperare per un ulteriore miglioramento dei risultati operativi 2019 e per l’anno venturo. Nel brevissimo e breve periodo il quadro tecnico resta inoltre decisamente positivo e supportato dal tema speculativo di possibili novità sul fronte fusioni e acquisizioni. Ulteriore conferma del momento sì del titolo viene dal mantenersi delle quotazioni sopra la media mobile veloce e di questa sopra la media mobile lenta.

Finché Generali si rimarrà sopra le due medie e queste procederanno distaccate il trend rialzista sarà ben definito. Uno stocastico che ormai sfiora l’ipercomprato e l’indice di forza relativa (Rsi) che già si trova in tale situazione potrebbero tuttavia indurre a qualche momentanea presa di profitto. In questo caso i primi supporti sono indicati in area 18,40-18,30 euro per azione. Ma se i movimenti tra i soci di Mediobanca continueranno non è detto che siano in molti gli investitori disposti a scendere dal treno.

L’andamento di Generali in Borsa negli ultimi 12 mesi

A cura di Luca Spoldi, Cefa, 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

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