Generali spariglia le carte su Cattolica Assicurazioni

La mossa di Generali in soccorso della concorrente Cattolica Assicurazioni con un’iniezione di 300 milioni che porterà il Leone di Trieste a salire al 24,4% del capitale dell’assicuratore veronese sottoscrivendo nuovi titoli a 5,5 euro per azione (contro i 4,8 euro di stamane, col titolo in crescita del 33% rispetto alla chiusura precedente dopo aver superato anche il 40% di rialzo in avvio di seduta) e la disponibilità a sottoscrivere pro-quota anche il successivo aumento da 200 milioni di euro che sarà deliberato a favore di tutti gli azionisti, può intrecciarsi con l’Ops di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca, che potrebbe partire a breve, forse già lunedì 6 luglio?

La risposta è affermativa, visto che la stessa Cattolica, che con Ubi Banca ha un accordo di bancassurance la cui scadenza è stata prorogata dal 30 giugno prossimo al 30 giugno 2021, a fine febbraio aveva raddoppiato (dallo 0,5% all’1,01%) la sua partecipazione in Ubi Banca, aderendo al patto Car, contrario all’offerta avanzata dalla banca guidata da Carlo Messina, investendo almeno una quindicina di milioni nell’impresa.

Generali, d’altra parte, è da sempre nell’orbita di Mediobanca, primo azionista col 12,86% (quota che in teoria dovrebbe prima o poi ridursi al 10% per sottrarsi all’obbligo di dedurre la partecipazione dal calcolo del patrimonio di vigilanza). L’eventuale successo dell’Ops di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca finirebbe col rafforzare, anche, Bper Banca (che prenderà sino a 500 sportelli) e Unipol (cui andranno le attività assicurative degli sportelli ceduti alla banca emiliana, di cui è primo azionista proprio la compagnia bolognese con poco meno del 20%).

Che sia in atto un risiko nel settore bancario-assicurativo italiano è evidente, chi emergerà vincitore meno anche perché nella vicenda molti attori giocano più di un ruolo (Mediobanca agirà come global coordinator dell’aumento che Bper Banca dovrà lanciare per poter rilevare gli sportelli di Intesa Sanpaolo post integrazione con Ubi Banca) o anno soci con piedi in più scarpe (Leonardo Del Vecchio è al contempo azionista di Mediobanca al 9,9% in attesa di potersi portare al 20%, socio di Generali con circa il 5%, quota che potrebbe ugualmente salire, e patron di EssilorLuxottica e storicamente ha avuto in Unicredit, concorrente di Intesa Sanpaolo, un alleato sia per finanziare le sue attività sia per salire in Mediobaanca).

Il giudizio degli analisti su Cattolica Assicurazioni

Detto questo, è consigliabile investire ora in Cattolica Assicurazioni? Difficile rispondere alla domanda: a parte l’evidente appeal speculativo, anche in vista della trasformazione in Spa, dal punto di vista fondamentale Cattolica Assicurazione, mid cap da 630 milioni di euro di capitalizzazione, non sembra convincere più di tanto gli analisti che esprimono 3 giudizi neutrali e 1 negativo al momento, con un target price medio di soli 4 euro per azione, ben distante dai 5,5 euro che Generali ha accettato di pagare per diventare il primo socio dell’assicuratore veronese.

Anche i multipli correnti, superiori a 7,4 volte in termini di P/E, non sembrano lasciare grande spazio per ulteriori rivalutazioni tanto più dato lo scenario ancora incerto sugli impatti dell’epidemia di Covid-19 e sui tempi e portata della successiva fase di ripresa. Fino a ieri anche il quadro tecnico appariva negativo a brevissimo e breve termine e moderatamente negativo anche a medio-lungo termine, tanto da consigliare una strategia ribassista con target a 3,43 euro per azione. Il violento rimbalzo di stamane ha fatto scattare lo stop a 3,80 euro per azione e completamente scompaginato il quadro tecnico che ancora ieri vedeva le quotazioni calate sotto la media mobile veloce (a 7 sedute) e lenta (a 14 sedute).

Solo lo stocastico, prossimo all’ipervenduto, così come l’indicatore di forza relativa (Rsi), nella metà inferiore della sua banda d’oscillazione, lasciavano intravedere la possibilità di un rimbalzo tecnico, chiaramente non ai livelli che si registrano stamane dopo l’annuncio di Generali. Il ritorno d’interesse sul titolo potrebbe ora quanto meno consentire un recupero dei supporti in area 4,60-4,65 forati a metà maggio ed un ritorno anche in area 5,25-5,30 che già a metà e fine aprile aveva costituito una resistenza che Cattolica Assicurazione non era riuscita a superare. Il forte incremento dei volumi odierni (già attorno agli 8,5 milioni di pezzi dopo un’ora e mezza di lavoro) porta a prevedere che le quotazioni si possano mantenere quanto meno nel range sopra detto (4,60-5,30 euro), per l’eventuale ulteriore recupero saranno invece necessarie nuove conferme sia relative all’esecuzione dell’aumento di capitale sia all’andamento del business e all’eventuale partecipazione a pieno titolo al “risiko” finanziario italiano.

Cattolica Assicurazioni in Borsa negli ultimi 12 mesi

A cura di Luca Spoldi, Cefa, 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

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