Gestione attiva: alla ricerca di rendimento

A cura di Hans-Jörg Naumer, Global Head of Capital Markets & Thematic Research, Allianz GI
Nel corso dell‘ultimo Investment Forum, i Chief Investment Officer (CIO) di AllianzGI hanno condotto ampi ed approfonditi dibattiti in merito alle prospettive dei diversi segmenti del mercato. La situazione nel mondo degli investimenti non è semplice, malgrado – o per meglio dire, a causa – dell’ondata di denaro a basso costo che si riversa sui mercati dei capitali globali. Ecco i tre principali punti all’ordine del giorno:
1. Crescita economica: la congiuntura mondiale aveva evidenziato segnali di indebolimento già prima dello scoppio della crisi finanziaria globale. La decelerazione dei trend di crescita è prevalentemente riconducibile agli sviluppi demografici e al modesto aumento della produttività. Non ci aspettiamo tuttavia un’Europa sempre più simile al Giappone, soprattutto poiché nel vecchio continente l’indebitamento del settore privato è molto inferiore a quello del Giappone di inizio anni Novanta e i prezzi immobiliari hanno registrato una ripresa più veloce, due fattori che scongiurano una recessione patrimoniale. Tuttavia, è fondamentale che i Paesi europei non abbandonino la strada delle riforme.
2. Geopolitica: le tensioni in ambito geopolitico sono sempre più forti. Un ritorno alla normalità è alquanto improbabile. Anzi, nel quadro del processo di de-globalizzazione, le lotte per la spartizione della ricchezza a livello mondiale potrebbero rappresentare un ulteriore ostacolo alla crescita.
3. Politica monetaria: la politica monetaria, in quanto “arma miracolosa”, sembra perdere efficacia, come risulta già evidente sui mercati dei capitali. Nonostante la crescita ancora molto rapida della base monetaria globale, da due anni i mercati azionari mondiali evidenziano un andamento laterale. Per di più, lo spazio di manovra in ambito monetario si fa sempre più ristretto. Ecco spiegato il recente cambio di strategia della Bank of Japan. Inoltre, è ormai chiaro che la riduzione dei tassi di riferimento non rappresenti più una soluzione adeguata. In risposta alle recessioni verificatesi dal 1957 in avanti, la Federal Reserve in media ha abbassato i tassi di oltre 600 punti base, per cui questa opzione non risulta ulteriormente percorribile.
Occorre essere consapevoli che realizzare rapidi guadagni sfruttando l’aumento delle quotazioni è molto difficile. Chi desidera conseguire rendimenti deve gestire (o far gestire) il proprio portafoglio in modo attivo e avere una conoscenza profonda dei diversi fattori che influenzano l’andamento dei mercati. Puntare solo sui rialzi dei corsi non basta più. Il contesto con molta probabilità continuerà ad essere caratterizzato da elevata volatilità.

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