Di Fiona Flick, CEO di Unigestion
Oggi, nei mercati finanziari, stiamo assistendo ad un cambio di paradigma relativo a condizioni economiche, politica delle banche centrali e percezioni degli investitori. A nostro avviso, una vera comprensione del potenziale di rendimento del rischio di ogni investimento – e del contributo che può apportare nei portafogli – sarà sempre più importante nel corso del passaggio alla fase successiva del ciclo di mercato
Adattare l’allocazione del rischio ad un quadro macroeconomico in evoluzione
Secondo i nostri indicatori macroeconomici la crescita globale è ormai discontinua tra le regioni e si sta indirizzando verso una fase di incremento inferiore a quella potenziale o addirittura recessiva. Il contesto attuale richiede un approccio all’allocazione del rischio significativamente diverso e molto più selettivo rispetto a quello che ha prevalso negli ultimi 10 anni. Sarà essenziale gestire attivamente il rischio e avere la flessibilità di adattamento necessaria.
In un periodo di decelerazione, asset di crescita come azioni, private equity e credito dovrebbero essere trattati con cautela, poiché il loro rapporto rischio/rendimento sta peggiorando. Durante i rallentamenti precedenti, i titoli di Stato hanno agito come un potente diversificatore, ma il loro potenziale di copertura è ora più limitato in quanto i rendimenti sono già a livelli molto bassi (almeno in Europa). Gli investitori devono ampliare gli strumenti utilizzati per diversificare i loro portafogli in modo da includere una diversa esposizione alle azioni e una maggiore distribuzione ad asset class alternative.
Un approccio prudente agli asset di crescita
Poiché la strada verso un’inversione di mercato può essere lunga e ostacolata da fasi di stress molto frequenti, sarà importante rimanere cautamente investiti in asset di crescita, come le azioni. L’aumento della volatilità e il rallentamento della crescita degli utili potrebbero ridurre nei prossimi anni la propensione degli investitori ad una pura esposizione al beta di mercato, creando una maggiore differenziazione dei rendimenti. Un approccio attivo sarà fondamentale per orientarsi nella transizione. Le strategie passive sono troppo esposte ad eccessi, poiché non prevedono accantonamenti per allocare il rischio e hanno maggiori probabilità di essere investite in posizioni sopravalutate e sovrapposte, soggette a forti correzioni.
In questo contesto, privilegiamo l’investimento in portafogli diversificati di titoli di qualità con valutazioni ragionevoli che saranno meglio posizionati nel passaggio da un ciclo espansivo ad uno recessivo. Raccomandiamo inoltre di implementare in modo dinamico le coperture utilizzando futures e opzioni per ridurre l’esposizione azionaria quando la probabilità di stress di mercato aumenta. Per noi, questo approccio disciplinato di risk budgeting è il modo migliore per catturare i premi di rendimento azionario, garantendo al contempo la resilienza al ribasso, aumentando l’asimmetria positiva dei rendimenti.
Diversificare tramite premi di rischio alternativo
Il vantaggio delle strategie ARP è che eliminano la maggior parte della direzionalità del mercato assumendo posizioni long/short per ottenere un’esposizione più pura ai premi al rischio desiderati, aumentando così i benefici della diversificazione.
Il private equity come fattore di crescita delle performance
Un’allocazione selettiva al private equity offre un forte potenziale per migliorare la performance complessiva di portafoglio. Storicamente, il private equity ha ottenuto buoni risultati a fine ciclo ed è stato un’efficace copertura contro l’aumento (o a picchi inattesi) dell’inflazione. Mentre le valutazioni di società non quotate possono diminuire durante un rallentamento economico, i cali sono generalmente meno pronunciati rispetto a quelli delle società quotate. Inoltre, il private equity è una delle poche asset class che si prevede riesca ad ottenere rendimenti elevati (ad una cifra) nel corso del prossimo ciclo.
Un approccio a lungo termine e contrarian
Tuttavia, questo meccanismo di autoregolamentazione potrebbe essere messo a repentaglio dalla crescita esponenziale delle strategie di investimento rules-based, in particolare quelle passive, smart beta, a parità di rischio e le strategie target volatility. Un’eccessiva omogeneità nelle azioni dei soggetti operanti sul mercato può creare fenomeni di auto-realizzazione che portano ad un investment environment più fragile, in cui le tendenze tendono a persistere più a lungo, ma che spesso vedono anche inversioni più brusche. In questo scenario, riteniamo che gli investitori dovranno accettare errori di tracciamento più elevati e periodi più lunghi di relativa sotto-performance al fine di ottenere sovra-performance nel lungo termine. Gli investitori non devono dimenticare che il rischio di investimento reale che devono affrontare è la perdita del capitale, non l’errore di tracciamento, e che devono prendere decisioni attive per evitare perdite definitive.
Mentre molti investitori affermano di investire a lungo termine, è molto raro che i risultati a breve termine – e le comparazioni tra benchmark a breve termine – non vengano presi in considerazione. L’adozione di un approccio di investimento a lungo termine è una delle poche vere occasioni che gli investitori possono sperare di cogliere. Tuttavia, può essere necessario andare in direzione opposta rispetto alla massa e avere il coraggio di guardare abbastanza lontano.