Gli Usa al primo posto per i Biofarmaci

A cura di Hilda Applbaum, Gestore di portafoglio, di Capital Group
Nel caso delle società biofarmaceutiche, vale il vecchio adagio: per fare soldi bisogna spendere soldi. Nel 2015, le società del comparto biofarmaceutico negli Stati Uniti hanno speso circa USD 33 miliardi in ricerca e sviluppo, facendo la parte del leone sui USD 51 miliardi dell’intera industria farmaceutica. Gli ingenti investimenti in R&D delle società biofarmaceutiche hanno consentito loro di aumentare il proprio contributo al buon andamento dell’economia statunitense, diventando nel contempo leader mondiali nello sviluppo di nuovi trattamenti terapeutici.
La spesa in R&D ha permesso di realizzare un’ampia gamma di farmaci biotecnologici, i cosiddetti biofarmaci, che possono rallentare la progressione di una malattia o, in alcuni casi, curare direttamente la patologia. I biofarmaci sono dispositivi medici incredibilmente complessi, alcuni derivati da geni umani. Nel 2014, i dieci biofarmaci più venduti hanno generato ricavi per USD 73 miliardi, a vantaggio di società come Amgen e Biogen. HUMIRA®, un farmaco iniettabile sviluppato da AbbVie per il trattamento dell’artrite reumatoide, ha guadagnato il primo posto con un fatturato pari a USD 12,5 miliardi.
Gli Stati Uniti sono leader globali nello sviluppo di biofarmaci e ospitano la maggior parte delle più grandi società al mondo che li producono, come Gilead e Amgen. Queste e altre aziende stanno mettendo a punto terapie che contribuiscono a combattere la guerra contro il cancro. Dato che le barriere d’ingresso sono
molto elevate in questo campo, un biofarmaco di successo rappresenta una fonte insolitamente sicura di ricavi ricorrenti a lungo termine per il suo produttore e in alcuni casi questi flussi di cassa vengono utilizzati per remunerare gli investitori sotto forma di dividendi.

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