Grecia, cercare di guadagnare tempo é la migliore soluzione?

A cura di Astrid Schilo, European Economist Exane Bnp Paribas
Nei prossimi mesi, la Grecia si troverà di fronte a sfide importanti:
·         rimborso del debito concesso dall’FMI a partire da maggio;
·         rimborso di un’obbligazione a luglio e ad agosto;
·         trattive per un accordo in merito al pagamento dell’ultima tranche del programma dell’FMI/EU;
·         avvio delle negoziazioni per un terzo programma di aiuti.
Alla luce di tali scadenze, il team Macro di Exane BNP Paribas ritiene che le riserve di liquidità del paese potrebbero esaurirsi al più tardi entro luglio.
Inoltre, in assenza di finanziamenti esterni (un programma di aiuti concesso dall’FMI necessita almeno 3 settimane), il paese potrebbe cercare di recuperare denaro dai governi locali, liquidare gli asset finanziari del governo o vendere asset domestici, decisioni che peserebbe sul supporto mostrato dai cittadini al governo.
Senza contare che la situazione potrebbe aggravarsi qualora la BCE, se dovesse ritenere le banche elleniche non più solvibili, riveda le condizioni dell’ELA (Emergency liquidity assistance).
Grexit: quali le conseguenze? Dato che l’Europa appare irremovibile nelle proprie posizioni, il team Macro di Exane BNP Paribas stima che attualmente la probabilità di un Grexit si attesta al 40%. Sebbene l’impatto nel breve termine sarebbe tamponato dagli acquisti della BCE, su un orizzonte più lungo un evento di tal tipo avrebbe conseguenze negative sull’Eurozona, ed in particolare sul premio per il rischio degli asset dell’area.
Pur non potendo essere considerato un effettivo default del paese, problemi potrebbero verificarsi, secondo Exane BNP Paribas, anche nel caso in cui la Grecia decida di non onorare il suo debito nei confronti dell’FMI dato che il paese verrebbe automaticamente escluso dalla comunità finanziaria internazionale.
Grecia: cosa permetterebbe al paese di far ancora parte della zona Euro? Il team Macro di Exane BNP Paribas ritiene che un default della Grecia non implichi necessariamente un’uscita dall’area Euro: affinché ciò avvenga, il governo greco dovrebbe tornare sui suoi passi e accettare un programma macro, cioè attuare riforme strutturali concordate da creditori internazionali. L’accettazione di tale programma potrebbe essere supportata da un possibile cambio di posizione da parte del governo, che si troverà a corto di liquidità sin dall’estate, nonché dall’opinione pubblica. Appare evidente che, qualora si pervenga a tale risultato, ne risulterebbe un impatto positivo sulle obbligazioni greche nonché su quelle periferiche.
I nostri economisti ritengono, dunque, che la Grecia continuerà a far parte della zona Euro SOLO qualora si riesca a trovare un accordo sulle riforme.

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