Guffanti (Samt): “Il trend dell’azionario ricalca quello l’oro?”

Di Mario Valentino Guffanti, vice presidente Samt (Swiss Association of Market Technicians)

Negli ultimi periodi il mercato azionario è stato caratterizzato da una certa debolezza, ma anche da una spiccata resilienza di fondo. Questo è quello che si può notare da un esame visivo della struttura dei prezzi: ma è sempre opportuno valutare anche la struttura profonda attraverso l’utilizzo di indicatori di forza relativa, momentum e direzionalità. Il mercato azionario attuale mostra alcune similitudini di pattern con quanto è successo sul mercato dell’oro qualche tempo fa.

Nell’immagine che segue, abbiamo due grafici dell’oro su due finestre temporali diverse: la prima è una finestra storica con i prezzi da gennaio 2018 a maggio 2019, mentre la seconda è aggiornata con i prezzi a ieri. Cominciamo con l’analizzare il grafico a sinistra: nel primo riquadro abbiamo il prezzo dell’oro e l’indice di forza relativa del metallo giallo confrontato con l’indice MSCI World (linea azzurra). Nel riquadro centrale abbiamo un oscillatore (MACD), utile per segnalarci eventuali divergenze rispetto al prezzo, e nel riquadro in basso abbiamo un indicatore di direzionalità (ADX). Questo indicatore è adatto per indicarci se il mercato rimane direzionale: venditori e compratori devono rimanere attivi, pena la lateralizzazione della tendenza, oppure la sua prematura fine. L’ADX sopra 20 (colore verde), ci conferma che il mercato è direzionale, e quindi le nostre analisi hanno una maggiore probabilità di successo.

Vediamo di descrivere ora cosa è accaduto in termini di movimento di prezzo utilizzando gli indicatori per darne una interpretazione in termini di tendenze successive. A fine aprile 2018 (1), il prezzo dell’oro ha rotto al ribasso la sua media mobile a 200 giorni (rappresentata dalla linea rossa) ed ha cominciato una discesa in cui i venditori hanno preso il sopravvento: questo è confermato anche dall’ADX, che ha cominciato a salire sopra 20 (l’ADX quando sale indica esclusivamente che c’è direzionalità, ma non la direzione del prezzo). Tra la fine di agosto e quella di settembre i venditori hanno alleggerito la pressione e il mercato ha cominciato a perdere direzionalità (l’ADX è ritornato sotto 20). Nel frattempo, l’indice di forza relativa si è invertito (2), indicando la presenza di un inizio di accumulo da parte dei compratori. Si è quindi verificata una inversione di trend, confermata anche in termini di direzionalità da parte dell’ADX. Successivamente una parte dei compratori ha preso profitto, e questo è stato anticipato dal MACD (3) che ha creato una divergenza con i prezzi (l’indicatore scende non confermando la forza dei prezzi che sono continuati a salire). Si è quindi formato un movimento controciclico che ha creato un pattern di tazza con manico (Cup and handle pattern), che in genere è un pattern di conferma di continuazione del trend. Nel grafico di destra possiamo notare che il trend è in effetti proseguito con una ulteriore gamba rialzista, confermata dall’indice di forza relativa e dall’ADX.

Passiamo ora al secondo grafico a mosaico. Qui ho riportato i prezzi di sei diversi indici azionari, a partire da giugno del 2019, selezionati in base ad alcune caratteristiche che indico di seguito: come possiamo notare, nel mese di luglio, i prezzi hanno avuto una discesa con una successiva salita che non ha creato la solita forma a V, bensì una forma arrotondata molto simile a quella della tazza, ed ora abbiamo avuto nell’ultima settimana una correzione che potrebbe essere il manico. In realtà non ci sono tutti i requisiti per poter definire queste figure come un ben definito e ben formato “cup and handle pattern”, però ci sono, fra i sei mercati azionari selezionati, alcuni che presentano un maggior numero di requisiti già presenti rispetto agli altri.

I primi due riquadri in alto partendo da sinistra, rappresentano gli indici americani S&P 500 e Nasdaq: in questi due mercati nella formazione della parte destra della potenziale tazza, non abbiamo conferme in termini di forza relativa (1a e 1b), e nemmeno in termini di ADX. Negli altri quattro mercati invece queste conferme le abbiamo. Nel primo e terzo riquadro in basso, che rappresentano rispettivamente l’indice OMX svedese e l’indice OBX norvegese, la forza relativa è crescente (2b e 2d), e l’ADX è sopra 20. Nel riquadro in alto a sinistra, che rappresenta l’indice DAX, è presente anche una divergenza positiva sull’oscillatore MACD. Il riquadro centrale in basso, che rappresenta l’indice Euro Stoxx 50, è quello che in termini di forza relativa indica la maggiore affidabilità (2c), in quanto il ratio si appoggia diverse volte sulla linea di tendenza indicando una maggiore stabilità. Inoltre i prezzi hanno, rispetto agli altri quattro indici, pochi valori sotto la media mobile a 200 giorni.

Queste sono tutte analisi di breve termine e quindi vanno considerate come tali: sarà quindi interessante verificare nelle prossime due settimane se ci saranno delle conferme o una negazione dei potenziali pattern.

 

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!