Guffanti (Samt): “S&P 500, ecco come cambiano le correzioni”

Di Mario Valentino Guffanti, vice presidente Samt (Swiss Association of Market Technicians)

In genere nei mercati finanziari intensità e frequenza non vanno molto a braccetto. Eventi con forte intensità (come una caduta di mercato molto profonda ed imprevista), avvengono con bassa frequenza.

Ma cosa accade se la frequenza di questi fenomeni fortemente negativi aumenta nel tempo? Qui sotto ho riportato il grafico dell’indice americano S&P 500 a partire dal 2015. Nella parte inferiore del grafico c’è l’indice VIX, che mi indica l’aspettativa di volatilità legata all’indice S&P 500.

Possiamo notare che quando l’indice VIX arriva ripetutamente attorno al livello di 25, o lo supera, è molto probabile che il mercato azionario subisca correzioni di oltre il -10% (tutte le correzioni oltre al livello del -10% sono state indicate nel grafico con il numero di giorni trascorsi tra inizio della correzione e minimo della stessa).

Mentre nel 2015 abbiamo avuto ben due fenomeni correttivi di oltre il -10%, negli ultimi due anni ne abbiamo avuti quattro, di cui uno ancora in corso.

Nel passato gli interventi governativi e delle banche centrali sono sempre riusciti a recuperare la situazione, complice anche un rallentamento economico che non è mai scivolato in recessione. Potrebbe accadere anche questa volta?

Non sappiamo ancora se si ripeterà il pattern avvenuto negli ultimi anni. Al momento in cui scrivo non siamo ancora in grado di valutare nemmeno se la correzione attuale ha raggiunto il suo minimo. Quello che però possiamo notare nei casi precedenti (salvo la seconda onda correttiva del 2018), è che quando i prezzi trovano un livello di consolidamento, lo vanno a ri-testare una seconda volta (si vedano le frecce nere nel grafico): questo comportamento è da tenere ben presente una volta che i prezzi avranno generato un minimo di periodo importante. Questo fenomeno è legato a quel gruppo di compratori che aspetta un inizio di rialzo per uscire dal mercato in modo da alleggerire dal rischio i propri portafogli.

Un percorso alternativo potrebbe essere invece quello sviluppatosi nel 2018 con due correzioni successive intervallate da un momento di apparente consolidamento.

Se guardiamo un grafico mensile, possiamo notare che la banda inferiore di Bollinger, da me precedentemente indicata nella crisi del 2018 come potenziale punto di arrivo mensile, potrebbe essere riproposta anche in questo caso. Più o meno allo stesso livello troviamo anche un ulteriore supporto creato dalla trendline rialzista che collega i due importanti minimi del 2016 e del 2018 (a).

In conclusione, possiamo affermare che la situazione attuale, vista la frequenza con cui si ripropone, comincia a essere un fenomeno che sta perdendo la sua caratteristica di straordinarietà. Nel passato, una volta formatosi un minimo importante, i prezzi sono tornati a ritestarlo. I futuri sviluppi della correzione attualmente in corso, consigliano di considerare un eventuale livello di supporto per l’S&P 500 attorno a 2.750/2.600 (zona gialla del grafico).

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