Heikin Ashi: una giornata con Dan Valcu organizzata da Trading Library

L’appuntamento è per oggi presso l’Auditorium Bpm di We Bank, in via Massaua 6 a Milano. Trading Library ha organizzato un evento internazionale di un giorno sulle “Heikin Ashi” (qui tutti i dettagli). Dalle 8.45 fino alle 18 si parla quindi di analisi tecnica e di prospettive di mercato, Ospite d’eccezione sarà Dan Valcu, esperto internazionale di strategie e autore del primo libro dedicato a queste straordinarie e semplici tecniche. Membro dell’IFTA (International Federation of Technical Analysis), Valcu è per la prima volta in Italia con uno studio operativo e innovativo dedicato ai pattern con le candele Heikin Ashi. Tra gli altri relatori Fancesco Caruso, Renato Decarolis e Fabio Gaudioso.
Ecco l’invito di Dan Valcu!
 
Ma cosa sono le Heikin Ashi?
Citiamo da Traderpedia:
Heikin ashi è un tipo di raffigurazione delle candele giapponesi che danno senso di smoothing al prezzo poiche’ considerano al posto dei tradizional prezzi OHLC i prezzi medi o i typical price. Alcuni trader le utilizzano come indicatori di trend su grafici a volumi o n-tick perchè puliscono il rumore e mostrano bene il trend primario. Bisogna solo fare attenzione a non farsi forviare dalla raffigurazione grafica perchè la candela potrebbe avere dei prezzi diversi rispetto a quelli reali in quanto non prende valori puntuali ma piuttosto quelli medi.
La costruzione del grafico Heikin-Ashi è molto semplice, i valori di Apertura, Chiusura, Massimo e Minimo vengono sostituiti da altri valori, calcolati nel seguente modo:

  • ChiusuraH =(Apertura + Massimo + Minimo + Chiusura) / 4
  • AperturaH =(AperturaH[1] + ChiusuraH[1]) / 2
  • MassimoH =Max(Massimo, AperturaH, ChiusuraH)
  • MinimoH =Min(Minimo, AperturaH, ChiusuraH)

Appare evidente come il grafico Heikin-Ashi “addolcisca” il grafico candlestick e lo renda più facile da leggere per un neofita. Il grafico che segue propone la stessa serie di prezzi ma con il grafico candlestick tradizionale.
il grafico Heikin-Ashi rappresenta i prezzi in modo più lineare e comprensibile, tuttavia il prezzo da pagare è alto perché nel grafico Heikin-Ashi spariscono i gap dei prezzi e questo per un trader può essere un bel problema poiché ii livelli che un gap delimita si rivelano spesso importanti per il mercato. Questa, se proprio vogliamo trovarne una, è la maggior critica che è possibile muovere a questo grafico.
 
Il primo in Italia ad aver parlato di Heikin Ashi è stato Sandro Giangrandi, collaboratore di Finanza Operativa, in un convegno organizzato a fine anni ’90 a Torino proprio da Trading Library. “Ogni candlestick Heikin Ashi fa riferimento alla candela precedente – spiega Alessandro Giangrandi – Gli effetti sono che una sequenza di body bianchi identifica un trend al rialzo e una di neri uno ribassista. Poi occorre guardare alla conformazione: un trend al rialzo si rafforza in presenza d body bianchi che aumentano di dimensione e in assenza di shadow inferiori, così come un andamento ribassista si rafforza con body neri che aumentano di dimensione e in assenza di shadow superiori. Al tempo stesso, un trend si indebolisce con body che diminuiscono di dimensione e al comparire di shadow sia inferiori sia superiori”.
Altri segnali che si possono cogliere? “La presenza di body sempre più piccoli unitamente alla comparsa di shadow sia inferiori sia superiori segnala un consolidamento – aggiunge Giangrandi – Viceversa, vi sono probabilità di un’inversione del trend qualora emergesse un body piccolo con lunghe shadow sia inferiori sia superiori, tipo i Doji per intenderci, oppure un repentino cambiamento di colore”.
E per quanto riguarda gli indicatori? “Se ne possono costruire esattamente come sulle candele – conclude Giangrandi – Ad esempio HaDelta è la differenza tra close e open con una zona di tensione tra -50 e +50 e una media veloce per smorzare i picchi: gli incroci tra HaDelta e la sua media sono conferme dell’inversione del trend. Oppure il Qstick di Tushar Chande, efinibile come la media mobile della differenza tra close e open e di cui occorre guardale l’incrocio con la linea dello zero”.
Insomma, una tecnica che pur con molti punti di contatto con le classiche candlestick giapponesi, se ne discosta in molti punti. E che quindi vale sicuramente la pena conoscere. M.M.

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