I dieci motivi per cui i mercati azionari africani sovraperformeranno

A cura di Erik Renander, gestore del fondo HI Africa Opportunities di Hedge Invest SGR

Nel più classico dei comportamenti ad “effetto gregge”, gli investitori stanno riversando decine di miliardi di dollari ogni mese negli ETF sull’azionario statunitense, dopo otto anni di mercato toro e un rialzo del 250% dello S&P 500. Nonostante alcune delle valutazioni più alte nella storia, gli investitori vogliono semplicemente entrarci. Questi investitori hanno venduto, e non comprato, azioni durante il crash del 2008 ed esiste un’alta probabilità che stiano commettendo al momento l’errore opposto, cioè comprare sui massimi, ma è più forte di loro. Quindi, volendo fare ciò che un investitore astuto dovrebbe fare, investire dopo il crollo di un mercato, quando il pessimismo è alto e le valutazioni sono attraenti, dove bisognerebbe investire? La risposta, in questo momento, è: in Africa. Questi sono i dieci motivi per cui i mercati africani sono pronti per sovraperformare.

I mercati africani sono crollati. L’indice MSCI Africa Ex-South Africa è sceso del 31% dal settembre 2014, mentre l’MSCI World segna un +28%. La perdita del 31% del primo nasconde perdite più ampie nei mercati locali e nel comparto delle small cap. Per esempio, il mercato azionario nigeriano è sceso del 62% (in dollari US) e quello egiziano del 50%. Le azioni del comparto bancario keniota hanno perso più del 40%. Il mercato ghanese ha raggiunto il picco nel 2013 ed è anch’esso in perdita del 50%. I driver del declino del mercato azionario africano sono stati il crollo del prezzo delle materie prime, la forza del dollaro e i deflussi dai fondi di investimento specializzati in questa area.

Le valutazioni sono molto attraenti. Mentre il mercato statunitense scambia a un rapporto prezzo/utili pari a 18x e l’Europa pari a 16x, molti titoli azionari in Africa sono scambiati a valutazioni storicamente basse. Le maggiori banche del Kenya hanno un rapporto P/E di 6-7x e dividendi del 6-9%. Le banche nigeriane stanno scambiando ad un P/E di 4-6x con profittabilità record e il 20% di coefficiente patrimoniale. Nonostante necessità infrastrutturali tra le più importanti al mondo, le società di costruzione egiziane scambiano a un rapporto di 6x. O forse sarebbe interessante comprare la più grande azienda cementifera africana, con 47 milioni di tonnellate di capacità produttiva l’anno, il 55% di margini di profitti lordi e un consumo di cemento africano a meno del 20% della media globale, il tutto per un prezzo pari a 11x gli utili di quest’anno.

Le infrastrutture africane stanno migliorando rapidamente. Abbiamo sentito tutti parlare della trasformazione del settore delle infrastrutture in Cina, ora è il momento di prestare attenzione all’Africa. I Paesi africani capiscono l’importanza delle infrastrutture e, in tutto il continente, sono in costruzione nuovi aeroporti, strade, porti e centrali elettriche. Quest’anno il Kenya completerà un’autostrada lunga 485km, che connette il porto di Mombasa con Nairobi. Si tratta della prima nuova autostrada in Kenya dal 1924. Il Paese ha anche cominciato la costruzione di un mega-progetto da 20 miliardi di dollari per creare un hub logistico dell’Africa occidentale, nei dintorni del porto di Lamu. Si continua a dire che l’Africa non ha fonti energetiche, ma questa situazione sta cambiando. Con la conclusione di un importante progetto energetico, il prossimo anno, il totale di giga watt creati negli ultimi quattro anni salirà a 17, e la capacità energetica del Paese sarà aumentata del 56%. Si tratta di un processo sorprendentemente rapido. Quella del Sudafrica è un’altra storia di successo, avendo trasformato la mancanza di energia in surplus nelle esportazioni. Il Kenya è attualmente il settimo maggiore produttore al mondo di energia geotermica. Anche gli aeroporti africani stanno migliorando. Ad Addis Abeba sta per essere completato il nuovo terminal e sono stati finalizzati i piani per un nuovo aeroporto, in supporto all’hub dell’Africa orientale della compagnia Ethiopian Airways. I nigeriani esulteranno quando verrà finalmente aperto a Lagos il nuovo terminal internazionale e i kenioti stanno già beneficiando del rinnovamento del Terminal.

Le economie africane si stanno diversificando. La lezione dolorosa da trarre dagli ultimi tre anni è che le economie africane devono impegnarsi maggiormente nella diversificazione, rispetto all’attuale focus sulle esportazioni di materie prime. L’Africa parte da un basso livello e il viaggio sarà lungo, ma alcuni passi sono già stati fatti, in particolare nella sostituzione delle importazioni. Nel 2006 la Nigeria importava il 65% del suo cemento, soprattutto dal Pakistan, ma nel 2017 diventerà un’esportatrice di cemento. Nel 2015, il Paese importava 580.000 tonnellate di riso. Nel 2016 tali importazioni sono diminuite, scendendo a quota 58.000 tonnellate. Dangote Industries sta costruendo una raffineria per produrre diesel, carburante per i jet e fertilizzante ad uso domestico. Ci si aspetta che la raffineria copra tutta la richiesta domestica di carburante della Nigeria e che riduca la domanda di valuta estera del 30%. L’Egitto sta anche per commissionare la sua prima nuova raffineria dagli anni ’60. Oriental Weavers sta comprando nuovi telai e sta vincendo nuovi bandi di fornitura per i maggiori distributori di tappeti di design in Europa e negli Stati Uniti. L’industria automobilistica del Sudafrica continua a crescere e Aspen Pharmacare ha completato uno stabilimento moderno a Port Elizabeth per esportare farmaci generici. Anche il turismo in Kenya e in Sudafrica sta crescendo. In Egitto il turismo è a bassi livelli, ma la sicurezza sta migliorando e gli europei sembrano non resistere al suo sole e ai suoi prezzi attraenti.

I mercati africani beneficeranno dell’economia globale in miglioramento. Stranamente, il rischio maggiore per i mercati sviluppati è un miglioramento nell’attività economica. Le valutazioni attuali per le azioni, le obbligazioni e il real estate scontano tutte bassi tassi di interesse. Che cosa succederebbe se la situazione migliorasse e le banche centrali dovessero fare marcia indietro sui tassi di interesse negativi e sull’acquisto di azioni? Una buona notizia per l’economia sarebbe negativa per i mercati finanziari? Molto probabilmente, sì. Al contrario, i mercati azionari africani depressi, con basse valutazioni e basse aspettative, potrebbero migliorare molto significativamente se la crescita economica accelerasse e gli investitori realizzassero che dovrebbero guardare al di fuori dello S&P 500 per avere ritorni positivi.

L’Africa ha un’esposizione limitata alla bolla ETF. Dal 2013, un trilione di dollari è stato investito in ETF quotati negli Stati Uniti, e il ritmo sta accelerando. Nel 2013, gli afflussi erano di 188 miliardi di dollari, ma nel 2016 erano pari a 287 miliardi di dollari. I flussi in entrata, solo nel primo trimestre del 2017, sono stati di 135 miliardi di dollari. Si tratta di soldi che vanno a finire in una serie di indici, senza un’analisi approfondita dei titoli che li compongono. L’Africa si è persa questa festa degli ETF. Le azioni africane sono generalmente troppo piccole e illiquide per poter essere  incluse nel patrimonio in gestione degli ETF. Inoltre, dopo il declino del mercato azionario degli ultimi tre anni, i fondi africani gestiti attivamente hanno registrato deflussi sostanziali e diversi fondi hanno dovuto chiudere. Per un investitore contrarian questo è un buon segno.

L’Africa sta già prezzando tassi di interesse alti. L’Africa presenta tassi di interesse tra i più alti nel mondo e molto probabilmente questi tassi stanno raggiungendo il picco, per poi scendere. I tassi di interesse di riferimento in Egitto sono pari al 14,75% e in Nigeria al 14%. La Banca Centrale del Kenya ha fissato i tassi ufficiali al 10% e la South African Reserve Bank al 7%. Se i tassi di interesse africani iniziassero a scendere, sarebbe una grande opportunità per le banche locali, per ridurre i loro investimenti in titoli di Stato ad alto rendimento e per aumentare i prestiti alle aziende, al settore immobiliare e alle piccole imprese.

I mercati africani beneficeranno della debolezza del dollaro. Le valute africane si sono indebolite notevolmente negli ultimi tre anni e beneficeranno di qualsiasi debolezza del dollaro americano. Il posizionamento sul dollaro statunitense è uno dei trade di investimento più affollati nel sondaggio mensile sugli investitori di Merryl Lynch. Dal 2014 il valore della lira egiziana è passato da 7 a 18 in riferimento al dollaro. Il valore rispetto al dollaro della naira nigeriana è passato da 160 a 315 ed è probabile che continui a crescere fino a 380. Il rand sudafricano è migliorato molto recentemente, ma è ancora al di sotto del valore del 2014 (di 10,5) rispetto al dollaro. Se il dollaro dovesse cominciare a cambiare direzione, gli investitori africani beneficeranno sia dalla crescita dei mercati che dall’apprezzamento delle valute.

Condizioni politiche in miglioramento. Ci sono state eccezioni e passi indietro, ma la maggior parte degli scenari politici africani sta migliorando. C’è una tendenza sottostante sostenuta dall’IMF, dalla Cina e dal resto del mondo verso una maggiore trasparenza, elezioni libere, economie aperte, deregolamentazione e maggiori scambi all’interno dell’Africa e con il resto del mondo. Forse l’Egitto ha ancora un dittatore, ma questo dittatore è stato eletto democraticamente ed è fortemente focalizzato sul perseguimento del piano del Fondo Monetario Internazionale per migliorare le infrastrutture, semplificare le procedure per avviare un business e portare in pareggio il bilancio pubblico. Sia in Ghana che in Nigeria, i partiti di opposizione hanno vinto le elezioni e hanno rimosso in maniera pacifica i leader in carica da molti anni. In Sudafrica, il partito di opposizione Democratic Alliance sta ottenendo il controllo di città importanti come Cape Town e Johannesburg, con un programma che prevede la riduzione della corruzione ed una maggiore trasparenza per le gare di appalto dei governi. Ancora una volta, si tratta di un processo e ci sono ancora battute d’arresto, ma le cose stanno migliorando gradualmente.

L’Africa è la regione che si sta urbanizzando più velocemente al mondo. Le aziende globali riconoscono l’importanza della popolazione urbana africana in crescita. L’importante progetto energetico egiziano è stato il maggiore ordine nella storia aziendale di Siemens. L’industria tedesca MAN Diesel & Turbo ha molto nuovo lavoro in Africa, tanto che nel 2015 ha aperto una terza sede a Lagos in Nigeria. Huawei, azienda cinese che produce apparecchiature per smartphone, ha recentemente sorpreso i mercati comprando una grande area uffici a Johannesburg per il suo nuovo campus africano. AB InBev ha speso 100 miliardi di dollari per comprare SAB Miller, soprattutto per la posizione dominante che essa ricopre nel mercato africano della birra, dove non aveva ancora una presenza radicata. Nel 2015 l’assicurazione europea AXA ha comprato un pacchetto azionario della nigeriana Mansard Insurance, per ottenere esposizione ad una popolazione di 150 milioni di persone, totalmente non assicurata. Finora, i movimenti verso l’Africa sono stati minimi, se comparati alle opportunità. Per il futuro ci aspettiamo che molte più banche, società di private equity, aziende di beni di consumo e aziende tecnologiche destinino risorse al continente africano. Tutto ciò sarebbe positivo per le valutazioni degli asset finanziari africani.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!