I dividendi delle banche europee sono una trappola?

A cura di Morningstar

Quanto sono sostenibili gli yield delle banche europee? Il rendimento da dividendo offerto dai titoli degli istituti di credito del Vecchio continente è mediamente del 5,4%, superiore a quello del settore a livello globale (4,3%) e anche più alto del mercato azionario europeo nel suo complesso (3,8%). Il rischio, per gli investitori, è quello di cadere in una trappola di valore e di ritrovarsi alla fine senza dividendo e con una perdita in conto capitale. Come fare dunque a orientarsi verso una cedola che sia sostenibile nel tempo?

Per rispondere a questa domanda gli analisti di Morningstar hanno sviluppato un punteggio basato su 5 parametri: profittabilità del business, livello di indebitamento, crescita degli utili, payout ratio e lo spread dei credit default swap del paese di appartenenza.

Come valutare lo yield delle banche

Profittabilità: la redditività del business è il principale indicatore della sostenibilità della cedola poiché esprime la capacità dell’azienda di generare una liquidità sufficiente a finanziare lo stacco del dividendo. Per questo motivo viene presa in considerazione la media del Roe (Return of equity) degli ultimi tre anni e il Roe medio atteso nei prossimi tre.

Payout ratio: l’investitore deve prestare molta attenzione a questo dato. A volta le società deliberano un dividendo straordinario per distribuire agli azionisti un surplus particolarmente elevato e inatteso, per questo nelle loro valutazioni gli analisti prendono in esame la media degli ultimi tre payout e quello atteso per i prossimi tre (considerando solo i dividendi ordinari).

Crescita degli utili per azione: questo valore misura la capacità dell’azienda di generare la liquidità necessaria a sostenere l’attuale politica di dividendo. Più è alta, più sostenibile sarà la cedola. Nell’analisi di Morningstar si considera il tasso di crescita medio degli Eps (utili per azione) per i prossimi tre anni.

Leva finanziaria: l’elevato grado di indebitamento può costringere l’azienda a rafforzare la stabilità patrimoniale attraverso il taglio del dividendo o l’emissione di nuove azioni. Due scelte che impattano direttamente sullo yield dell’azionista.

Spread dei credit defaut swap (Cds): è il dato che rappresenta la variabile paese. Gli istituti di credito sono solitamente grossi sottoscrittori di titoli di Stato domestici e la probabilità che l’emittente possa risultare insolvente (misurata dallo spread sui Cds) è una minaccia alla stabilità finanziaria della banca e dunque a quella del dividendo.

Le tre migliori banche

La valutazione fatta dagli analisti relativamente agli istituti di credito europei coperti dall’analisi Morningstar premia in particolar modo i titoli Ubs Group, Lloyds Banking Group e Svenska Handelsbanken.

Ubs Group ha un dividend yield del 5,67% e al momento è scambiata a un rapporto Prezzo/Fair value di 0,73 (che le vale un rating Morningstar di 4 stelle). La banca beneficia del basso credit default spread della svizzera, considerato uno dei sistemi bancari più a basso rischio in Europa, e presenta un tasso di crescita atteso degli utili superiore alla media. Il gruppo finanziario è uno dei pochi all’interno del settore ad avere un programma di riacquisto di azioni proprie che è una delle migliori forme di garanzia sul dividendo futuro.

Handelsbanken ha uno yield del 5,7% ed è scambiata al momento a un tasso di sconto superiore al 10% rispetto al fair value di 110 corone svedesi (report aggiornato al 5 novembre 2019). La banca svedese ha da sempre adottato una politica di crescita molto prudente e questo è uno dei fattori che ha contribuito alla stabilità della sua cedola. Il gruppo paga nel sistema di scoring il livello elevato del suo payout ratio, ma questo è compensato dall’alta profittabilità del business e dalla solidità del suo patrimonio.

Lloyds è tra le migliori banche in base ai parametri di profittabilità e crescita degli utili per azione. Inoltre, la stabilità del suo patrimonio è garantita da un livello del Common Equity Tier 1 sufficientemente più alto rispetto ai vincoli imposti dalle autorità europee. Il titolo garantisce un dividend yield del 5,79% ed è scambiato a un rapporto Prezzo/Fair value di 0,71.

Banche con cedola a rischio

Société Générale ha un elevato livello di indebitamento. Le sue perdite su crediti sono molto basse, dunque potrebbero solo salire. Inoltre, il gruppo ha una politica di dividendo rigida caratterizzata da un livello minimo di payout, che secondo gli analisti potrebbe mettere a rischio la sostenibilità dell’attuale cedola. Le preoccupazioni intorno a Natixis sono legate essenzialmente al suo elevato payout ratio (80% degli utili nel periodo 2014-17). Stesso discorso per Intesa Sanpaolo che però ha recentemente annunciato l’intenzione di ridurre il payout ratio dall’85% del 2018 al 70% nel 2021. Commerzbank ha invece recentemente ripreso a pagare dividendo ma, a causa della sua bassa redditività e della irregolarità con la quale da gestito la sua politica di distribuzione degli utili in passato, la sua cedola è ritenuta poco sicura.

Come si comportano le italiane

Le banche italiane pagano il fattore ambientale. Il sistema di scoring adottato dagli analisti tiene in considerazione il rischio di operare in un Paese caratterizzato da forte incertezza, per questo lo spread dei Cds Italia è di gran lunga il più alto rispetto a quello degli altri paesi in cui sono domiciliate le altre banche coperte dall’analisi Morningstar. Tra gli istituti di credito italiani retati, Mediobanca è quello meglio posizionato grazie al suo basso livello di indebitamento e a uno yield del 4,5%. Al contrario Unicredit (yield del 2,14%) ha un grado di leva finanziaria superiore alla media. Il rendimento da dividendo offerto di Intesa Sanpaolo è il più elevato (8,41%), ma è giudicato quello a maggior rischio nonostante una crescita degli utili superiore alla media.

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