I fondamentali non bastano. Nemmeno a Wall Street

L’ultima stagione delle trimestrali Usa non ha sinora di certo deluso le aspettative degli investitori grazie a una crescita dei profitti aziendali tra le migliori da dieci anni a questa parte. Tuttavia,  questa forza dei fondamentali non ha frenato gli operatori dal ridurre la propria esposizione. Ed è proprio questo uno dei segnali più allarmanti: “Mediamente le azioni dell’S&P 500 registrano utili in ascesa a un tasso circa doppio rispetto ala media storica, per contro l’indice stesso ha azzerato tutti i guadagni da inizio anno  con chiusure in ribasso in 19 su 25 delle ultime sedute, arrivando a cedere quasi il 10% dal picco di settembre – avvertono gli analisti di Wings Partner Sim. Le ragioni principali? “Inflazione e interessi più alti ridurranno i margini operativi”.

Tuttavia, fanno notare da Wings Partner Sim ci sono anche motivi strettamente legati al trading: “Negli ultimi anni una delle strategie più utilizzate è stata la vendita di opzioni put, incassando un premio e accumulando profitti sul mercato e, allo stesso tempo, alimentando i rialzi. La discesa del sottostante e l’incremento della volatilità potrebbe quindiessere stata la causa delle recenti vendite per coprire il rischio di perdite su questo tipo di operatività che determina un incremento dell’esposizione in caso di discesa dei prezzi”.

Non solo. Un altra motivazione della discesa a cui stiamo assistendo potrebbe essere spiagabile con il ritiro degli investimenti esteri, viste le problematiche di Washington con molti Paesi che avevano in precedenza spostato capitali verso gli Usa.

Di fronte a questo scenario, Morgan Stanley avverte che l’attuale trend ribassista è destinato a proseguire, con un probabile ribilanciamento dei portafogli in ottica più conservativa che porterà a una riduzione della componente azionaria ritenuta a rischio più elevato in caso di turbolenza sui mercati finanziari.

Ma non bisogna disperare: la stessa banca d’affari Usa suggerisce di continuare a privilegiare compagnie con minor esposizione al debito e maggiori liquidità, che hanno probabilità minore di risentire di difficoltà nel finanziamento e risentire dell’aumento dei costi ad esso relativi.

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