I mercati europei sono entrati in una fase di turbolenza

A cura di Franz Weis, Managing Director e Co Responsabile delle strategie azionarie Europee di Comgest

Negli ultimi mesi si è utilizzata spesso la parola “senza precedenti” per indicare la crisi attuale, molto diversa rispetto a quelle passate: è la più grande pandemia dopo l’influenza spagnola di un secolo fa, è la più grande contrazione economica dalla depressione degli anni ’30 (i dati sulla disoccupazione negli Stati Uniti si stanno avvicinando ai massimi di allora), il sostegno di banche centrali e governo è a livelli mai registrati. Gli Stati Uniti stanno accumulando un debito pari al 15% del Pil, cinque volte superiore al dato della crisi finanziaria del 2009.

La crisi attuale è senza precedenti per sua natura. Contrariamente ai dissesti più recenti, le misure di contenimento hanno innescato una crisi dell’offerta: i negozi, i ristoranti e i bar sono rimasti chiusi, gli studi medici si occupano solamente delle emergenze, quasi tutti gli aerei non possono più volare e le catene di fornitura globali sono interrotte. Ad esempio, le forniture per l’industria delle compagnie aeree sono in rosso dato che il 90% degli aerei è a terra.

Successivamente subentra uno shock lato domanda, anche se in questa fase è ancora difficile da valutare. I budget di spesa aziendali vengono tagliati, ma in che misura? Cosa significa un aumento della disoccupazione al 20% negli Usa per la spesa delle famiglie? Le persone si sentiranno di nuovo a proprio agio a viaggiare senza vaccino? Quando sarà disponibile un vaccino? Purtroppo, non c’è ancora una risposta a queste domande ma le loro conseguenze hanno un forte impatto sull’economia.

La crisi non ha precedenti anche per la sua velocità. Rimanendo nel settore aereo, la Iata, l’associazione delle compagnie aeree, ha dovuto rivedere al ribasso le sue previsioni di crescita del traffico passeggeri: da un traffico piatto al -50% in un lasso di tempo brevissimo.

Infine, l’entità della crisi è insolita. Considerando il trasporto aereo, l’industria vivrà due o tre mesi con ricavi pari a zero. Il traffico Iata è cresciuto di circa il 4,5% negli ultimi decenni, pur con alcune interruzioni lungo il percorso (pensiamo all’11 settembre e alla Grande crisi finanziaria del 2008). Una contrazione del traffico di tale portata, tuttavia, non si è mai sperimentata.

Analizzando le conseguenze a lungo termine, possiamo suddividere le società in tre gruppi: il primo in cui la crisi non ha nessun impatto reale, ma addirittura positivo come il settore sanitario e dei rivenditori di generi alimentari. Il secondo gruppo in cui vedono qualche cambiamento, ma nessun impatto a lungo termine. Il terzo gruppo è influenzato in modo significativo.

Il settore in cui è probabile che si verifichino i maggiori cambiamenti è quello delle compagnie aeree, detenere un bilancio solido sarà la chiave della loro sopravvivenza. Questo vale in particolare per Ryanair, che presenta quattro miliardi di euro di liquidità in bilancio che, secondo le nostre stime, soddisfano il fabbisogno di liquidità della compagnia per un intero anno senza far volare un singolo aereo. Lo stesso vale per Wizz Air.

Nel secondo gruppo, le società che risentono di un certo impatto ma per le quali i cambiamenti possono essere non solo una minaccia ma anche un’opportunità. Aziende software come Dassault Systemes, ad esempio, con il 70% del fatturato di natura ricorrente e una crescita attesa per l’anno pari al 5%. Nonostante la marcata flessione sul fronte delle nuove licenze, le vendite complessive registrano solamente un lieve calo. Sap e Temenos potrebbero addirittura avere una crescita dei ricavi.

Alcune aziende prosperano sulla loro agilità, sulla loro capacità di adattamento. Questo è il caso, in particolare, di un’azienda come Inditex, la cui attività si basa su tempi di produzione brevi, il che significa che possono adattare le loro collezioni con un breve preavviso. Utile quando d’improvviso le persone non comprano più costumi da bagno e infradito, ma piuttosto abbigliamento per il tempo libero e tute da ginnastica.

Inoltre, è ancora poco chiaro come sarà il futuro del fast fashion. I negozi torneranno ad avere lo stesso numero di clientela? O si tenderà ad un passaggio verso il canale on-line? Per esempio, la scorsa settimana, H&M ha annunciato di aver chiuso il 60% dei negozi, ma le vendite online sono cresciute del 32%. Interessante anche l’esempio di un negozio di Hermes a Guangjou: 2,5 milioni di euro di vendite in un giorno (l’equivalente di un mese), esempio emblematico di “revenge spending”. L’attività sta tornando, ma nella maggior parte dei casi rimane al di sotto dei livelli dell’anno precedente.

Altre società offrono soluzioni alla crisi come Roche, il cui farmaco (Actemra) è in fase di sperimentazione per i malati Covid 19 – oltre a un test diagnostico Covid. Anche Ambu fornisce maschere di respirazione agli ospedali e nell’ultimo trimestre ha superato in modo significativo il consenso del mercato.

Infine, molte aziende stanno reagendo rapidamente alla crisi, attraverso misure di mitigazione dei costi e cogliendo nuove opportunità. Nel giro di poche settimane Eurofins ha sviluppato una serie di test per Covid 19 mentre Lonza si sta attrezzando per aiutare le aziende farmaceutiche a produrre un vaccino non appena sarà approvato.

Al di là della visibilità intrinseca che molte delle aziende in portafoglio possono permettersi, abbiamo osservato le realtà sempre da vicino. Il quadro è estremamente sfocato e in continuo cambiamento, ma restando il più possibile attenti agli eventi mentre si svolgono, dovremmo essere in grado di ottenere una maggiore visibilità. Budweiser, ad esempio, ha notato che le vendite nei ristoranti a seguito della riapertura in Asia sono già tornate ai livelli dell’anno precedente alla fine di aprile.

Noi di Comgest gestiamo portafogli europei da oltre 30 anni e ci siamo costantemente affidati a diversi fattori di input: i fatti concreti e verificabili sul modello di business, sulla contabilità e sulle posizioni competitive, un’analisi delle tendenze passate, che ci permette di anticipare quelle future considerando i cambiamenti nelle dinamiche dell’industria, di mercato, dell’ambiente competitivo. Infine, produciamo analisi di scenario, assegnando le probabilità ai diversi risultati.

Nella crisi attuale, ci troviamo in una fitta nebbia, con grandi difficoltà ad anticipare le tendenze future. Tuttavia, il fattore chiave per la nostra analisi restano i fatti concreti. Prevedere il 2020 è quasi impossibile, nessuno conosce come sarà l’economia nel 2021, si riconosce solo che gli utili diminuiranno. Tuttavia, guardando ai fatti concreti delle società, ovvero la loro stabilità finanziaria e la sostenibilità dei loro modelli di business si può capire come riusciranno ad affrontare la crisi attuale.

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