I mercati riflettono su risultati migliori delle aspettative

A cura di Stéphane Monier, Chief Investment Officer, Banque Lombard Odier & Cie SA

Le attese per i risultati finanziari erano talmente basse che un certo numero di aziende sono state premiate per aver fatto poco più del necessario. Inoltre, è evidente che, date le incertezze a livello globale, le aziende non vedono alcun motivo per aumentare la guidance per il resto dell’anno. Questo elemento è in contrasto con gli utili registrati nel terzo trimestre, quando le aziende sono state punite dai mercati per aver fornito guidance, utili e ricavi tutt’altro che solidi.

Un sondaggio sui Fund Managers condotto a livello globale e pubblicato il mese scorso ha evidenziato che il 60% degli investitori si aspetta un’economia più debole nel corso del prossimo anno, il dato più basso raccolto da luglio 2008, due mesi prima del fallimento di Lehman Brothers. Il sondaggio evidenzia una “stagnazione secolare” con una crescita al di sotto del trend piuttosto che una recessione.

Questo non desta sorprese visto il contesto di mercati in calo al quale abbiamo assistito alla fine del 2018. Il calo globale del 13% registrato dai mercati azionari nell’ultimo trimestre del 2018 è stato il peggior declino riportato nel pari periodo dal 2011. Il calo di dicembre dell’indice S&P500 è stato addirittura il peggiore mai registrato da dicembre del 1931. Questa flessione è stata poi seguita da un rally del 7,76% dell’MSCI World Index e di oltre l’8% dell’S&P500 dall’inizio dell’anno ad oggi, lasciando molti investitori in una fase attendista. Con alcuni risultati aziendali che hanno portato all’aumento dei prezzi azionari, i dati trimestrali delle imprese sembrano essere più una reazione di fine anno piuttosto che un riflesso delle valutazioni per il 2019 che, tuttavia, non sembrano indicare una recessione nel 2019 (grafico 1).

Gli investitori si stanno concentrando su tre potenziali minacce. In primo luogo, e anche quella più immediatamente, la potenziale seconda rottura nel governo americano, che potrebbe verificarsi già il 15 febbraio per via di un mancato accordo tra il Presidente e i democratici su come gestire la volontà del presidente di Trump di costruire un muro al confine con il Messico. In secondo luogo, il fatto che non sono previsti incontri face-to-face tra Stati Uniti e Cina prima della deadline del 1° marzo per un aumento delle tariffe commerciali. Infine, l’incertezza politica del Regno Unito in merito alla scadenza del 29 marzo per raggiungere un accordo con l’Unione Europea sulla Brexit.

 

I risultati negli Stati Uniti, Europa, Giappone e Mercati Emergenti

Le azioni FAANG (Facebook, Amazon, Apple, Netflix e Google) hanno ampiamente battuto le attese, mentre le imprese del settore dei semiconduttori, retail, healthcare e biotecnologie hanno riportato risultati deludenti. I guadagni e i ricavi di Alphabet, la holding di Google Inc., hanno battuto le attese ma il titolo ha perso terreno in seguito alla pubblicazione dei risultati. Twitter ha registrato guadagni e ricavi superiori alle superiori alle attese, ma la guidance che vede le spese in aumento ha, invece, deluso il mercato.

Nel settore industriale, le stime sono leggermente in calo, in linea con le previsioni di un rallentamento nel 2019, mentre i mercati emergenti, in particolare India e Brasile, offrono un certo grado di crescita. Il settore healthcare ha sottoperformato rispetto ai mercati più ampi, con guidance più inferiori del previsto, fattore al quale si uniscono anche una serie di incertezze in materia di prezzi, politica, pipeline e fusioni. Nei settori del software e dei servizi IT, Apple ha sorpreso il mercato lanciando un profit warning all’inizio dell’anno, prima di riportare un calo del 5% delle vendite totali a fine gennaio. È interessante notare che dal profit warning dei primi di gennaio le azioni della società hanno guadagnato il 20%.

Molte società dell’indice S&P 500, tra cui Netflix Inc., Delta Air Lines Inc. ed Estée Lauder Cos., non sono riuscite a raggiungere le previsioni degli utili del primo trimestre a causa del peggioramento delle prospettive dell’economia globale e dell’incertezza sulla politica commerciale tra Stati Uniti e Cina.

Qualsiasi segnale che indichi un’escalation della controversia commerciale tra Stati Uniti e la Cina andrebbe a supportare alcuni settori, come quello manifatturiero, in particolare quello dei macchinari, minerario, dei metalli, automobilistico e aerospaziale, solo per citarne alcuni.  Al contrario, se le tensioni tra Stati Uniti e Cina dovessero ridursi, sarebbe opportuno avere una più ampia esposizione alle azioni statunitensi, rispetto al resto del mondo.

Previsioni sull’Utile per Azione (EPS)

Secondo i dati di Bloomberg, il consenso dell’utile per azione (EPS) per il 2019 indica una crescita del 5% tra le aziende dell’S&P500. Ciò fornirebbe dei rendimenti abbastanza buoni nel 2019, ma è comunque dipendente dall’impatto che gli eventi chiave di quest’anno hanno sull’economia globale. L’outlook per lo STOXX Europe 600, con una crescita del 9%, è meno affidabile e probabilmente sarà rivisto al ribasso. Nel frattempo, l’EPS del Japan TOPIX dovrebbe aumentare dell’1% e la performance dell’MSCI Emerging Markets dovrebbe salire del 5%.

La Federal Reserve (Fed) ha rassicurato i mercati rimuovendo i bias sull’aumento dei tassi nella sua dichiarazione di gennaio. Il rimbalzo delle azioni non ha oggettivamente seguito il suo corso e, se quest’anno i mercati dovessero rivelarsi più solidi, non si può escludere un ulteriore incremento dei tassi di interesse da parte della Fed. La performance dell’indice S&P 500 è ancora al disotto del 7% rispetto ai massimi di settembre e se gli utili continueranno a crescere – anche se a un ritmo più lento rispetto al 2018 – ci sono buone possibilità di una revisione di tale percentuale. Tuttavia, a brevissimo termine, ci aspettiamo un periodo di consolidamento per i mercati.

L’attenzione mostrata dalla comunità di analisti nell’ultimo periodo delle trimestrali potrebbe persistere anche nel primo trimestre del 2019. Se viene scongiurata un’altra rottura in seno al governo statunitense, se non peggiorano le relazioni commerciali USA-Cina e se il Regno Unito dovesse trovare un modo per evitare che non si giunga a un accordo sulla Brexit, il calo delle attese potrebbe nuovamente premiare i titoli delle aziende che riportano guadagni positivi e outlook più fiduciosi.

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