I prezzi delle case iniziano a rallentare a livello mondiale, ecco perché

A cura di Idealista.it

Da Amsterdam a Parigi, Sydney o Madrid, i prezzi delle case nelle principali città del mondo non hanno smesso di crescere negli ultimi anni. Dieci anni dopo lo scoppio della crisi finanziaria, i prezzi delle abitazioni sono aumentati in media del 56% dal minimo. E in 14 città il prezzo è superiore al massimo prima della crisi, in media del 45%.

L’Economist ha elaborato un indice dei prezzi secondo il quale il mercato immobiliare è vicino a un punto di svolta. In 22 delle 44 principali città del mondo analizzate il prezzo delle abitazioni ha subito un rallentamento, dal 6,2% di 12 mesi fa all’attuale 4,7%. E in sei città i prezzi sono scesi rispetto ai massimi.

L’Economist ha confrontato il prezzo delle case con gli affitti e il reddito medio delle famiglie per capire se il costo delle abitazioni sia giustificato o meno. Se nel lungo periodo il prezzo delle case aumenta più rapidamente rispetto agli affitti o al reddito delle famiglie, si verifica una situazione insostenibile.

Le tre ragioni fornite dal settimanale economico britannico per spiegare perché il boom immobiliare potrebbe arrivare alla fine sono la domanda, l’offerta e il prezzo del denaro.

Domanda: negli ultimi anni c’è stato un vero e proprio esodo della popolazione nelle città. Ad esempio, oltre un terzo degli abitanti di Londra è nata all’estero e a Toronto è più della metà. In 22 delle città analizzate la popolazione è aumentata in media del 12% nell’ultimo decennio. Un’altra spinta alla domanda arriva dagli investitori stranieri. Auckland, Londra, Sydney e Vancouver hanno attratto grandi investimenti, specialmente dalla Cina.

Tuttavia, secondo l’Economist la crescita della popolazione nelle città globalizzate inizierà presto a rallentare. Uno dei motivi per cui le persone smetteranno di spostarsi in massa nelle grandi città sarà la difficoltà di ingresso. Vancouver, ad esempio, ha impedito agli stranieri di acquistare una casa. L’Australia ha aumentato le tasse sull’acquisto di abitazioni per non residenti e la Nuova Zelanda ha vietato agli stranieri l’acquisto di beni immobili.

Offerta: non ci sono più così tante case nuove nelle principali città del mondo. A Londra la popolazione è cresciuta quasi due volte più velocemente rispetto allo stock abitativo. Quindi, confrontando le nuove abitazioni con la crescita della popolazione, si nota che nell’ultimo decennio ci sono 10 città con un deficit di 28.000 abitazioni all’anno.

La politica monetaria delle banche centrali: dallo scoppio della crisi finanziaria la politica lassista delle principali banche centrali del mondo ha reso i mutui estremamente convenienti. Ciò ha fatto sì che il denaro a basso costo abbia ridotto il rendimento delle obbligazioni, spingendo gli investitori verso altre attività, principalmente verso il settore immobiliare.

Ma un nuovo ciclo di rialzi dei tassi è già iniziato. Negli Stati Uniti la banca centrale ha aumentato il prezzo del denaro più volte e in Europa la Banca centrale europea si prepara a fare un primo rialzo a settembre 2019, secondo le previsioni del mercato. Sarebbe il primo aumento in 8 anni. L’ultima volta in cui la Bce ha rivisto il prezzo del denaro è stata infatti nell’ottobre 2011.


 

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