I ribassi a Piazza Affari non sono finiti. Ma non mancano le occasioni

Intervista di Davide Pantaleo (TrendOnline) a Gianluigi Raimondi, analista tecnico e co-fondatore di Finanzaoperativa.com del 16 giugno 2016

L’indice Ftse Mib è ormai ad un passo dai minimi dell’anno, complici i timori sulla Brexit e la delusione per il nulla di fatto della Bank of Japan. Dai livelli attuali si aspetta un recupero o una rottura al ribasso dei minimi annui?
L’indice Ftse Mib si sta rapidamente ai 15.770 punti, corrispondenti ai minimi dell’anno e personalmente penso che questo livello potrebbe essere non solo testato, ma anche violato al ribasso. Non è da escludere che si possa anche assistere ad una falsa rottura, ossia in caso di sfondamento al ribasso dei 15.770 punti i corsi potrebbero ulteriormente correggere per poi tornare a salire. Non è facile dire se il recupero sarà solo in ottica di breve termine o se si assisterà ad un’inversione di rotta che porterà ad intraprendere uno stabile trend ascendente.
La seconda ipotesi sarà avvalorata non già dalla riconquista di area 16.500, ma solo dalla chiusura del gap al ribasso lasciato aperto lo scorso 10 giugno. Per avere delle conferme di un’inversione l’indice ne dovrà fare di strada e dovrà passare ancora del tempo perchè si possa tornare al di sopra di area 17.000. Nel caso in cui l’area dei 15.750/15.700 non dovesse reggere l’urto ribassista, il Ftse Mib potrebbe continuare a perdere terreno magari dopo una fase laterale. Al ribasso gli obiettivi sono a 15.500 prima e a 15.250 punti in un secondo momento.
Nel breve la mia view è ribassista in attesa di vedere se l’indice sarà in grado o meno di tentare l’inversione di cui parlavamo prima.

Nel settore bancario come valuta l’attuale impostazione di Banco Popolare e di Banca Popolare di Milano? Quali strategie ci può suggerire per questi due titoli?

Per analizzare Banco Popolare bisogna settare il grafico su base weekly visti i livelli raggiunti. Il titolo è ampiamente in territorio di ipervenduto, ma il recente aumento dei volumi di scambio potrebbe indicare che i ribassi non siano ancora esauriti. In quest’ottica guarderei in primis all’area dei 2,25 euro e successivamente alla soglia dei 2 euro. Una credibile inversione di tendenza si avrebbe solo in caso di incrocio al rialzo dei corsi con la media mobile a 21 sedute che al momento transita a quota 3,1 euro. In tal caso avremo un primo target a 4,05 euro e in seguito a 4,75 euro.

Banca Popolare di Milano presenta una situazione analoga a quella di Banco Popolare. Gli indicatori tecnici sono ormai in zona di ipervenduto e questo potrebbe allettare qualcuno per tentare qualche rimbalzo, ma c’è l’incremento dei volumi a segnalare che la discesa potrebbe non essere ancora finita. In ottica ribassista il titolo potrebbe arrivare a segnare nuovi minimi a 0,35 euro prima e sotto 0,3 euro in un secondo momento.  Un’inversione al rialzo sarebbe credibile solo con un ritorno al di sopra di quota 0,5 euro, dove passa la media mobile a 21 sedute e la resistenza statica a medio termine.

Telecom Italia si sta avvicinando progressivamente all’area di 0,7 euro. I prezzi attuali sono un’occasione di acquisto per il titolo?

Telecom Italia in questa fase sta testando a quota 0,735 euro un importante supporto statico di lungo termine che coincide con i minimi intraday segnati il 16 ottobre 2014. Si tratta di un ultimo baluardo e se questo si dimostrerà un valido livello di supporto, potrebbe favorire un’inversione dei corsi con target a 0,8 euro prima e a 0,9 euro in un secondo momento. Sotto area 0,735 euro avremo ulteriori vendite che porteranno a segnare nuovi minimi sotto quota 0,7 euro. Al momento però confido più in un rimbalzo anche perchè i volumi si stano affievolendo e c’è un forte ipervenduto.

Ci sono dei titoli che sta seguendo con più interesse di altri in questa fase di mercato?

Segnalo in primis Exor che, a differenza di altre blue chips, si sta al momento mantenendo al di sopra del supporto statico di medio termine posto a quota 30 euro. Su questo livello il titolo potrebbe disegnare un triplo minimo e in seguito tentare un rimbalzo, con primo target a 33,3 euro prima, area dove si incrociano al momento le medie mobili a 21 e a 50 giorni, per poi proseguire verso 34,45 euro, massimo dello scorso 30 maggio. Oltre questi livelli si sposterà l’attenzione sui 36,6 euro, mentre sotto quota 30 euro, che diventa stop loss da adottare in maniera molto rigida, si profilerà un nuovo ribasso verso 28,9 euro prima e in seguito verso i 27 euro.

Uno sguardo anche a Ferrari che si sta appoggiando sul supporto dinamico di medio termine che al momento passa in area 36,35 euro. Se questo si mostrerà un valido sostegno, il titolo potrebbe rimbalzare e tornare in prima battuta in area 38 euro per poi salire fino a 38,2 euro, oltre cui avrà campo libero per un allungo fino alla soglia dei 40 euro.
Sotto i 35,5 euro bisognerà guardare ai 33,5 euro prima e in seguito ai 32,5 euro, ma personalmente sono più propenso per un rimbalzo di Ferrari nel breve.

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