I segnali macroeconomici risvegliano i falchi tedeschi

A cura di Vontobel Certificati

In Germania l’economia è tornata a correre. L’ultimo scorcio del 2016 ha regalato alla principale economia europea una serie di dati macroeconomici incoraggianti, apprezzati dagli operatori finanziari che hanno messo in luce la combinazione positiva fra crescita del livello generale dei prezzi e della produzione industriale. La rilevazione PMI sulla manifattura è salita a 55,6 punti, il livello più alto dal gennaio del 2014, rafforzando ancor di più le basi su cui poggia il dato finale della crescita del Pil 2016 pari al +1,9% rispetto all’anno precedente.

Dal punto di vista dei prezzi l’inflazione interna è tornata a galoppare nel mese di dicembre (+1,7% m/m), raggiungendo livelli che non si vedevano dall’agosto del 2013. L’insieme di questi elementi ha fatto scattare alcune pressioni all’interno del quadro politico ed economico tedesco, relativamente alle attuali politiche monetarie attuate dalla Banca Centrale Europea.

Secondo i critici degli stimoli fiscali, gli obiettivi dell’Eurotower sarebbero stati raggiunti e non vi sarebbe più alcun motivo per continuare con il programma di stimolo monetario in atto. Nella riunione di giovedì 19 il presidente Mario Draghi ha gestito i delicati equilibri fra le differenti posizioni all’interno del Consiglio direttivo, rimarcando a chiare lettere l’indipendenza dell’istituto nei confronti della politica da un lato, e la visione globale che l’Eurotower ha sull’Eurozona dall’altro.

In questo quadro alcuni economisti intravedono delle note stonate all’interno dello spartito tedesco. Il calo di fiducia fra analisti investitori, misurato dall’indice Zew che a gennaio si è attestato a 16,6 punti al di sotto delle previsioni per la prima volta dallo scorso settembre, ne è una prima avvisaglia. Si presenta dunque un 2017 che sarà scandito dalla dialettica fra queste due posizioni all’interno della Bce ma anche nel quadro politico nazionale della Germania. Con una pressione crescente che si riverbera sul rendimento del Bund decennale, tornato a ridosso dello 0,40%, che rappresenta il livello massimo dal 28 gennaio 2016.

Il mese di gennaio per il Dax è stato caratterizzato da una fase di lateralità all’interno del rettangolo delimitato da 11.409 e 11.637 punti. Questa fase ha permesso all’indice di scaricare le pressioni in acquisto dopo il veloce allungo tecnico registrato a dicembre, con il quale sono state rotte due importanti resistenze di matrice statica a 10.800 punti e 11.409 punti. La forza rialzista è stata stemperata dalla presenza di una coriacea barriera a 11.637 punti, che al momento rappresenta il più importante ostacolo nella corsa verso i 12mila punti. Nuove opportunità di acquisto sul basket potrebbe sorgere su ritorni in area 11.490 punti, con target primario a 11.787 e finale a 12.000 punti. Stop sotto 11.400 punti. Al di sotto di quest’ultimo sostegno, invece, si avrebbe un deterioramento dello scenario tecnico con l’indice che nel medio periodo potrebbe andare a testare il cambio di stato della ex resistenza a 10.800 punti.

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Dax grafici tecnici

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