Idee per investimenti alternativi

A cura di Ubs Wealth Management
Gli hedge fund e i mercati privati saranno essenziali per i portafogli degli investitori nel 2017. È probabile che le asset class tradizionali producano rendimenti contenuti e le posizioni decorrelate saranno quindi più utili che mai.
Hedge fund A nostro avviso, gli hedge fund rappresentano una componente essenziale dei portafogli adeguatamente bilanciati e attualmente raccomandiamo alla maggior parte degli investitori di detenere un’esposizione del 16–20% a questi strumenti. Dato che i titoli di Stato generano performance modeste in presenza di tassi obbligazionari molto bassi, gli hedge fund dovrebbero costituire una valida alternativa in quanto offrono una bassa correlazione, rendimenti superiori, protezione contro i ribassi e un livello di rischio solo moderato. Nel 2017 la performance degli investimenti alternativi dovrebbe essere sostenuta da tre fattori.
• Incrementi graduali dei tassi d’interesse americani. Storicamente le strategie hedge generano buoni risultati durante le fasi di rialzo dei tassi d’interesse. L’indice HFRI Fund Weighted Composite ha guadagnato in media il 12% l’anno durante gli ultimi tre cicli restrittivi della Federal Reserve. È improbabile che gli hedge fund possano registrare di nuovo performance di questo calibro, ma i dati dimostrano che nelle fasi di rialzo dei tassi questi prodotti sono in grado di ottenere eccellenti risultati su base sia assoluta che relativa.
• Rialzo dei mercati azionari. Gli hedge fund presentano un moderato beta positivo rispetto ai listini azionari e potrebbero quindi beneficiare di un loro rialzo, contemplato dal nostro scenario di riferimento.
• Aumento della dispersione azionaria e normalizzazione della volatilità. Con la maturazione del ciclo rialzista dei mercati azionari, la performance in termini di prezzi dipende sempre più dai fondamentali e sorgono così opportunità di generazione di alfa per i gestori equity long/short. Per il 2017 ci aspettiamo rendimenti del 4–6% per il complesso degli hedge fund. Un portafoglio ben diversificato che investe in una gamma di gestori e stili si conferma il migliore approccio agli investimenti in hedge fund. Ad esempio, nel 2016 un portafoglio hedge diversificato mediante posizioni in fondi systematic trading avrebbe avuto un profilo di rischio/rendimento nettamente migliore, dato che la strategia ha prodotto risultati positivi quando gli altri stili hedge hanno sottoperformato. Come investimento a sé stante, tuttavia, la strategia ha conseguito solo una performance modesta nel 2016. Negli ultimi tempi l’industria degli hedge fund ha subito deflussi di capitali, dovuti ai rimborsi da parte dei fondi di fondi ma anche all’ascesa degli ETF di tipo smart beta. A nostro avviso, i deflussi di capitali offrono agli investitori privati l’opportunità di aumentare l’esposizione agli hedge fund affidandosi ai gestori di massima qualità.
Mercati privati Per gli investitori con un ridotto fabbisogno di capitale a breve termine, il 2017 potrebbe essere l’anno giusto per puntare sulle strategie nei mercati privati. La quotazione in borsa sembra passare di moda: il numero di società americane quotate si è pressoché dimezzato dai massimi del 1996. Le aziende, in particolare molte società tecnologiche a rapida crescita, rimangono più a lungo in mano ai privati. Secondo CB Insights, in tutto il mondo ci sono oggi 177 aziende non quotate con un valore pari o superiore a USD 1 miliardo. Per ottenere un’esposizione diversificata alle società che trainano l’economia mondiale, gli investitori devono quindi acquisire un certo grado di esposizione ai mercati privati.
Queste strategie apportano inoltre fonti potenziali di rendimenti aggiuntivi, tra cui il premio d’illiquidità ricevuto a fronte dell’impegno del capitale per un certo periodo di tempo, che svolge un ruolo importante in un contesto di bassi rendimenti. I mercati privati ampliano così il novero di opzioni d’investimento disponibili alle società e agli asset illiquidi: i gestori dei fondi dei mercati privati possono sfruttare più facilmente la sottovalutazione delle aziende grazie alla loro impostazione di lungo periodo, al blocco del capitale impegnato e alla capacità di ottenere informazioni rilevanti non sempre a disposizione della comunità d’investimento.
In un mondo di bassi rendimenti, la selezione dei gestori è particolarmente importante, dato che il divario di performance tra i fondi di private equity del primo e dell’ultimo quartile è molto più ampio rispetto a quello dei fondi azionari e obbligazionari, arrivando a superare il 20%. È altrettanto importante poter accedere ai migliori gestori di private equity, che sono in grado di aumentare notevolmente il valore delle società in portafoglio sfruttando la propria conoscenza del settore, ottimizzando la struttura del capitale e applicando a tutte le società le best practice più efficaci. Continuiamo ad aspettarci rendimenti a lungo termine dell’8,5–12,0% per gli investitori che mantengono una quota del portafoglio nei mercati privati diversificata per strategie, regioni e scadenze.

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