Il crollo della lira turca

A cura di Alessandro Balsotti, Jci Capital
La tranquillità non è una caratteristica dei mercati turchi. Le perdite della valuta anatolica, riprese con vigore il 24 luglio quando, contrariamente ad un consenso di 100bp di rialzo, la CBoT aveva lasciato i tassi invariati ed alimentate successivamente dal confronto a muso duro con gli Stati Uniti sul mancato rilascio di del pastore americano Andrew Brunson ritenuto una spia, hanno ieri raggiunto un momento di estremo parossismo. Il movimento, certamente esacerbato dalla mancanza di liquidità essendo arrivato dopo la chiusura del mercato locale (ed europeo), ha visto la lira turca perdere fino a più del 6% di giornata (il massimo del USD/TRY toccato in serata è stato 5.42!). A quei livelli le perdite avrebbero quindi raggiunto il -26% da inizio
anno e -14% dalla malaugurata decisione della banca centrale di un paio di settimane fa.

Questi drammatici numeri includono anche il beneficio del corposo carry fornito  dagli elevatissimi tassi di interesse (il 2Y viaggia ora sopra quota 20% e il 10Y sopra 18%). Siamo insomma in clima di crisi valutaria. Qualche arma tattica per calmierare la situazione, che presenta indubbiamente le caratteristiche di un ipervenduto di breve, è in realtà a disposizione di Erdogan: trovare il modo di accontentare Trump con il rilascio di Brunson senza perdere la faccia (come si era riusciti a fare più di un anno fa in occasione della disputa sui visti di ingresso) e, in seconda analisi, dare luce verde per un rialzo emergenziale dei tassi.
Sarebbero comunque palliativi rispetto una situazione economico-finanziaria sempre più precaria, in un contesto geopolitico indubbiamente complesso, in cui i sottoprodotti negativi dell’autoritarismo sempre più sfrenato del Sultano stanno iniziando a chiedere un conto sempre più salato. Da questi livelli estremi non si può comunque escludere un recupero del 5%-8% della valuta nel breve periodo. E’ di ieri una notizia secondo cui una delegazione di diplomatici turchi si recerebbe a Washington entro un paio di giorni e una sorta di pre-accordo sarebbe stato raggiunto: USD/TRY a 5.24.

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