Il mal di pancia dei mercati finanziari e l’Ulcer Index

A cura di Daniele Bernardi, Ad Diaman Scf
Completando la serie di post riguardanti gli indicatori deterministici, che ritengo una reale e valida alternativa agli indicatori di media e varianza, oggi analizziamo l’Ulcer Index.
Questo indicatore, presentato nel 1989 da Peter Martin in un libro, se non sbaglio di Fidelity, non ha mai purtroppo avuto l’importanza che merita dalla comunità accademica perché non è mai stato pubblicato un paper con i classici canoni accademici.
Quindi il compito della divulgazione di tale indicatore spetta ai pratictioners, ovvero agli operatori del mercato che giorno dopo giorno combattono per ottenere dei rendimenti migliori possibili per i propri clienti.
A differenza della Volatilità, che è il termine pratico per chiamare la deviazione standard, meno conosciuto dai non addetti ai lavori, che è un indicatore simmetrico, l’ulcer index è un indicatore asimmetrico.
Mi spiego meglio.
Prendiamo due serie storiche che hanno rendimenti uguali ma con segno opposto, la prima guadagna il 2% e perde il 3% che chiameremo “Negativa” e la seconda che guadagna il 3% e perde il 2% che chiameremo “positiva”.

Come potete vedere le due serie storiche hanno due andamenti completamente diversi.
Se usiamo la volatilità come indicatore di rischio (anche se come ho spiegato più volte è un indicatore di incertezza e non di rischio), le due serie storiche hanno la medesima volatilità, proprio perché per come è strutturata la formula di calcolo della stessa, elevando al quadrato i rendimenti si perde il segno positivo o negativo del rendimento, e quindi di conseguenza la capacità di distinguere se mi sto prendendo un rischio che vale la pena di correre oppure no.

 
Mentre l’ulcer index, valorizzando solo le parti negative della serie storica ha un valore completamente diverso dalla prima serie storica alla seconda, indicando chiaramente che la serie storica “positiva” è migliore di quella “negativa”, in quanto l’ulcer index è di molto inferiore.
Per chi vuole comprendere meglio come funziona l’ulcer index invito a leggere i miei vecchi post Ulcer Index – questo sconosciuto, Peter Martin: genio incompreso o sconosciuto?, e Come calcolare l’ulcer index su excel ma soprattutto la pagina ufficiale di Peter Martin all’indirizzo http://www.tangotools.com/ui/ui.htm

 
Praticamente l’indice del mal di pancia mette in relazione la perdita massima, ovvero il drawdown (spiegato nel post Alcune considerazioni sul Drawdown e Indicatore deterministico di perdita massima) con il tempo di recupero.
Più velocemente un fondo recupera i nuovi massimi, minore sarà l’ulcer index e di conseguenza nel confronto tra più fondi appartenenti ad un medesimo peer group (gruppo omogeneo) l’ulcer index è un indicatore molto interessante da tenere fortemente in considerazione.
ROLLING
Ma in realtà l’ulcer index può fornire indicazioni molto interessanti per comprendere cosa sta succedendo ad una serie storica.
Se analizziamo la volatilità di una serie storica con modalità di “rolling windows”, ovvero con delle finestre di un determinato orizzonte temporale che scorrono nel tempo, prendendo come finestra un anno di osservazione, ci accorgiamo che la stessa varia e anche di molto nel tempo.
La stessa cosa accade ovviamente anche con l’ulcer index con finestra di un anno: quando la serie storica comincia a scendere, l’ulcer index comincia a salire.

 
La cosa interessante è che l’Ulcer Index, proprio per le sue caratteristiche asimmetriche si accorge del cambiamento del trend in anticipo rispetto alla volatilità e questo è molto utile per chi deve agire attivamente sui mercati finanziari per ridurre i rischi reali ai clienti, ovvero i rischi di forte perdita.
A voi le dovute considerazioni…
Vi faccio un regalo sperando che mi aiuterete a condividere questo post: a questo link potete scaricare il componente aggiuntivo per excel per calcolare semplicemente sia il max drawdown che l’Ulcer Index: maxdd_e_u_20180630-100336_1.zip

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