Anche per Unicredit vale un discorso analogo a quello fatto per Intesa Sanpaolo, visto che mercoledì il titolo avrebbe potuto disegnare un triplo minimo ascendente, ma questa figura è venuta meno con la candela ribassista di ieri.
Possibili ulteriori sviluppi ribassisti con primo obiettivo i 17 euro, dove coincidono la media mobile a 50 giorni e il supporto statico di breve termine. Sotto i 17 euro si profilerebbe una caduta fin verso la soglia dei 16,5 euro, mentre una nuova inversione è possibile sopra i 17,7 euro, dove passa la media mobile a 21 sedute, con obiettivi a 18/18,25 euro.

Tenaris sta continuando a spingersi in avanti dopo il rally di ieri seguito alla diffusione dei risultati del 2017. Cosa può dirci di questo titolo?

Per Tenaris credo che il rialzo sia ormai prossimo ad essere tecnicamente esaurito. Il titolo ieri ha aperto un gap-up dopo aver incrociato le medie mobili a 21 e a 50 sedute che al momento coincidono in area 13,55 euro. Nuovi spunti rialzisti si avranno in caso di conferma del superamento del 14,1 euro, con possibili target a 14,65 euro prima e in seguito tra i 14,85 e i 15 euro.

Nel settore delle utilities ci sono dei titoli che a suo avviso presentano configurazioni grafiche interessanti?

Trovo interessante Terna che potrebbe, ma non lo ha ancora fatto, beneficiare di un rimbalzo tecnico, anche se al momento non c’è grande credibilità sulla tenuta del supporto statico di breve termine individuabile a quota 4,45 euro.
La conferma della tenuta di questo supporto potrebbe anticipare un rimbalzo dei corsi verso quota 4,6 euro prima e in seguito in direzione dei 4,75/4,8 euro.

Tra i titoli a minore capitalizzazione segnalo Iren che di recente ha confermato la tenuta del supporto a quota 2,35 euro. Il titolo sta rimbalzando da questo livello, ma per assistere ad un ulteriore allungo dei corsi sarà essenziale il superamento a quota 2,45 euro della trendline discendente di breve termine. Oltre questo livello si profilerebbe un ulteriore allungo con obiettivi a 2,5 e a 2,54 euro prima e in seguito a 2,6/2,62 euro. Lo scenario appena descritto verrebbe negato in caso di ritorni del titolo al di sotto dei 2,35 euro.