Il Messico torna nel mirino di Trump. Le conseguenze sui mercati finanziari

Ritorna di attualità uno dei cavalli di battaglia della campagna presidenziale di Trump, con la decisione di imporre dazi del 5% su tutti le importazioni dal Messico, fintanto che ci saranno migranti ad entrare illegalmente negli Stati Uniti tramite il confine meridionale. Questa deci-sione mette a repentaglio anche la trattativa commerciale con il Paese, portata avanti nell’ambito della revisione del NAFTA (che coinvolge anche il Canada).

Secondo quanto espresso tramite l’account Twitter di Trump, le sanzioni commerciali avranno effetto a partire dal 10 giugno e saranno in vigore fino a che ci saranno “migranti illegali in arrivo dal Messico nel nostro Paese”. Inoltre, il Presidente ha avvertito che ci sarà un graduale incremento nel tempo, con l’aliquota che potrebbe raggiungere il 25% il 1° ottobre.

La decisione potrebbe avere impatti determinanti per i produttori di auto mobili americani e altre compagnie che hanno dislocato la produzione in Messico per approfittare di un risparmio del costo della manodopera. Da segnalare che l’intervento arriva a pochi giorni dalla rimozione dei dazi sulle importazioni d’acciaio, che aveva portato alla risposta del Governo messicano di agire contro gli agricoltori americani.

Questa volta non ci sarà però una risposta immediata del Messico, in attesa di fissare un incontro con la controparte e discutere ragioni e richieste di questi dazi che se si tramutassero in realtà, secondo il sottosegretario degli affari esteri, sareb-bero un’azione grave e meritevole di una reazione proporzionata. Contraria all’applicazione dei dazi anche la delegazione statunitense che si è occupata di rinegoziare il NAFTA (ora USMCA), indicando come questi sarebbero in contrasto con il trattato e agli impegni con la WTO.

Le conseguenze

“Gli osservatori vedono una motivazione politica alla base di questa mossa di Trump, nel tentativo di tornare a dare risalto al commercio e immigrazione, temi che vogliono essere portati al centro dell’attenzione in vista della campagna per le elezioni presidenziali del 2020”, avvertono gli analisti di Wings Partners Sim.

“Intanto, il peso messicano si è indebolito del 2,4% dopo i tweets presidenziali, con una fuga dal rischio che ha portato anche l’indice azionario S&P500 a perdere terreno, con una rotazione dei capitali in asset difensivi come i titoli di Stato USA (il cui rendimento decennale è sceso al 2,18%).

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