Il petrolio rallenta la corsa in scia al dollaro e alle stime russe

Petrolio in stand by, dopo l’allungo delle scorse sedute che aveva spinto il Wti fino a 47 dollari per barile. Un rallentamento, quello in atto, imputabile al rafforzamento del dollaro e alle stime del ministro russo Novak relative all’eccedenza di mercato globale, prevista a 1.500 barili al giorno per qust’anno. Dai minimi di maggio, il dollaro ha recuperato il 2.46%, rendendo così le importazioni più care per i Paesi che utilizzano altre valute per acquistare la commodity. In base poi alle stime del ministro russo Alexander Novak, il mercato del greggio rimarrà in condizione di eccedenza per tornare in condizione bilanciata non prima della prima metà del 2017. Inoltre, per quanto concerne la Russia, quest’anno a detta di Novak, il paese dovrebbe produrre 540 milioni di tonnellate di greggio (10,81 mbpd), in crescita rispetto i 534 milioni dello scorso anno.

Nel frattempo, in base a quanto evidenziato dall’EIA, dai picchi del 2016, la produzione statunitense di greggio ha registrato un calo del 4,7%, a 8,8 mbpd ed a 8.4 mbpd dai massimi del 2015.

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