Il timore della recessione aprirà nuove opportunità per gli investitori

“Finora nel 2019 i rendimenti degli investimenti sono stati forti su tutta la linea. Il mercato obbligazionario è aumentato del 10% circa e i mercati azionari e alternativi hanno performato ancora meglio. Tuttavia, gli investitori non l’hanno vissuto come un contesto rialzista, anzi, come il suo opposto. Quando le curve dei rendimenti si invertono e un terzo delle obbligazioni globali viene scambiato con tassi di interesse negativi, i segnali possono sembrare minacciosi. Si è venuta a creare una ‘tempesta di incertezza’, sviluppatasi dalla debolezza ciclica dell’industria manifatturiera, dall’incertezza politica e dalla mancanza di argomenti da parte delle autorità di governo. Come investitori, dobbiamo cercare modi per navigare e affrontare questa tempesta”. E’ l’analisi di Joseph Little, Global Chief Strategist di Hsbc Global Asset Management.

Tuttavia, prosegue Little, “è fondamentale comprendere non solo l’evoluzione del contesto macro-economico, ma anche ciò che viene incorporato dal mercato. Guardando al futuro, il nostro scenario macro di riferimento non è troppo ottimista, con una crescita piuttosto contenuta, bassa inflazione e tassi di interesse ‘più bassi ancora più a lungo’. Il mercato però sta già scommettendo sulla recessione, dando per scontato che la politica non giocherà un ruolo risolutivo e incorporando un collasso dei rendimenti”.

Secondo l’esperto, “ci troviamo in una fase di rallentamento del ciclo economico – crescita e rendimenti sono sotto pressione ma non ancora compromessi. Il mercato del lavoro a livello globale e il settore dei servizi rimangono solidi. È comunque un mercato rialzista in un contesto pessimista e le nostre caute prospettive macroeconomiche sono relativamente ottimiste. Una strategia di investimento che predilige gli asset rischiosi ma con un approccio cauto è l’opzione più sensata per gli investitori. Poiché la differenza di valutazione tra obbligazioni e azioni rimane ampia, c’è un potenziale al rialzo che vogliamo catturare, stando attenti a non prolungare eccessivamente l’esposizione al rischio date le incertezze di mercato. Le preoccupazioni politiche e i timori rispetto alla recessione hanno infatti bloccato il rialzo del mercato azionario globale, asset class nella quale siamo sovrappesati”.

Stati Uniti: crescita globale sbilanciata

Sebbene la crescita degli Stati Uniti non raggiunga i picchi del 2018, il paese sta tenendo un ritmo consistente in confronto al resto del mondo. I consumi continuano a essere in buona salute e la spesa al consumo è il principale pilastro della crescita degli Stati Uniti, dando verosimilmente un impulso ad una crescita globale piuttosto fiacca. “Ci aspettiamo che l’economia statunitense rallenti, e considerata l’inflazione contenuta e le aspettative di inflazione spiacevolmente basse la Fed sarà disposta ad allentare ulteriormente la politica monetaria. Ci auguriamo che questo impedisca che la crescita degli Stati Uniti scenda sensibilmente al di sotto del trend”, dice Little.

“Riteniamo che il mercato possa incorporare la media di un doppio scenario. Da un lato una prospettiva in cui l’economia continua a crescere a un ritmo ragionevole; dall’altro una in cui i rischi di downside si concretizzano e la Fed abbia bisogno di tagli aggressivi”.

Asia: stabilizzazione e miglioramento

“La Cina ha visto qualche modesto segnale di miglioramento e le precedenti misure di allentamento delle politiche monetarie dovrebbero continuare a sostenere la crescita. Se le condizioni macroeconomiche dovessero di nuovo indebolirsi, le autorità potrebbero anche intervenire per stabilizzare la situazione. Tuttavia, riteniamo che la strategia politica sia più incentrata sulla gestione del rischio, piuttosto che sul puntare a generare una forte ripresa congiunturale”, sostiene l’esperto di Hsbc.

“Anche la più ampia crescita dei mercati emergenti mostra segnali di stabilizzazione, o almeno di rallentamento nel peggioramento. Le azioni EM hanno un prezzo interessante in termini relativi e potrebbero sovraperformare se non si concretizzano i principali rischi macro e politici. Questo sembra essere legato agli sviluppi macroeconomici in Cina, alla significativa riduzione dei rendimenti delle obbligazioni americane nel 2019, così come ai tagli dei tassi nei paesi della regione. Al momento, siamo sovrappesati nel mercato obbligazionario corporate asiatico. I rendimenti futuri risk-adjusted continuano ad essere interessanti negli high yield asiatici e riteniamo che gli investitori possano essere ben ricompensati per tali rischi”.

Europa: Quantitative Easing, regalo di addio di Draghi?

“Tra le principali economie, l’Eurozona è quella che performa peggio, a seguito di dati industriali e commerciali deboli. La Germania, in particolare, è a rischio di recessione tecnica. Tuttavia, una minore esposizione all’industria globale e al settore automobilistico ha permesso ad alcune economie dell’Eurozona di resistere meglio rispetto alla Germania. Continuiamo a registrare un risk premium molto negativo per le obbligazioni europee. In Europa gli investitori sono fortemente penalizzati quando si assumono il rischio di duration, anche in presenza di tassi di interesse negativi”, spiega ancora Little.

Che conclude: “Poiché Draghi ha annunciato il mese scorso una ripresa del Qe, riteniamo che le politiche dedicate al settore bancario siano un’importante innovazione. Se la Bce fosse in grado di fornire un ulteriore alleggerimento monetario e contemporaneamente ridurre il costo del capitale per il settore bancario, allora le probabilità di successo delle politiche aumenterebbero materialmente. Tuttavia, anche in questo caso, una crescita modesta e un lento aumento delle pressioni sui prezzi è probabilmente la migliore condizione che si possa attendere per il momento”.

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