Il traffico delle tariffe: la view di Ubs Wm

A cura di Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer, UBS WM Italy
Dall’inizio dell’anno, il mercato azionario è stato frenato da diversi fattori: la geopolitica, il timore di una guerra commerciale, la correzione dell’obbligazionario americano e le vicissitudini politiche italiane. I dati economici sono rimasti, comunque, positivi nonostante qualche segnale di decelerazione proveniente dall’eurozona e dalla Cina.
Le trimestrali che verranno presentate nel corso dell’estate dovrebbero confermare un andamento favorevole, con una crescita degli utili a doppia cifra. In condizioni normali, si tratterebbe di risultati sufficienti a spingere i mercati. Invece, i timori di un’escalation protezionista restano saldamente al centro dell’attenzione degli investitori: in un recente sondaggio condotto da Bank of America, il 68% dei gestori di fondi ha dichiarato di considerarlo il principale rischio di breve termine. In effetti, la Casa Bianca ha annunciato un numero crescente di dazi sull’import dalla Cina.
Se questo approccio venisse esteso, il PIL cinese potrebbe subire un impatto dello 0,5% e quello statunitense dello 0,25%. Anche l’eurozona potrebbe subire un impatto, soprattutto se fosse presa di mira anche l’industria automobilistica. Una vera e propria guerra commerciale potrebbe costare anche un punto di PIL all’economia globale.
Proprio in considerazione di una possibile escalation protezionista e delle sue conseguenze anche indirette (ad esempio, sulla fiducia delle imprese), riduciamo il sovrappeso sull’azionario globale contro i titoli di Stato con rating più elevato. Confermiamo comunque un approccio cauto sull’obbligazionario – con sottopesi sui titoli di Stato con rating più elevato e sull’high yield in euro – e un sovrappeso sul mercato azionario globale, seppur in misura ridotta.
Manteniamo anche una posizione di sovrappeso sui titoli di Stato di alcuni Paesi emergenti in valuta forte, poiché i rendimenti attuali ci sembrano ben compensare il rischio legato a nuovi dazi. Nella nostra asset allocation tattica manteniamo diverse posizioni anticicliche, come le put sull’indice S&P 500, lo yen e l’esposizione ai Treasury statunitensi.

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