Il virus non fa più paura ai mercati

Il virus si conferma in accelerazione negli Usa, in America Latina e altri emergenti, ma non genera tensioni sui mercati. La diffusione del contagio non ha determinato nuove chiusure delle attività economiche e quindi non ha causato nuove revisioni alle stime di crescita. Inoltre, la ricerca di un vaccino appare procedere in senso positivo, anche se non vi è visibilità sui tempi della sperimentazione. E’ quanto evidenziano gli analisti di Eurizon nel report mensile sulle view di investimento della società. Di seguito la loro visione.

Il vero elemento di compensazione alle notizie sulla pandemia sono i dati economici. La fiducia delle imprese ha proseguito il recupero in luglio, confermando che aprile è stato il minimo per l’economia mondiale. Gli utili aziendali del secondo trimestre hanno segnato un forte calo, ma sono risultati migliori delle attese, che erano posizionate troppo in basso. Da qui in avanti sarà più difficile battere un consenso che si sta aggiustando verso l’alto.

L’attenzione è sull’effettiva ri-accelerazione dell’attività e questo dipende, in ultima analisi, dall’andamento del virus. Tra gli elementi a supporto vi sono anche gli interventi di politica economica. Le banche centrali hanno spinto al massimo il sostegno e ora sono in attesa. Proseguono però gli stimoli fiscali. Negli Usa è in discussione un nuovo piano da 1000 miliardi di dollari.

Prosegue il momento positivo per l’Europa, con l’accordo sul recovery fund, che può dare sostegno all’uscita dalla crisi e rappresenta un importante passo in avanti per una Ue più integrata.

View d’investimento

La diffusione del virus più prolungata del previsto non sembra avere il potenziale di interrompere la ripresa economica, ma può ritardarla e ridurne l’intensità. Le attività di rischio si sono portate avanti nello scontare il miglioramento macro e agosto è un mese stagionalmente soggetto a volatilità. Appare opportuno ridurre il profilo pro-ciclico delle scelte di investimento, prendendo profitto sul sovrappeso di azioni.

Confermati il sovrappeso di obbligazioni periferiche Eurozona e mercati a spread, le neutralità sulla duration Usa e il sottopeso di Germania.

Asset class a confronto

Andamento positivo per le attività di rischio nell’ultimo mese. I mercati azionari sono tornati nella parte alta del corridoio in cui sono confinati da inizio giugno, ma è prematuro affermare che abbiano ripreso il percorso rialzista.

Spread in moderata discesa per le obbligazioni investment grade, high yield ed emergenti, a fronte di tassi governativi di Usa e Germania in leggera discesa. Spread in Eurozona in calo, euro in rafforzamento, oltre 1,15, grazie all’accordo sulla costituzione del recovery fund/Next Generation Ue.

Il tema del mese

Gli investitori valutano ogni evento sulla base dell’impatto sull’economia. L’ondata più lunga del previsto in America Latina e negli Usa non ha portato a nuove misure di lockdown. Quindi gli investitori non sono costretti a rivedere ulteriormente al ribasso le stime di crescita economica, già fortemente tagliate quando Covid-19 era in Europa e sulla costa est degli Usa.

E perché i governi dei Paesi e Stati attaccati non hanno chiuso in casa le loro popolazioni? Un po’ perché è difficile, se non impossibile, ad esempio, chiudere una favela a Rio o tenere in casa un texano. Ma soprattutto perché forse non lo reputano necessario.

Quando il virus aveva attaccato l’Europa, il tasso di mortalità globale aveva subito una forte impennata perché le popolazioni coinvolte erano piuttosto vecchie. L’onda lunga del virus, quella attuale, sta invece coinvolgendo popolazioni giovani. Il tasso di mortalità globale è infatti in calo costante (e quello di guarigione, ovviamente in risalita).

Morale: l’Europa si è concessa il lusso di una forte recessione (temporanea) per non ammalarsi. I Paesi emergenti, e alcuni Stati Usa, stanno seguendo la strada dell’immunità di gregge (di cui alla fine si gioveranno tutti perché in un mondo globalizzato, il gregge è globale).

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