Immobili usati: rallenta la discesa dei prezzi

Rallenta ancora la discesa dei prezzi dell’usato in Italia dopo la flessione dello 0,6% nel secondo trimestre dell’anno che fissa le quotazioni del mattone a 2.048 euro al metro quadro. L’andamento tendenziale migliora invece su base annuale, con valori che tornano timidamente in terreno positivo segnando un più 0,4% rispetto a giugno del 2014.

È quanto attiene ai i dati dell’ufficio studi idealista che ha monitorato l’andamento dei prezzi di 250.421 abitazioni di seconda mano tra il l’1 aprile e il 30 giugno.

Con il valore degli immobili che va che verso la stabilizzazione, almeno a livello generale, le regioni in terreno positivo passano da 3 a 6 rispetto alla scorsa rilevazione, due restano invariate, altre 12 registrano riduzioni. 71 province e 20 città archiviano il periodo in questione con variazioni positive.
Secondo Vincenzo De Tommaso, responsabile ufficio studi idealista “il mercato resta complicato per i venditori, si nota un risveglio d’interesse per l’acquisto, ma le trattative si conducono a ribasso perchè i compratori vanno alla ricerca dell’affare e questo fa sì che il mercato ristagni. I prezzi si sono stabilizzati su livelli più bassi, anche se nei grandi mercati italiani evidenziano un comportamento ancora prevalentemente ribassista. Le variazioni positive e negative più marcate spettano  ai centri minori, dove la bolla non è stata ancora riassorbita”.

Regioni

Raddoppiano le macro-aree in terreno positivo nel secondo trimestre, che vede i rimbalzi maggiori in Molise (3,4%), Marche (1,8%) e Campania (0,7%). Lieivi ricuperi per altre 3 regioni; invariate Abruzzo e Puglia; il resto dei mercati restano in terreno  negativo con svalutazioni maggiori in Calabria (-3,7%), Valle d’Aosta (-3%) e Friuli Venezia Giulia (-2%).

Il primato di regione più cara d’italia spetta ancora alla Liguria con una media di 2.763 euro al metro quadro, seguita da Lazio (2.744 euro/m²) e Valle d’Aosta (2.043 euro/m²). All’opposto della tavola c’è la Calabria, fanalino di coda della Penisola, dove il valore immobiliare scende per la prima volta sotto i mille euro, a 971 euro al metro quadro.

Province

Le fluttuazioni più ampie del trimestre si registrano livello provinciale, con 71 aree in terreno positivo guidate da Rimini (7,5%), Pesaro Urbino e Ascoli Piceno, entrambe con un balzo del 7,3%. Tra le 38 province in saldo negativo Genova (-7,4%) segna il tonfo maggiore, seguita da Rovigo (-6,3%) e Roma (-6,1%).

Nella graduatoria delle province più care Savona (3.468 euro/m²) precede Roma (3.041 euro/m²) e Bolzano (2.983 euro/m²). Le più economiche sono Biella (770 euro/m²), Caltanissetta (895 euro/m²) e Agrigento (856 euro/m²). Anche Cosenza e Medio Campidano e Isernia entrano nel novero delle province dove i prezzi di mercato sono inferiori a 1.000 euro al metro quadro.

Città

20 città capoluogo su 80 monitorate chiudono questo trimestre in terreno positivo anche se nella metà dei casi si tratta rimbalzi inferiori all’1 per cento. Le più rivalutate sono Pistoia e Napoli, entrambe con variazione positive del 3,9%, seguite da Pistoia con un più 3,3%; all’opposto i tonfi maggiori spettano a Caltanissetta (-6,4%), Bolzano (-5,9%) e Cremona (-5,8%).

Tra i grandi mercati, otre a Napoli, prezzi su anche a Bologna (0,6%) e Milano (0,4%), uniche eccezioni in un quadro ancora ribassista. Dopo la primavera le svalutazioni maggiori spettano a Bari (-3,7%), Palermo (-3,2%), Torino (-3,1%) e Genova (-2,8%) seguite a un ritmo di discesa più lenta da Cagliari (-1,4%), Firenze (-1,4%) e Venezia (-1,1%). Passo indietro anche per Roma, che perde l’1%.

Venezia (4.430 euro/m²) si conferma la città più cara d’Italia, seguita da Roma (3.558 euro/m²) e Siena (3.445 euro/m²), che scalza Firenze dal podio. Dal lato opposto della tavola Biella è la più economica con 829 euro al metro quadro.

Metodologia

Per la realizzazione di quest’indice sono stati analizzati i dati di 250.421 annunci immobiliari pubblicati su idealista tra l’1 aprile e il 30 giugno del 2015; questi immobili hanno superato il controllo qualità basato su informazioni come: prezzo, dimensione, distribuzione e non duplicazione.

Per permettere una sufficiente standardizzazione dei risultati inoltre vengono analizzati soltanto quei comuni che hanno mantenuto, nel corso del periodo di studio, una media costante di 50 o più annunci di case di seconda mano in vendita. Quei comuni che non hanno raggiunto questa media sono stati esclusi dal campione di analisi al pari di quelli che hanno registrato, nel periodo dato, una variazione di più del 30% del numero di annunci.

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