Immobiliare: cosa cambia per i mutui con l’Euribor negativo

Alla fine ci siamo arrivati: il tasso Euribor, riferimento per i mutui a tasso variabile, pochi giorni fa ha forato al ribasso la soglia dello zero, finendo in territorio negativo. Un evento che già ci si aspettava, e di cui avevamo anticipato le avvisaglie qualche settimana fa.

Ma cosa significa in concreto un andamento negativo dei tassi di riferimento per i mutui? Innanzitutto va detto che questa compressione dei tassi è l’effetto non proprio di una ripresa economica spontanea, quando dell’azione di acquisto asset da parte della Bce, il cosiddetto quantitative easing. Una mossa, quella dell’istituto guidato da Mario Draghi, che si rende necessaria proprio perché l’assenza di ripresa economica deprime i prezzi al punto da far rischiare un’eccessiva deflazione. L’acquisto massiccio di asset di Stato (quindi di obbligazioni) ne fa crollare i tassi; ed ecco che anche l’Euribor, su tutte le scadenze, da tempo di muove ormai a cavallo dello zero, mentre per le scadenze da uno a tre mesi è arrivato ormai al segno meno.

Detto questo, a beneficiare davvero di tassi di riferimento in picchiata, sono coloro che in questi anni hanno sottoscritto mutui a tasso variabile, ovvero quelli ancorati all’Euribor a tre mesi, perché nell’immediato si ritrovano nella condizione di dover rimborsare, in pratica, soltanto la quota capitale e lo spread imposto dalla banca. Non solo: anche chi di questi tempi dovesse stipulare un mutuo a tasso fisso potrebbe avere ragione di sorridere, perché anche l’Irs, i tasso di riferimento appunto di questo tipo di mutui, si trova a livelli molto bassi, proprio per il generale effetto provocato dalle azioni della Bce sull’economia.

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