In arrivo nuova volatilità, puntare sul lungo periodo

A cura di Gilles Guibout, gestore del fondo Pir Axa Wf Framlington Italy
La guerra commerciale e il deficit italiano sono stati al centro dell’attenzione a settembre. Alle tensioni commerciali, che ancora una volta hanno tenuto impegnati i mercati a inizio mese, è subentrato il deficit italiano con la pubblicazione, due giorni prima della fine di settembre, di un obiettivo di deficit al 2,4% per i prossimi tre anni. Tale obiettivo, superiore al livello che era stato anticipato, ha provocato nuova sfiducia sull’Italia e più in generale sulla zona euro.
Indici italiani contrastati dopo la pubblicazione della nota al Def. Dopo aver guadagnato più del 6% a settembre, il Ftse Italia All Share ha invertito la rotta alla pubblicazione della nota al Def, il documento che anticipa la manovra finanziaria. L’indice ha poi guadagnato l’1,92% con performance settoriali contrastate.
In positivo, il settore finanziario si è ripreso dopo il forte calo registrato ad agosto, cosi come petrolio e materie prime, che hanno approfittato dei rialzi del settore.
Al contrario, il settore tecnologico ha continuato a subire prese di profitto e i settori a lunga durata – immobiliare, consumo durevole e salute – hanno subito le tensioni sui tassi a lungo.
Occhi puntati su Bruxelles e agenzie di rating, altra volatilità in arrivo. Per la fine di ottobre gli occhi sono puntati su Bruxelles e sulle agenzie di rating che potrebbero decidere un downgrade sull’Italia. Gli investitori potrebbero continuare la fuga dall’azionario italiano e per le prossime settimane c’è da aspettarsi ancora volatilità e che il mercato continui a navigare senza una direzione precisa. Alla fine è lecito aspettarsi che una soluzione con Bruxelles verrà trovata. Il punto è capire quanto questo governo sia disposto a spingere prima delle elezioni europee.
Gli investitori continueranno a sentirsi nervosi circa la sostenibilità del debito italiano e le ripercussioni che questo potrebbe avere a livello europeo. Noi manteniamo una visione di lungo periodo sul mercato e riteniamo cruciale mantenere uno stretto controllo dell’esposizione del fondo alle piccole-medie società che in queste fasi possono diventare quasi non vendibili.

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