In frenata la crescita degli utili societari

A cura di Andrew Harmstone, Managing Director Portfolio Manager di Morgan Stanley Im
ECONOMIA. A fine aprile il Bureau of Economic Analysis (Bea) ha reso noto che secondo la sua stima preliminare nei primi tre mesi del 2015 l’economia statunitense ha registrato un’espansione annua pari allo 0,2%. Il Bea aveva stimato un tasso di crescita annuo del 2,2% nel quarto trimestre del 2014. L’istituto ha indicato che il rallentamento è stato generalizzato, con una decelerazione della spesa al consumo, delle esportazioni, degli investimenti e della spesa di governi statali e locali.
All’inizio di maggio l’Institute for Supply Management (Ism) ha comunicato che l’indice dei direttori d’acquisto (Pmi) per il settore manifatturiero statunitense si è attestato a quota 51,5 ad aprile, ovvero lo stesso livello di marzo. Ciò indica che l’attività è ancora in crescita nel settore manifatturiero, seppur lentamente. Il Census Bureau ha reso noto che le vendite al dettaglio di marzo hanno totalizzato 441,4 miliardi di dollari su base destagionalizzata, in rialzo dello 0,9% rispetto a febbraio, e dell’1,3% rispetto allo stesso mese del 2014. Il Bureau of Labor Statistics (Bls) ha affermato che a marzo l’occupazione non agricola ha registrato un incremento di 126.000 unità e che il tasso di disoccupazione è rimasto invariato al 5,5%.
“L’occupazione ha continuato ad aumentare nelle aree dei servizi professionali e commerciali, della sanità e del commercio al dettaglio, mentre nel settore estrattivo si sono registrati degli esuberi”. Il Bls ha inoltre dichiarato in separata sede che l’inflazione nei dodici mesi sino a marzo, misurata dall’indice dei prezzi al consumo (Ipc), è stata pari a -0,1% (dato non destagionalizzato). Al netto dei prezzi dei generi alimentari e dell’energia, il dato corrispondente era pari a +1,8%.
Nella dichiarazione pubblicata dopo la sua riunione di fine aprile, il Federal Open Market Committee (Fomc) ha sottolineato come la crescita economica negli Stati Uniti abbia subito una battuta d’arresto nei mesi invernali, “dovuta in parte a fattori transitori”. L’aspetto più importante è che l’inflazione resta al di sotto dell’obiettivo del 2,0% della Fed, in parte a causa dei precedenti cali dei prezzi dell’energia e in parte a causa di prezzi più bassi delle importazioni non legate all’energia. La Fed ha indicato che il tasso obiettivo sui federal fund potrebbe restare invariato al livello attuale di 0,00-0,25% per qualche tempo: è poco probabile che vedremo movimenti fino a quando non si assisterà a un ulteriore miglioramento del mercato del lavoro statunitense e la Fed è abbastanza certa che il tasso d’inflazione tornerà sul livello obiettivo nel medio termine. Dato che in precedenza molti commentatori avevano previsto un aumento dei tassi già a metà 2015, questo è stato un grande cambiamento.
AZIONI. I principali indici azionari statunitensi hanno evidenziato movimenti laterali ad aprile. L’indice Msci Usa, ad esempio, ha guadagnato lo 0,81%, e rialzi analoghi sono stati archiviati dall’S&P 500 e dal Nasdaq. Negli Stati Uniti il rallentamento dell’attività economica nei mesi invernali e il passato rafforzamento della divisa hanno frenato la crescita degli utili societari.
OBBLIGAZIONI. Nel mese di aprile i rendimenti delle obbligazioni governative hanno registrato un lieve incremento dopo le diminuzioni dei mesi precedenti. Negli Stati Uniti i rendimenti dei Treasury a 5, 10 e 30 anni hanno guadagnato 6, 11 e 20 punti base rispetto a fine marzo. La dichiarazione da parte della Fed che il rialzo dei tassi sui Fed funds probabilmente non avverrà entro la fine dell’anno, ha fatto aumentare significativamente la propensione al rischio degli investitori. Nel corso del mese quasi tutte le tipologie di crediti hanno registrato un restringimento dei differenziali di rendimento. Le migliori performance sono provenute dalle fasce di qualità inferiore: BB, B e high yield.

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