Inflazione Eurozona cala più delle attese, falchi Bce in ritirata (per ora)

A cura di Azad Zangana, Senior European Economist & Strategist, Schroders

La lettura preliminare del dato dell’inflazione dell’Eurozona di marzo ha mostrato un calo del tasso annuale dal 2% all’1,5%, un dato ben al di sotto delle attese (1,8%). Il forte ribasso dovrebbe segnare la fine del recente aumento delle pressioni inflative. Prevediamo che l’inflazione cali ulteriormente, dirigendosi verso l’1%, entro fine anno.

L’inflazione headline, basata sull’indice armonizzato dei prezzi al consumo (HICP), era cresciuta negli ultimi mesi. L’effetto detrattivo legato ai prezzi energetici, relativo alla maggior parte del 2015 e del 2016, è alla fine venuto meno considerando la comparazione annuale, creando così un effetto base che ha aumentato il tasso annuale. In effetti, guardando al tasso core – che esclude cioè energetici, alimentari, alcol e tabacco – l’inflazione annuale resta bassa a marzo, allo 0,7%, in calo dallo 0,9% del mese precedente.

Il recente rialzo dell’inflazione dell’Eurozona è sempre stato visto come una fase di ripresa temporanea, ma con la crescita del tasso annuale superiore al target della Banca Centrale Europea (vicino, ma al di sotto del 2%), il tono del Consiglio Direttivo dell’Eurotower iniziava a spostarsi verso posizioni più “da falco”. Almeno un membro aveva suggerito infatti che i tassi di interesse sarebbero potuti salire a breve, persino prima della fine del QE. Ciò aveva causato un rialzo dei tassi sui mercati monetari di breve termine e un rafforzamento dell’euro.

Tuttavia, ora che l’inflazione pare destinata a scendere, probabilmente i falchi della BCE ripiegheranno, per il momento.

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