Interpump: resiliente e apprezzato dai grandi investitori

In punta di piedi, mentre l’attenzione del mercato resta focalizzata sul futuro delle banche e dei gestori di infrastrutture di rete, Interpump, che lo scorso 21 giugno è tornata nel paniere del Ftse Mib, continua a guadagnare terreno a Piazza Affari dove stamane sale del 2% dopo i primi scambi sopra i 26,6 euro per azione. L’azione del gruppo che produce pompe ad alta e altissima pressione ad acqua ed è uno dei principali gruppi mondiali nel settore oleodinamico, oscilla poco sopra i livelli di 12 mesi fa, avendo guadagnato attorno al 5% nell’ultimo trimestre, con una capitalizzazione che si conferma attorno ai 2,8 miliardi di euro.

Gli azionisti di riferimento

Dopo l’uscita dal libro soci di Giovanni Cavallini e Sergio Erede il gruppo è controllato dal presidente Fulvio Montipò (24,8%), con la merchant bank Tamburi Investment Partner presente dal 2017 con una partecipazione di poco superiore al 23,3% ed altri grandi fondi esteri complessivamente vicini al 32% (tra cui in particolare il gruppo Fidelity con poco più del 6%).

Le raccomandazioni degli analisti

In occasione del suo ingresso nell’indice Ftse Mib gli analisti di Equita hanno ricordato come il gruppo avesse mostrato nei conti del primo trimestre una “generale capacità di overperformance rispetto ai peers nell’idraulica e una buona resilienza attesa dalla divisione water jetting (stabile nel primo trimestre e attesa essere resiliente anche nel trimestre)”.

Anche per questo l’opinione degli analisti fondamentali è ampiamente positiva nei confronti di Interpump, che alle quotazioni attuali tratta circa 15,5 volte gli utili per azione normalizzati e può vantare 5 giudizi rialzisti e uno neutrale, per un target price medio di 29,7 euro per azione, di 3 euro abbondanti al di sopra delle quotazioni correnti (upside potenziale superiore al 10%).

Il quadro tecnico del titolo

Gli analisti tecnici segnalano tuttavia l’ingresso del titolo in un trend ribassista di brevissimo periodo che potrebbe essere sfruttato da chi volesse iniziare a inserire il titolo in portafoglio, con supporti individuati, in giornata, a 25,8 euro per azione (24,5 euro in caso di ulteriori pressioni ribassiste), mentre non si segnalano significative resistenze sino ai 27,8 euro per azione.

La tenuta dei supporti sopra indicati (in particolare di quelli a 24,5 euro) consente di ipotizzare una strategia rialzista in ottica di trading a breve termine con obiettivi a 27 e poi a 28 euro per azione che sembrano a portata di mano. E’ in ogni caso consigliabile porre una stop loss sui 23 euro. In caso di definitivo superamento della fase laterale seguita all’ingresso nel Ftse Mib, Interpump potrebbe puntare a ulteriori obiettivi rialzisti a 32 e poi a 33,5 euro; in questo caso la stop loss andrà posta 28,5 euro per azione, ma per valutare questa ulteriore strategia ci sarà verosimilmente tempo nelle prossime settimane.

Graficamente, la fase laterale in cui il titolo si sta muovendo da un paio di settimane ha portato ad un appiattimento delle mobili, con quella più veloce a 7 sedute che oscilla sui 26,77 euro per azione, mentre quella più lenta a 14 sedute è di poco inferiore, a 26,28 euro per azione. La vicinanza delle due medie e la loro disposizione concorre a fornire una ulteriore fascia di resistenza dinamica alle quotazioni del titolo, rafforzando così l’indicazione favorevole ad una strategia di accumulo “opportunistico” di Interpump sfruttando eventuali sedute negative. Da notare come ormai da fine aprile il titolo non mostri particolari difficoltà nel mantenersi sopra i 26 euro per azione a ulteriore conferma della buona resilienza delle quotazioni anche in periodi di volatilità dei mercati e di scarsa visibilità dei risultati di periodo.

A cura di Luca Spoldi, Cefa, 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

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