Interpump si è dimostrata resiliente: promossa dallo Star al Ftse Mib

Interpump si prepara ad entrare dal 22 giugno nell’indice Ftse Mib al posto di Bper Banca, come ha ufficializzato una nota di Ftse Russell, società del gruppo London Stock Exchange (proprietaria di Borsa Italiana) che gestisce tutti gli indici del listino azionario milanese. La notizia oggi non provoca particolari brividi in borsa al titolo, che anzi perde più dell’indice stesso: -1,3% contro -0,35% dopo la prima ora di scambi, peraltro con volumi limitati e ancora inferiori ai 70 mila pezzi.

In questi mesi Interpump si è dimostrata molto resiliente alla crisi da coronavirus, tanto che il risultato a 3 mesi (anche grazie al rimbalzo del 7,4% messo a segno nelle ultime 5 sedute) è già positivo del 12% abbondante, un risultato non comune in questo periodo e che ha consentito anche alla performance su base annua di tornare in positivo (+9,6% a ieri sera).

Il quadro tecnico

Se le prese di profitto odierne sono in parte una conseguenza dell’attesa per le decisioni che prenderà (o meno) la Bce in giornata, con gli investitori che sperano in un aumento di 500 miliardi di euro dei fondi, finora pari a 750 miliardi, destinati al programma d’acquisto di bond sul mercato, le vendite su Interpump, che già ieri chiudendo sopra i 29 euro aveva sostanzialmente raggiunto il target price medio (29,15 euro per azione) e centrato gli obiettivi della strategia rialzista apertasi col superamento dei 25 euro, potrebbero in realtà proseguire ancora qualche seduta per consentire agli indicatori stocastico e di forza relativa (Rsi), prossimi all’ipercomprato, di scaricarsi.

In caso di ulteriori vendite e di calo anche sotto il primo obiettivo della strategia rialzista in essere (posto a 28 euro), i supporti sono individuabili attorno ai 27,6 euro e poi sui 27,15-27,10 euro per azione. Al netto dello storno tecnico più o meno consistente, Interpump resta comunque inserita in un trend fortemente positivo di brevissimo-breve termine e comunque rialzista anche a medio-lungo termine. Un trend favorito dalle conferme emerse dalla recente Star conference a cui Interpump aveva partecipato confermando il miglioramento dei ricavi in maggio dopo un primo recupero ad aprile, atteso essere il mese di “minimo”, la continua la generazione di cassa e il forte impegno ad effettuare fusioni e acquisizioni (una piccola operazione già annunciata, altre più grandi non escluse entro l’anno.

In caso di ripresa del trend rialzista, oltre ai due livelli-obiettivo prima indicati si notano ulteriori resistenze sui 30 euro per azione. Proprio il superamento, confermato in chiusura, di tale livello consentirebbe al titolo di aprire una ulteriore strategia rialzista (stop loss da porre a 28,5 euro) che avrebbe come nuovi obiettivi i 32 euro per azione prima e i 33,5 euro poi. L’ingresso del titolo nell’indice potrebbe offrire uno spunto in grado di avvicinare tali livelli. Se al contrario il quadro dei mercati o societario dovesse nuovamente peggiorare, sarà importante che il titolo non scivoli sotto i 25,5 euro, livello che aveva funzionato da supporto già a fine gennaio e il cui superamento il 20 aprile scorso ha portato il titolo a reinserirsi stabilmente nel trend rialzista in cui continua da allora a muoversi.

A dare ulteriore supporto alle quotazioni di Interpump, le medie mobili restano ben posizionate con quella più rapida a 7 sedute che ieri sfiorava i 27,8 euro e quella più lenta a 14 sedute appena sotto i 27,6 euro, livelli che dunque si confermano poter costituire un supporto sufficientemente robusto da contenere eventuali prese di profitto di breve termine, dato che finché le quotazioni rimarranno sopra le due medie mobili e queste procederanno distaccate il trend rialzista apparirà ben definito.

Interpumo in Borsa negli ultimi 12 mesi

A cura di Luca Spoldi, Cefa, 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

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