Intesa Sanpaolo incassa l’endorsement dei proxy advisor su Ubi Banca

Intesa Sanpaolo incassa l’endorsment dei proxy adviser Iss e Gass, che consigliano agli investitori istituzionali di votare, il prossimo 27 aprile, a favore dell’aumento di capitale da massimi 1,9 miliardi di euro della banca guidata da Carlo Messina a servizio dell’Ops su Ubi Banca e riparte in borsa dopo il “tonfo” di ieri, approfittando del rimbalzo generalizzato dei listini azionari europei stamattina, pur in un clima che resta altamente volatile e suggerisce di evitare troppi movimenti legati alla sola situazione contingente.

Entrambe le società notano come i razionali dell’operazione restino saldi, anche se l’opposizione manifestata da due dei tre patti di sindacato di Ubi Banca mette in forse il successo dell’operazione che se anche passasse potrebbero incontrare poi difficoltà in fase di completamento dell’integrazione tra i due istituti e quindi nella piena realizzazione delle sinergie previste. Non dovrebbero comunque emergere problemi dall’assemblea dei soci di Intesa Sanpaolo e quindi l’Ops potrebbe regolarmente partire entro il mese di giugno.

Sullo sfondo restano ovviamente, per entrambi gli istituti, i dubbi generati dalla profonda crisi economica scatenata dalla pandemia di coronavirus in Italia e in tutto il mondo (dopo che anche Saipem e Nexi hanno ritirato le proprie guidance 2020 e mentre negli Usa il fondo di sostegno alle Pmi da 350 miliardi di dollari è già quasi esaurito). Così a Piazza Affari dopo che il titolo Intesa Sanpaolo ha perso, alla chiusura di ieri, circa il 42% negli ultimi 3 mesi (-7,5% nelle scorse 5 sedute di borsa) riducendo a 23,6 miliardi la capitalizzazione (comunque ancora doppia rispetto a quelle di un “ex colosso” europeo come Deutsche Bank), i trader continuano a guardare lo scenario tecnico più che quello fondamentale e all’andamento dello spread Btp-Bund oggi leggermente in calo sul 2,278% rispetto al 2,340% toccato ieri.

Il quadro tecnico

Proprio la recente correzione ha riportato Intesa Sanpaolo (che stamane oscilla attorno a 1,40 euro per azione) in posizione neutrale, tra l’entry level della precedentemente individuata strategia rialzista a 1,45 euro e la stop loss della stessa a 1,20 euro. Se il titolo dovesse mantenersi sui livelli attuali potrebbe dunque essere un livello d’ingresso ancora più interessante in vista di un avvicinamento ai target di 1,7 euro prima e di 1,8 euro poi. Eventuali ulteriori rafforzamenti del trend potrebbero anche consentire secondo gli analisti tecnici di rivedere il titolo in area 2-2,1 euro.

Per riuscirci il titolo ha di fronte a sé alcune resistenze, le prime delle quali individuate in area 1,58-1,59 euro e poi a 1,65 euro per azione. Molto più vicini i supporti, segnalati a 1,31 e poi a 1,19-1,20 (la cui tenuta è essenziale per non far scattare la stop loss e indurre nuove vendite). La debolezza dello scenario di breve è testimoniata anche dal fatto che le quotazioni restano ancora al di sotto sia delle medie mobili veloci (quella a 20 sedute è attorno a 1,464 euro per azione, quella a 60 giorni a 1,965 euro) sia a maggior ragione a quella lenta (la media a 200 sedute passa attorno a 2,113 euro).

Finché le quotazioni di Intesa Sanpaolo non troveranno la forza di riportarsi almeno al di sopra delle medie mobili più veloci il trend di medio periodo resterà negativa e pertanto l’investimento apparirà a rischio. La stessa situazione vale tuttavia per tutto il comparto bancario e per il listino azionario di Milano nel suo complesso, sicché in previsione dell’ingresso del paese nella “fase 2” di graduale riavviamento delle attività produttive e, in seguito, commerciali, Intesa Sanpaolo, grazie alla solidità del suo bilancio e alla qualità del suo management, può comunque rappresentare un buon compromesso tra rischi e opportunità.

Intesa Sanpaolo a Piazza Affari negli ultimi 12 mesi

A cura di Luca Spoldi, Cefa, 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

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