Intesa Sanpaolo: numeri e view convincono Piazza Affari

I conti di Intesa Sanpaolo, presentati ieri, sono piaciuti ad analisti e investitori, col titolo che a Piazza Affari apre in allungo di un ulteriore 2,6% superando i 2,41 euro per azione dopo i primi scambi (per oltre 54 milioni di pezzi), avendo chiuso già ieri in rialzo di quasi tre punti percentuali con scambi per 184 milioni di azioni, il doppio della media giornaliera degli ultimi tre mesi. L’utile netto dello scorso esercizio è risultato pari a 4,182 miliardi dai 4,05 miliardi di fine 2018 (l’utile netto del solo quarto trimestre è invece risultato pari a 872 milioni), a fronte del quale il Cda proporrà la distribuzione di un monte dividendi da 3,362 miliardi di euro ovvero di 19,2 centesimi per azione (payoff pari all’80% dell’utile), rispetto ai 19 centesimi attesi dal consenso.

A fine dicembre il Cet1 proforma a regime era pari al 14,1%, mentre l’Npe ratio lordo era calato al 7,6% a fronte di un costo del rischio sceso a 53 centesimi. Intesa Sanpaolo, ha precisato una nota, nel quarto trimestre ha inoltre ricevuto ulteriori richieste di adesione al proprio piano di uscite volontarie da parte di circa 1.000 persone, in corso di valutazione. Per il 2020 l’istituto guidato da Carlo Messina si attende un utile netto superiore a quello del 2019 anche senza contare sulla plusvalenza legata alla cessione della partecipazione in Nexi, mentre il payout ratio dovrebbe calare al 75%.

Il giudizio degli analisti

I risultati (in particolare commissioni, margine d’interesse netto e dividendo) e le previsioni (la redditività in termini di dividend yield dovrebbe posizionarsi attorno all’8%-8,5%) sono apparsi nel complesso leggermente migliori delle attese, confermando al tempo stesso l’elevata visibilità degli utili futuri, ed hanno portato molti broker a rafforzare il giudizio sul titolo. Così Citigroup ha promosso Intesa Sanpaolo da “neutral” a “buy” alzando anche il target price da 2,55 a 2,80 euro; Deutsche Bank ha confermato il “buy” migliorando decisamente il prezzo obiettivo da 2,70 a 3,0 euro, imitata da Hsbc (“buy” confermato) che però ha alzato il target da 2,70 a solo 2,80 euro.

Infine Kepler Cheuvreux ha confermato il “buy” e alzato da 2,68 a 2,75 euro per azione il target price, mentre Jp Morgan ha confermato il giudizio “neutral”, ritoccando all’insù il prezzo obiettivo da 2,40 a 2,50 euro. Nel complesso il consensus aggiornato vede ora 7 giudizi positivi, 14 neutrali e 9 negativi, con un target price medio di 2,43 euro per azione che rischia di essere rapidamente raggiunto, e forse superato, dalle quotazioni correnti di borsa.

Il quadro tecnico

Se il quadro fondamentale è decisamente positivo nonostante un contesto ancora sfidante per il settore bancario italiano nel suo complesso, lo scenario tecnico per il titolo pare migliorare nuovamente. Finora il trend di brevissimo e breve termine era neutrale, moderatamente positivo quello a medio-lungo termine, ma la decisione con cui il titolo si sta muovendo e l’interesse dimostrato dalla decisa crescita anche dei volumi conferma la possibilità di un’evoluzione positiva.

Sia il trend primario sia quello secondario sono infatti girati in positivo già ieri, col prezzo che ha forato dal basso verso l’alto la media mobile lenta e potrebbe rapidamente superare anche quella veloce. In una situazione di possibile inversione dei trend di brevissimo-breve periodo lo stocastico e l’indicatore di forza relativa (Rsi) sembrano leggermente più attardati e ancora non forniscono chiare indicazioni sul tentativo di uscita dalla recente fase di congestione, mantenendosi per il momento vicino ai valori centrali delle rispettive bande d’oscillazione.

Chiuse ormai le posizioni ribassiste, i broker suggeriscono ai meno avvezzi al rischio di attendere ancora qualche seduta per poter operare con maggiore chiarezza, mentre per chi vuole comunque provare a fare trading in giornata sono segnalate prime resistenze al rialzo a 2,39-2,40 euro (target di un primo movimento rialzista scattato dopo il superamento dei 2,15 euro) e poi a 2,42 euro per azione, possibile nuovo punto d’ingresso per una strategia rialzista che avrebbe come primissimo obiettivo quota 2,436 e poi, nel breve termine, quota 2,60 ed eventualmente 2,75 euro.

In caso di prese di profitto, il primo e più importante supporto è attorno ai 2,30-2,29 euro per azione e poi leggermente più in basso, a 2,27-2,26 euro per azione. Eventuali cedimenti sotto quota 2,25 farebbero scattare stop loss e potrebbero favorire un ritorno sui 2,15 euro (con una ulteriore e più decisa stop loss in caso di discesa sotto gli 1,97 euro per azione).

La performance di Intesa Sanpaolo a Piazza Affari negli ultimi 12 mesi

A cura di Luca Spoldi, Cefa, 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

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