Intesa Sanpaolo, l’Ops su Ubi Banca non ferma la razionalizzazione delle attività

Intesa Sanpaolo confida “che il nulla osta alla pubblicazione del Documento di Offerta”, relativo all’Ops sulle azioni Ubi Banca, “possa essere rilasciato dalla Consob nel corso della corrente settimana”. Lo annuncia una nota dell’istituto che poche settimane fa ha ricevuto il via libera della Bce, come ha confermato anche il capo della Vigilanza, Andrea Enria, ricordando come l’istituto centrali “in generale, sia pure con prudenza, guardi con favore a processi di aggregazione”.

Il lieve slittamento in avanti dei termini (l’ok di Consob era atteso inizialmente entro la serata di ieri) è legato Il motivo all’aggiornamento della nuova bozza del prospetto informativo, parte integrante del Documento di Offerta, depositata da Intesa Sanpaolo nella serata di venerdì scorso per tener conto del nuovo accordo siglato con Bper Banca sulla cessione degli sportelli e presentato all’Antitrust venerdì stesso. La borsa non sembra preoccuparsi, tanto che il titolo che capitalizza circa 29, 5 miliardi, sale anche stamane attorno agli 1,72 euro.

Nonostante la strenua opposizione dei soci storici di Ubi Banca e del management, cosa che ha definitivamente fatto archiviare l’ipotesi che si potesse trattare di un’offerta “amichevole” e non ostile, sembra difficile che Intesa Sanpaolo possa farsi sfuggire la preda, anche se non è detto che riesca a centrare l’obiettivo del 66% più un’azione del capitale di Ubi Banca che spianerebbe la strada per procedere alla successiva fusione dei due istituti.

Anche così, la sensazione è che al limite i soci storici e i loro alleati (come Cattolica Assicurazioni) potranno al più cercare di ottenere compensazioni in termini di governance che non una sostanziale modifica dell’offerta stessa (Carlo Messina, Ceo di Intesa Sanpaolo, ha del resto più volte dichiarato di non essere intenzionato a rilanciare). Proprio le continue resistenze di fondazioni e famiglie imprenditoriali bresciane e bergamasche, riunite nei vari patti tra soci di Ubi Banca, hanno pesato nelle ultime settimane sull’andamento dei due titoli, con Intesa Sanpaolo che resta del 10% circa al di sotto dei valori di un anno fa (+16% rispetto a tre mesi or sono), mentre Ubi Banca guadagna il 21% sui 12 mesi e sfiora il +28% rispetto a 3 mesi fa.

In attesa di chiudere la partita su Ubi Banca, Messina starebbe portando avanti la razionalizzazione delle attività dell’istituto, preparandosi a cedere le attività di leasing di Provis, ritenute non più strategiche (in quanto assorbono troppo capitale in termini di Cet1 rispetto a rendimenti che il permanere dei tassi vicino a zero ha reso poco attraenti), ma che potrebbero fruttare fino a 800 milioni – 1 miliardo di euro stante l’interesse da parte di alcuni gruppi di private equity. Un’operazione che non dispiace al mercato e potrebbe consentire un ulteriore re-rating di Intesa Sanpaolo, bilanciando almeno in parte la residua incertezza sull’esito dell’Ops su Ubi Banca.

Il giudizio degli analisti su Intesa Sanpaolo

Detto che gli analisti fondamentali restano nel complesso ottimisti (9 giudizi positivi, 7 neutri e 5 negativi), a fronte di un target price medio di 1,88 euro per azione, Intesa Sanpaolo piace agli analisti tecnici che parlano di fase di accumulazione contraddistinta da volumi limitati nelle giornate di maggiore debolezza, segno che la corrente di vendite potrebbe presto esaurirsi. Il trend, neutrale a breve, resta positivo a medio termine, con primi obiettivi che in giornata potrebbero essere rappresentati dagli 1,76 euro dove sono individuate le più vicine resistenze statiche.

Il mantenersi dei prezzi sopra lo stop a 1,655 è un’ulteriore conferma dell’interesse di fondo che porta alcuni investitori ad approfittare delle giornate di debolezza per arrotondare le posizioni e mediare sui prezzi. Se tuttavia lo stop saltasse, la strategia rialzista verrebbe messa in forse e i prezzi potrebbero rapidamente ritornare attorno a 1,6 euro. Nel brevissimo qualche incertezza maggiore è confermata anche dallo stocastico, che non è in grado di indicare se l’attuale sia un tentativo di uscita rialzista dalla fase di congestione o una fase di ulteriore incertezza.

Un quadro confermato anche dall’indicatore di forza relativa (Rsi), nella parte bassa della zona superiore della sua banda d’oscillazione. L’apertura di posizioni in questa fase può peraltro consentire di trarre profitto abbastanza rapidamente al raggiungimento del primo target posto a 1,84 euro: prima però il titolo dovrebbe superare anche le resistenze intermedie a 1,80 euro per azione. In caso di ulteriore positività, i target andrebbero rivisti al rialzo a 2-2,1 euro per azione (mentre la stop loss dovrebbe essere riposizionata a 2,75 euro per azione).

Intesa Sanpaolo a Piazza Affari negli ultimi 12 mesi

A cura di Luca Spoldi, Cefa, 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

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