Intesa Sanpaolo prova il rimbalzo sfruttando il quadro tecnico

Intesa Sanpaolo (poco meno di 40 miliardi di capitalizzazione a Piazza Affari) ha spazio per ripartire? A giudicare da come il titolo ha aperto la giornata e la settimana, sembrerebbe proprio di sì. Dopo aver ceduto il 2,5% la scorsa settimana il titolo dell’istituto guidato da Carlo Messina (che a un anno conserva un rialzo del 12% circa) recupera un punto percentuale oscillando sopra i 2,30 euro a Piazza Affari dopo che sono già passati di mano oltre 31 milioni di pezzi, a un livello a cui tratta circa 9,78 volte gli utili correnti con un dividend yield potenziale dell’8,2% abbondante.

L’M&A sul settore bancario in Italia

Sul settore bancario italiano stanno tornando ad accendersi i riflettori per l’esigenza, sottolineata da più parti, di un’accelerazione del percorso di aggregazione ora che buona parte dell’azione di derisking appare alle spalle. Nel “bel paese” esistono tuttora 490 diversi istituti di credito, un numero che rispetto ai residenti è il doppio di quello che si registra in paesi come la Spagna.

In questo “giro”, peraltro, i due gruppi principali, ossia Unicredit e Intesa Sanpaolo, dovrebbero restare alla finestra in attesa di valutare le mosse dei concorrenti di media dimensione come Banco Bpm, Ubi Banca, Bper Banca o Credem. Nel frattempo da Compagnia di Sanpaolo giungono rassicurazioni sulla solidità di un legame che “va oltre al fatto di possedere una partecipazione finanziaria nella banca”.

L’andamento dello spread

In assenza di particolari notizie sul fronte fondamentale e stante il previsto non coinvolgimento nell’atteso risiko di settore, a guidare il sentiment continua ad essere da un lato l’andamento dello spread (oggi nuovamente in calo a meno di 140 punti base, dopo il picco attorno ai 170 punti base seguito al passo indietro di Luigi Di Maio dalla guida politica del M5S, sempre più in difficoltà nel paese dopo i disastrosi risultati elettorali in Calabria ed Emilia Romagna) e del settore bancario in tutta Europa, dall’altra il quadro tecnico.

Il quadro tecnico di Intesa SanPaolo

Proprio quest’ultimo pare in recupero, con la discesa delle quotazioni che si è interrotta venerdì nei pressi della media mobile a 100 sedute, attualmente in area 2,256-2,258. Il rimbalzo incontrerà un primo test proprio in area 2,31, dove viene segnalata una prima resistenza statica che se superata potrebbe consentire un rapido ritorno prima in area 2,349-2,35 euro per azione e poi verso i massimi del 2019 (a 2,405 euro), livello molto vicino al target medio di consenso (2,41 euro), oltre il quale l’ulteriore obiettivo potrebbe essere a 2,46-2,461 euro.

Anche il calo degli scambi registrati nelle ultime sedute ribassiste contribuisce a far pensare che il trend ribassista di brevissimo periodo sia in esaurimento e possa lasciar spazio quanto meno a un primo rimbalzo tecnico, mentre sia lo Stocastico sia l’indicatore di forza relativa (Rsi) pur trovandosi nella zona inferiore delle rispettive bande di oscillazione non segnalavano ancora una situazione di ipervenduto e dunque non fornivano particolari informazioni sul proseguimento della fase di congestione/indebolimento dei prezzi o su una ripresa del trend positivo di medio-lungo termine.

Gli investitori più avvezzi al rischio possono provare a giocarsi il rimbalzo con un primissimo obiettivo proprio a 2,31 euro e, in caso di tenuta e ulteriori acquisti, a 2,33 euro per azione già in giornata. In caso di ripresa del trend negativo di brevissimo termine è invece possibile un calo sui 2,22 euro prima e sui 2,21 euro poi che richiederebbe un successivo rapido recupero almeno sino alla già menzionata media a 100 giorni per lasciar sperare in un definitivo superamento, con esito positivo, della fase di congestione vissuta nelle scorse settimane.

Il trend di Intesa SanPaolo a Piazza Affari nel medio termine

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