Intesa Sanpaolo vince il “derby” con Unicredit, ma Mustier potrebbe recuperare

Il “derby di primavera” tra Intesa Sanpaolo e Unicredit va quest’anno all’istituto guidato da Carlo Messina. Confrontiamo i numeri del trimestre e le aspettative per il resto dell’anno (e il 2021), rispetto alle attese del mercato. Intesa Sanpaolo ha chiuso il primo trimestre con un utile netto di 1,151 miliardi di euro, registrando (a sorpresa) una crescita 9,6% rispetto a 12 mesi prima superando del 43% il consenso, come hanno subito segnalato gli analisti di Jefferies. In più l’indicazione di un utile netto di almeno 3 miliardi di euro nel corso del 2020 risulta linea col consenso, mentre quella di un utile non inferiore a circa 3,5 miliardi nel 2021 ha battuto le attese.

Unicredit dal canto suo ha chiuso i primi tre mesi dell’anno con 2,7 miliardi di perdita netta contabile, facendo peggio delle attese di consenso (1,53 miliardi di perdita netta). Non solo: Jean-Pierre Mustier ha ribadito che è troppo presto per stimare l’impatto che l’emergenza Covid-19 avrà sul business per cui l’istituto non ha fornito neppure nella odierna conference call alcuna guidance sul 2020 (e tanto meno sul 2021). Unicredit ha poi visto il cost/income salire al 56,9% (dal 52,1% di fine 2019), complice anche gli 1,3 miliardi di costi legati all’accordo sindacale per gestire l’uscita di 5.200 dipendenti, mentre Intesa Sanpaolo lo ha visto calare al 44,4% (il dato migliore tra le grandi banche europee), contro una media Ue pari al 60,8% circa.

Quanto alla solidità patrimoniale, il coefficiente Cet1 di Unicredit è cresciuto di 23 punti base rispetto a fine 2019 al 13,44%, quello di Intesa Sanpaolo è aumentato di 30 punti base, dal 13,9% di fine 2019 al 14,2%; il Tier1 ratio di Unicredit è stato pari al 15,48%, quello di Intesa Sanpaolo al 16,1% dal 15,3%: infine il total capital di Unicredit è risultato pari al 18,01%, quello di Intesa Sanpaolo è salito al 18,5%. La banca guidata da Mustier è stata tuttavia la prima in Europa a tornare a premere sugli accantonamenti, con 900 milioni di ulteriori rettifiche su crediti nel trimestre, mentre quella guidata da Messina ha effettuato 403 milioni di rettifiche su crediti (più altri 419 milioni di rettifiche varie, di cui 300 milioni legati al Covid-19).

A fine trimestre Unicredit vedeva così crediti deteriorati lordi per complessivi 24,9 miliardi (il 4,9% dei crediti totali), coperti al 65,2%, ovvero 8,7 miliardi circa di crediti deteriorati netti (1,8% dei crediti totali), mentre Intesa Sanpaolo segnava 30,2 miliardi di crediti deteriorati lordi (7,1% dei crediti totali), coperti al 53%, ovvero 14 miliardi circa di crediti deteriorati netti (3,5% dei crediti totali).

Infine, Mustier ha fatto sapere che piano industriale “Team 23” sarà aggiornato e ripresentato in occasione del Capital Markets Day “che si terrà verso la fine dell’anno o l’inizio dell’anno prossimo”. Messina, che ha ribadito anche ieri la validità dell’Ops su Ubi Banca sottolineando come “una significativa generazione di valore” sarebbe “ampiamente realizzabile anche nel caso di adesione del solo il 50% + 1 azione di Ubi”, ha invece ancora un anno di tempo prima di completare il piano d’impresa 2018-2021.

Il risultato del “derby” in borsa è che Intesa Sanpaolo dopo aver guadagnato il 4% nelle precedenti 5 sedute di borsa stamane oscilla circa lo 0,3% sopra la chiusura di ieri poco sopra gli 1,455 euro dopo un’ora abbondante di lavoro, mentre Unicredit, che nelle 5 sedute precedenti aveva perso il 4,5%, sale con maggior decisione dell’1% circa, riportandosi attorno ai 6,72 euro (dopo un massimo di 6,8 euro visto in avvio), rispetto ad un indice Ftse Mib che segna +0,4%.

Dal punto di vista dell’analisi tecnica, Intesa Sanpaolo appare in un trend neutrale, con le quotazioni che oscillano tra la resistenza di 1,47 euro per azione e il supporto di 1,29 euro, mentre Unicredit fino a ieri appariva inserita in un trend fortemente discendente a brevissimo e breve termine, anche in questo caso mantenendosi tra i supporti in area 6,40 euro e le resistenze attorno a 7,46 euro. Chissà se la conference call di stamane (e qualche possibile arbitraggio in ottica di trading di breve periodo tra i due titoli) non fornisca a Unicredit quello stimolo che nell’ultimo anno è mancato più che alla rivale (-43,7% la variazione a ieri di Unicredit, contro il -36,6% di Intesa Sanpaolo).

Intesa Sanpaolo a Piazza Affari negli ultimi 12 mesi

A cura di Luca Spoldi, Cefa, 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

 

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!