Investimenti, è il momento di passare dal “wait and see” all’azione

A cura del Team Investimenti di Pramerica Sgr

Nel corso del mese di marzo i mercati finanziari hanno registrato fasi di elevatissima volatilità, all’interno di un contesto nel quale la diffusione del coronavirus ha sorpreso per la sua rapidità e ha prodotto significativi impatti sul sistema economico. All’interno di questo contesto, inoltre, gli interventi messi in campo dalle principali banche centrali non sono stati giudicati particolarmente efficaci da parte dei mercati.

Dopo la metà di marzo, lo scenario è cambiato su più fronti e i mercati, pur all’interno di notevoli fasi di volatilità, hanno registrato delle fasi di recupero. Le banche centrali, infatti, hanno preso consapevolezza che il problema della liquidità all’interno del sistema finanziario andasse affrontato ed hanno agito in maniera più articolata. In pratica, dopo gli interventi sui tassi ufficiali, hanno posto in essere azioni mirate di iniezione di liquidità nel sistema finanziario (tassi di mercato a breve) ed economico (lending scheme).

Per quanto concerne la leva fiscale, diversi governi sono intervenuti. Quello statunitense ha presentato un pacchetto da 2mila miliardi di dollari che non ha precedenti in termini di risorse allocate e che si traduce in un mix di prestiti, agevolazioni fiscali e pagamenti diretti a società/privati. Il governo tedesco, rinunciando al vincolo del pareggio di bilancio, ha presentato un piano complessivo che dovrebbe valere circa il 10% del Pil. Molto più incerto e negativo il quadro sul fronte politico comunitario, dopo la deludente conclusione del vertice Ue nel quale non è stato trovato l’accordo per interventi comuni da mettere in campo a sostegno dell’economia europea.

Inoltre, da un punto di vista del contenimento sanitario della pandemia, la maggior parte dei governi ha preso consapevolezza della gravità della situazione e ha agito con azioni di contenimento sino al completo “lockdown” simile a quello adottato da Italia e Cina. Queste misure aggravano nel breve gli effetti sull’economia, ma nel medio periodo dovrebbero consentire un rallentamento del contagio e di conseguenza una più rapida e diffusa ripartenza del sistema economico. Le misure adottate dovrebbero permettere una misurazione più reale dell’impatto sul Pil a livello globale. La quantificazione del rallentamento porterà a stime più credibili della crescita degli utili e permetterà ai mercati di trovare i parametri di valutazione corretti su cui basarsi, ponendo le basi per una stabilizzazione degli stessi o quantomeno una riduzione della volatilità.

Per quanto concerne la strategia di investimento nella prima parte del mese abbiamo mantenuto un approccio molto cauto, all’insegna del “wait and see”, nella consapevolezza, però, che le condizioni potessero mutare in maniera abbastanza rapida. In effetti, le condizioni sono mutate dopo la metà del mese e, pertanto, abbiamo adottato un approccio maggiormente orientato al rischio. I mercati azionari, infatti, hanno registrato una significativa correzione tale da poter essere considerata una vera e propria “dislocation” anche a fronte di un forte rallentamento dell’economia. Inoltre, il riconoscimento del problema da parte dell’amministrazione statunitense costituisce un elemento propedeutico al contenimento globale del problema e può dare supporto a un intervento più coordinato fra i vari Paesi. In effetti questo si è cominciato a vedere con le azioni messe in campo dalle principali banche centrali e da alcuni governi in campo fiscale. Infine, in campo sanitario appare ragionevole attendersi che le misure di contenimento possano iniziare a dispiegare effetti positivi nella limitazione della diffusione dell’epidemia.

Relativamente all’asset class azionaria, dopo aver mantenuto una posizione di sottopeso nella prima parte del mese, successivamente abbiamo gradualmente aumentato l’esposizione. L’aspettativa di fondo è che possa esserci un recupero continuo dagli eccessi che hanno visto i listini registrare perdite molto consistenti da inizio anno. Questo movimento sarebbe sostenuto da un lato dalla visibilità dell’efficacia delle azioni di contenimento del virus e dall’altro dalle misure di carattere fiscale e monetario che dispiegheranno i loro effetti in maniera graduale.

Per quanto concerne le obbligazioni governative, nel breve dovrebbero beneficiare dell’enorme programma di acquisti delle banche centrali, mentre nel medio termine i tassi dovrebbero poi riprendere a salire, anche se in modo limitato. Relativamente alla componente “core” prevale un approccio tattico che si traduce nell’assunzione di posizioni lunghe di duration in alcune fasi di mercato. Per quanto riguarda la componente periferica, si ritiene che gli interventi della Bce e la probabile maggiore cooperazione a livello di entità comunitarie possano avere un impatto positivo sull’asset class; di conseguenza, viene mantenuto, o incrementato, il sovrappeso sui Btp.

Per quanto riguarda i corporate, pur all’interno di uno scenario ancora incerto per l’asset class, nel medio termine ci si attende che l’azione delle banche centrali possa contribuire a ridurre gli spread, anche se appare difficile un ritorno ai livelli di inizio anno per il 2020. Da un lato ci si aspetta che ci sia una generale correzione degli eccessi del movimento e dall’altro che ci sia maggiore selettività nella valutazione dell’entità dell’impatto del Covid-19 sui diversi emittenti o comparti.

In termini valutari, viene mantenuta la posizione corta nei confronti del dollaro, corroborata dalla riduzione del differenziale tra tassi europei e americani che rende il dollaro ai livelli attuali ancora più caro.

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