Investimenti, i rischi dei mercati globali

A  cura di Olivier Marciot, Senior Portfolio Manager, Cross Asset Solutions (CAS) team di Unigestion

Il primo semestre dell’anno è stato caratterizzato da quello che noi chiamiamo Beta Party. La brusca inversione di tendenza delle politiche monetarie attuate dalle banche centrali ha contribuito alla ripresa dei mercati e alla stabilizzazione della crescita, dopo i forti cali visti nel quarto trimestre del 2018. Il ritorno a politiche accomodanti ha rappresentato il principale driver di rendimento degli asset nel corso dell’anno”.

Andando avanti però vediamo tre rischi principali che occorre tenere in considerazione per un’allocazione dinamica tra le principali asset class e determinare così il livello di rischio appropriato, cioè il contesto macroeconomico, il sentiment di mercato e le valutazioni.

Puntare sul credito high yeld

Sul fronte macro, la crescita e l’inflazione si sono stabilizzate intorno al potenziale, a livelli sufficientemente tiepidi da giustificare un sostegno monetario, ma non abbastanza deteriorati da far rivivere timori recessivi o deflattivi. Il sentiment rimane positivo: gli indicatori che misurano lo stress di mercato restano attualmente su livelli bassi. Tuttavia, la maggior parte delle asset class sembra essere prezzata per la perfezione, fattore che rappresenta una fonte di preoccupazione per i rendimenti futuri. La valutazione è un altro elemento per cui preoccuparsi: le aspettative monetarie hanno spinto la maggior parte degli asset in territori costosi, e questo percorso potrebbe interrompersi bruscamente e in modo coordinato, portando a ciò che viene definito come uno shock di correlazione.

Abbiamo articolato di conseguenza la nostra allocazione dinamica per affrontare l’attuale contesto con un’esposizione ai mercati globali più bassa rispetto all’inizio dell’anno, a causa dell’accresciuto rischio di distorsioni di correlazione, integrato da strategie value carry relative e non direzionali, in particolare nel credito. L’esposizione ai titoli di Stato ha rappresentato il maggiore aggiustamento dinamico, passando da una sovraponderazione elevata all’attuale sottoponderazione, in quanto il sentiment e la valutazione in questa specifica asset class erano diventati eccessivi. La nostra preferenza, in questo momento, va al credito high yield, a fini di carry e in quanto l’azione delle banche centrali posticiperà la fine del ciclo e ridurrà le probabilità di recessione nel breve e medio termine. L’allocazione azionaria è stata ridotta a livelli dinamici neutri e le coperture sono state aumentate grazie all’utilizzo di opzioni contro rischi al ribasso”.

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