Italia, crollano le banche, FtseMib ai minimi da un mese e lo spread sale

A cura di Vincenzo Longo, market strategist IG
Chiusura in negativo per le borse europee, con Piazza Affari che ancora una volta è stata la peggiore. L’indice FtseMib (-1,5%) oggi ha aggiornato i minimi da un mese in scia agli sviluppi politici, chiudendo con la peggior performance settimanale da febbraio. La versione definitiva del contratto di governo tra M5S e Lega sarà sottoposta durante il weekend agli iscritti di entrambi i partiti e già lunedì riferiranno al Presidente della Repubblica. Sebbene siano stati eliminati molti punti critici presenti nella bozza di inizio settimana, gli investitori sembrano essere rimasti turbati dai toni populisti e rimangono dubbiosi circa le posizioni euroscettiche dei due partiti.
Tutto questo alimenta vendite sui titoli governativi, con lo spread Btp-Bund salito oggi sino a 163 punti base (massimi da dicembre), mentre quello BTp-Bono è ormai ai massimi da inizio 2012, vicino agli 80 punti base. Il rischio Paese sta salendo negli ultimi giorni, come dimostra anche il balzo dei credit default swap su debito a 5 anni, salito a 112 punti base. Nonostante tutto, crediamo che i recenti movimenti di mercato segnalino un certo scetticismo tra gli investitori, senza che ci sia un pericolo reale. Il FtseMib, difatti, rimane ancora il miglior indice europeo da inizio anno con una performance di +7,2%, seguito dal +6% del PSI20 di Lisbona e dal +5,6% del Cac di Parigi. Più staccati il Dax di Francoforte (+1,2%) e l’Ibex di Madrid (+0,8%). Probabilmente una prosecuzione delle tensioni nei prossimi giorni potrebbe portare l’indice milanese a riallinearsi alle performance dei vari indici europei.
Il settore più penalizzato rimane quello bancario, con i cali che vanno dal 2,5% di Intesa SanPaolo al 7,8% di UBI. Oltre alla speculazione tipica del settore e all’effetto derivante dai BTp nei bilanci delle banche, a condizionare il comparto sembrano essere anche alcuni punti del programma di governo dai contorni non ben definiti, tra cui:

  • la revisione della regolamentazione, con separazione di ruoli tra banca commerciale e banca d’investimento;
  • l’allungamento dei tempi in merito al recupero dei crediti deteriorati, aspetto questo che va in direzione contraria a quanto fatto dal governo negli ultimi anni. Questo aspetto è tutt’altro che trascurabile dato che gli eventuali NPL resterebbero per più tempo in pancia alle banche, oltre che a ridurre l’appeal del mercato su tali crediti deteriorati viste le difficoltà di riscossione.

In una seduta piuttosto scarna di dati macro interessanti, gli operatori tengono l’attenzione concentrata sulla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, dopo i colloqui di ieri sera a Washington. La Cina ha avanzato una proposta di riduzione del deficit statunitense verso il colosso asiatico di 200 miliardi di dollari, un passo importante da realizzarsi con maggiori importazioni di beni dagli Usa, soprattutto di aerei e materie prime. Rimane il nodo della tecnologia espressamente richiesto da Trump, ma che per ora la Cina non ha considerato. I colloqui proseguiranno oggi e nulla ancora è scontato.
Oltre che a Piazza Affari e BTp, anche l’euro risente delle incertezze politiche italiane, con il cross Eur/Usd che ha aggiornato i minimi da 5 mesi, arrivando in area 1,1750. Da segnalare, il calo del petrolio con il Brent tornato sotto gli 80 dollari, soglia di resistenza forzata nei giorni scorsi.

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