Itf, Morningstar e i portafogli di “domani” tra sostenibilità e blockchain

ESG e i nuovi sistemi di transazione sono i grandi trend che stanno cambiando gli scenari di investimento e l’industria dei fondi. Il 15 giugno, nel corso di ItForum 2018 a Rimini Morningstar terrà un workshop (certificato EFPA, Sala Investment 2, dalle 11 alle 13) intitolato “I portafogli di domani, fra sostenibilità e blockchain” durante il quale spiegherà in che modo costruire strategie che sappiano cavalcare queste rivoluzioni: come scegliere, cosa conviene acquistare e quali azioni è meglio dimenticare.

Le presentazioni saranno tenute da: Rocco Ciciretti, professore di politica economica dell’Università di Roma Tor Vergata; Andrea di Rocco, Solution specialist South Europen team di Morningstar; Mauro Zambotti, Client service consultant EMEA South di Morningstar; Marco Coda, Business specialist Cryptocurrencies and Blockchain di Banca Sella. L’incontro sarà moderato da Marco Caprotti, Senior Editor & Analyst di Morningstar.

Per quanto riguarda ESG, in casa Morningstar la ricerca sugli investimenti sostenibili è diventata una parte importante dell’attività di analisi e ricerca nel marzo 2016 con il lancio del Sustainability rating per i fondi. Da allora, i dati e le informazioni a disposizione dei risparmiatori e degli operatori finanziari sono aumentati in modo significativo. Per citare solo due delle principali innovazioni, ricordiamo: a settembre 2016 hanno debuttato i Sustainability index e a giugno 2017 i dati sul Portfolio product involvement, che misurano l’esposizione a determinate aree sensibili come la cosiddetta “industria dei vizi”, le armi o il nucleare. L’ESG, tra l’altro is here to stay. Un dato: da quando Trump è stato eletto alla casa Bianca le richieste di informazioni che nell’oggetto hanno la parola ESG o Sustainability sulla piattaforma Morningstar Direct (utilizzata da gestori, società di consulenza e wealth manager di tutto il mondo) sono più che raddoppiate. Un risultato sorprendente, considerando che il presidente, anche durante la campagna elettorale, ha menzionato l’argomento della sostenibilità associandolo a termini come “bufala” (hoax) o “moda passeggera” (fad). La sostenibilità, peraltro, sembra far bene al portafoglio. La categoria Morningstar che raccoglie i fondi venduti in Europa che investono sulle energie alternative nel 2017 ha guadagnato quasi il 13% (in euro). Quella riservata all’ecologia, nello stesso periodo ha segnato +11,2% mentre quella dedicata all’acqua ha visto un miglioramento superiore al 10%.

Sul fronte della finanza tecnologica, il Bitcoin è solo il primo passo verso la rivoluzione del Blockchain. Grazie alla decentralizzazione delle operazioni, alla riduzione dei costi di transazione e alla maggior sicurezza, la nuova tecnologia della “catena di blocchi” minaccia di cambiare volto al settore finanziario, tecnologico e dei consumi. Gli analisti di Morningstar sono convinti delle potenzialità di questo modello, ma non scommettono su un rapido cambiamento dell’attuale status quo. In questi comparti, infatti, ci sono società che hanno costruito la loro posizione di vantaggio competitivo (Economic moat) grazie alla centralizzazione delle attività, per questo il processo di adozione della nuova tecnologia potrebbe essere molto lento.

Ma cos’è il Blockchain? Tradotto dall’inglese, si tratta di una catena di blocchi di informazioni. Il suo compito è dunque assimilabile a quello di una banca dati, ma la sua particolare natura lo rende rivoluzionario. Diversamente da quanto avviene oggi, in cui lo storico delle informazioni viene centralizzato in un database, si pensi ai server che custodiscono i dati di un’azienda o a quelli relativi alle operazioni eseguite da una banca, il Blockchain supera il concetto di centralizzazione attraverso una rete di computer (si parla di centinaia di migliaia di processori) che condividono le stesse informazioni. Nel caso dei Bitcoin, ad esempio, la rete dei Pc condivide lo stesso identico elenco relativo alle transazioni della moneta virtuale. La seconda peculiarità è la sicurezza delle informazioni. Attualmente chi gestisce il database (banca, ente pubblico, azienda) può teoricamente manomettere i dati. Oppure, soggetti terzi possono eventualmente violare la sicurezza dei server. Nel caso del Blockchain, invece, le modifiche dei dati vengono trasmesse all’intera rete di Pc e per diventare effettive devono essere validate attraverso un meccanismo di consenso della maggior parte dei processori in rete. E questo rende praticamente impossibile per chiunque il tentativo di manipolazione dei dati. Il terzo elemento distinto è la trasparenza. L’esempio dei Bitcoin dimostra come i dati relativi alle operazioni sulla criptovaluta non siano segreti, ma basti aprire la pagina web del Blockchain per accedere all’elenco di tutte le transazioni effettuate dalla nascita della moneta virtuale a oggi.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!